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Martedì, 30 Aprile 2024
Lo scontro

In Parlamento le mozioni di sfiducia a Salvini e Santanchè: la maggioranza li blinda, le opposizioni si dividono

Al via, in un'aula di Montecitorio quasi deserta, la discussione sui due membri dell'esecutivo. Renzi: "Noi non chiediamo le dimissioni per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio"

Dopo il lungo ponte pasquale, la Camera riapre i battenti per discutere le due mozioni di sfiducia ai ministri Matteo Salvini e Daniela Santanchè. L'ordine arrivato da Palazzo Chigi è quello di mostrare la massima compattezza e di blindare i due ministri e per questo i gruppi dei partiti di maggioranza hanno "precettato" tutti i parlamentari, annullando persino le missioni. A Salvini viene contestato il rapporto della Lega con Russia Unita, il partito di Putin, a Santanchè le inchieste giudiziarie che la coinvolgono direttamente nella sua veste di imprenditrice.

L'opposizione fa "squadra" sulla sfiducia a Daniela Santanché: il Pd vota la mozione del M5s

Tuttavia, soprattutto nel caso della ministra del Turismo, non è mistero che nella maggioranza siano in molti a pensare che dovrebbe fare un passo indietro, soprattutto per non danneggiare la campagna elettorale per le prossime elezioni europee. "Se ci dovesse essere un rinvio a giudizio deciderà Giorgia Meloni: la Santanchè è un ministro di Fratelli d'Italia, noi siamo garantisti, dopodiché la Meloni che è presidente del Consiglio e segretario di Fratelli d'Italia deciderà di fronte a un rinvio a giudizio, è giusto che sia così. Non è la Lega che deve entrare nelle questioni degli altri partiti". Sono le parole del vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, che prima di entrare in aula si è fermato a parlare con i cronisti in Transatlantico.

Renzi: "Votiamo sì a sfiducia a Salvini, no a quella su Santanchè

Sull'altro fronte, come spesso accade, le opposizioni arrivano divise all'appuntamento, con i centristi che voteranno a favore della sfiducia a Salvini (pur non avendola firmata) e contro quella alla ministra Santanchè. "Votiamo sì alla sfiducia a Salvini non avendo firmato la mozione perché non abbiamo trovato credibili alcuni co-firmatari e mi riferisco al Movimento 5 Stelle. Così il capogruppo di Italia Viva alla Camera, Davide Faraone, intervenendo alla trasmissione Agorà, su Rai3. "Sulla Santanchè - ha spiegato Faraone - non votiamo a favore perché è una trasformazione del Parlamento in tribunale. Stiamo parlando di una persona che non è neanche rinviata a giudizio, la rimozione spetta a un voto politico del premier non a un Parlamento che diventa tribunale".

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A ribadire la linea ultra garantista, è anche il leader del suo partito ed ex premier, Matteo Renzi, che detta la linea dalle sue pagine social:  "Votiamo sì alla sfiducia a Salvini - spiega - perché contesta il posizionamento politico di Salvini sulla Russia. Ci scappa da ridere a pensare che questa mozione sia firmata anche dal Movimento Cinque Stelle - che era ospite dei congressi del partito di Putin esattamente come la Lega - e da Giuseppe Conte, che ha fatto entrare i soldati russi in Italia senza alcuna logica. Ma noi facciamo politica e dunque l'ipocrisia grillina non ci interessa".

Santanchè resiste: "Un rinvio a giudizio non è una condanna". Ma ha chiesto decine di dimissioni per molto meno

"Votiamo no alla sfiducia a Santanchè - spiega ancora Renzi - perché basata sulle indagini giudiziarie che la riguardano. E noi non chiediamo le dimissioni per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio. Il garantismo è tale se si applica a tutti, soprattutto agli avversari. Facile fare i garantisti con gli amici: la vera sfida è essere garantisti con gli avversari. Daniela Santanchè ministra ha fallito e noi la contestiamo sul piano politico. Ma noi non usiamo le indagini per attaccarla. A differenza di quello che ha sempre fatto la stessa Santanchè che ha chiesto in carriera le dimissioni di 18 ministri, tra cui tutti i nostri amici. Noi siamo profondamente diversi dalla Santanchè e da chi vive con la doppia morale. O da chi si professa custode autonominato di uno stato etico. Votiamo no alla sfiducia basata sul giustizialismo"

Appendino (M5S): "Santanchè ha mentito al Parlamento"

"A chi tra i banchi della maggioranza si trincera dietro al garantismo - ha detto la deputata del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, intervenendo in aula - lo dico molto chiaramente: il punto qui non è giudiziario, il punto qui è prettamente politico. Ve la metto così: per voi serve aspettare il rinvio a giudizio e l’eventuale condanna per chiedere le dimissioni di una Ministra che ha messo in scena una recita infarcita di menzogne in Parlamento mentendo cosi a tutti gli italiani? Avreste dovuto esigere le sue dimissioni il giorno stesso per una questione di dignità". L'ex sindaca di Torino ha poi citato la premier: "Giorgia Meloni diceva 'Viviamo in un tempo in cui la politica per recuperare la fiducia dei cittadini deve stare un passo avanti alla società e dare il buon esempio'. Erano altri tempi, era un’altra Giorgia Meloni. Era quella che diceva di essere dalla parte del popolo. Oggi è sparita: ci resta quella che protegge la casta, finanzia le lobby delle armi, china la teste alle banche non tassando gli extraprofitti e che del popolo se ne infischia", ha concluso.

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"Avrei voluto rivolgermi alla ministra Santanchè o a qualche ministro, ma purtroppo vediamo che sono assenti", ha detto la deputata del M5S, Emma Pavanelli, illustrando la mozione che chiede le dimissioni della ministra. "Evidentemente - ha continuato - la maggioranza ha preferito tenerla nascosta. Siamo arrivati oggi a quattro procedimenti nei quali a vario titolo la ministra risulta coinvolta, per il momento soltanto sfiorata da accuse di concorso in bancarotta e riciclaggio, mentre personalmente indagata per falso in bilancio e per truffa ai danni dell'Inps. I fatti sono gravissimi. Ci chiediamo come sia possibile ritenersi meritevoli di incarichi di governo nonostante le accuse a carico. Ci chiediamo se non sia più dignitoso, anzi doveroso, un è passo indietro nell'attesa che ogni dubbio sia fugato".

Scotto (Pd): Votiamo sì a sfiducia Santanchè

Il Partito Democratico fa squadra col Movimento 5 Stelle e vota entrambe e mozioni di sfiducia: "Voteremo a favore di questa mozione di sfiducia anche per l'atteggiamento del governo perché, di fronte a una vicenda così significativa, è incredibile che non ci sia una grande attenzione di fronte a un fatto oggettivo. Qui c'è una ministra del governo che in questi anni si è prodigata nel dare lezioni a tutti, soprattutto ai poveri cristi e quando poi è toccato a lei non si è nemmeno degnata di venire questa mattina in Parlamento". Così il deputato dem, Artuto Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, intervenendo in aula a Montecitorio. "Voi di Fdi - ha aggiunto Scotto - il 23 giugno 2023 avete votato un ordine del giorno promosso dal Partito Democratico e approvato da questo Parlamento all'unanimità,dove si chiedeva, a partire dal caso Visibilia, che aveva coinvolto la ministra Santanchè, amministratrice delegata di Visibilia, a potenziare i controlli sull'utilizzo appropriato della cassa Covid, anche attraverso sanzioni e recupero di quei crediti. Qui parliamo di dipendenti che hanno detto che durante il periodo del Covid la ministra Santanchè incassava le risorse dello Stato, ma faceva lavorare le persone con cassa integrazione a zero ore. A questa domanda, che l'opposizione a posto nel corso dei mesi precedenti, la ministra Santanchè non ha mai risposto, non ha mai detto che questa vicenda era infondata".

Siracusano: "Il Parlamento non può anticipare i processi"

A difendere la ministra in aula, la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano: "Alcune questioni poste e alcuni temi - ha spiegato ne suo intervento di replica - non fanno onore al Parlamento. La tanto invocata separazione dei poteri non può essere usata a intermittenza, secondo convenienza di parte, e dovrebbe indurre il Parlamento a rispettare il lavoro della magistratura nel silenzio e con sobrietà, senza anticipare i processi. Questo ho sentito fare in aula. Questo non significa rispettare il lavoro della magistratura. Questa tipologia di dibattito può costituire un pericoloso precedente, rischia di attribuire alla magistratura una funzione di comporre e scomporre il governo. Funzione che non è sua e che non credo la magistratura vuole le sia attribuita". L'esponente del governo ha poi difeso la premier dalle accuse lanciate da Appndino: "Ho trovato alcune accuse rivolte al presidente del Consiglio piuttosto lunari. Un elemento ha contraddistinto l'esperienza della Meloni sia all'opposizione che oggi, la grande attenzione posta alla questione morale, tratto distintivo della sua esperienza politica. In altre circostanze ho ascoltare critiche legittime per la funzione dell'opposizione, oggi ritengo alcune accuse assolutamente irricevibili".

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