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Venerdì, 26 Aprile 2024
RIFORMA DEL LAVORO / Roma

La riforma è legge. Fornero: "Il lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato".

Il ministro del Welfare Elsa Fornero scivola e al Wall Street Journal dichiara che l'obiettivo "è difendere le persone ma non i loro posti". Intanto fuori da Montecitorio, dove si discute la riforma, è alta tensione con i sindacati di base.

C'è il "sì" definitivo dalla Camera dei deputati al ddl di Punto per punto, ecco cosa cambia" target="_blank">riforma del mercato del lavoro, che ora è legge. I voti favorevoli sono stati 393, 74 quelli i contrari e 46 gli astenuti.

Soddisfatto il premier Monti che aveva raccomandato di approvare la riforma prima del vertice Ue del 28-29 giugno, per mostrare che l'Italia non è solo un Paese con i conti in ordine ma che ha anche approvato quelle "riforme strutturali" senza le quali la Germania non vuole cedere alla messa in comune delle garanzie sul debito.

FORNERO: "LAVORO NON E' DIRITTO" - Nel giorno dell'ultimo passaggio alla Camera della riforma del Lavoro, il ministro Elsa Fornero scivola e prova a restare in piedi.

In una piccata risposta al Wall Street Journal che ha definito il suo disegno di legge "inconcludente", capace solo "di svuotare il lago di Como con mestolo e cannuccia", Elsa Fornero ha dichiarato che il governo "sta cercando di proteggere le persone, non i loro posti. L'attitudine delle persone deve cambiare. Il lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio".

Il voto alla Camera sulla riforma del Lavoro



Parole che risuonano soprattutto considerando che in piazza, a Roma, mentre dentro Montecitorio si discute della riforma, decine di persone hanno manifestato fin dalle prime ore della mattina, prima contro gli Stati generali del Welfare indetti dal Comune di Roma, quindi contro il ddl Fornero.

 



LA PROTESTA - In una città blindata, circa duecento persone dei sindacati di base e dei movimenti hanno provato ad avvicinarsi all'auditorium Antonianum di via Labicana ma sono stati respinti con la forza da un ingente schieramento di forze dell'ordine in tenuta antisommossa. Quindi, dopo diversi momenti di tensione, i manifestanti si sono diretti verso Montecitorio dove sono confluiti, non senza qualche polemica, nel presidio della Cgil.

L'accusa mossa dai sindacati di Base alla Cgil riguarda la decisione di spostare a settembre l'indizione dello sciopero generale per protestare contro le politiche del governo Monti.

In piazza, anche attivisti della Federazione della Sinistra con l'ex ministro alla Solidarietà, Paolo Ferrero, che ha replicato a distanza al ministro Fornero: "Le parole pronunciate al Wall Street Journal sono aberranti. Il lavoro in Italia è un diritto costituzionale. Si rilegga gli articoli 1 e 4, tra i Principi fondamentali della nostra Carta".

LA PRECISAZIONE - Incalzata dai giornalisti, il ministro Fornero ha quindi provato a rimediare allo scivolone: "Il diritto in Italia non è mai stato messo in discussione, come non potrebbe essere mai visto quanto affermato dalla nostra Costituzione. Ho fatto riferimento alla tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro, come sempre sottolineato in ogni circostanza".

BONANNI: "RIFORMA IDEOLOGICA" - "Questa riforma non risponde a quello che si era detto dall'inizio e cioè che da queste norme ci sarebbero stati più posti di lavoro", è stato però il giudizio del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. "C'è stato un approccio ideologico da parte del governo - ha detto - come se agire su questo ambito potesse creare le condizioni di una nuova economia, di un rilancio. Ma la nuova economia, il rilancio si realizzerà solo se noi pagheremo meno le tasse, se noi pagheremo meno l'energia, se noi avremo più infrastrutture, se noi avremo tutto ciò che oggi è disorganizzato".

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