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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Tutti contro Renzi: è già iniziato il congresso del Pd

Si muovono le acque in vista del congresso. Alla riunione dei big anche il segretario Epifani. Assente il sindaco di Firenze. D'Alema lo attacca. Franceschini lo difende: "Non logoriamolo, è una risorsa"

Da una parte Pierluigi Bersani, Beppe Fioroni, Massimo D'Alema, Gianni Cuperlo, Dario Franceschini e altri tre ministri, Franco Marini, Roberto Speranza, Luigi Zanda e una pattuglia di lettiani guidata da Marco Meloni e Alessia Mosca. Dall'altra Matteo Renzi.

E' un Pd sempre diviso, frammentato, quello che viene fuori dalla presentazione di 'Fare il Pd', il documento messo a punto dai bersaniani in vista del congresso. Alla sede del partito, al terzo piano, ieri pomeriggio erano presenti tutti i big democratici, i rappresentanti di quasi tutte le aree interne, parlamentari, dirigenti e militanti. Una sala affollata. Assenti, appunto, i renziani ma anche i veltroniani non si sono fatti vedere. In platea, in prima fila ma silenzioso, presente per ascoltare ma senza intervenire, il segretario Guglielmo Epifani. Non sarà stata la scesa in campo della 'union sacree' contro il 'rottamatore', ma con queste premesse l'evento difficilmente poteva contribuire a rassenere l'atmosfera interna al partito.

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RENZI - Il sindaco di Firenze in serata ha 'tuonato' contro quelle che da tempo definisce in modo critico le "correnti romane": "L'assemblea di oggi del Pd era una assemblea di una corrente del Pd che ha deciso di passare un pomeriggio a discutere non del Pd, legittimo. Ma pensare che questi signori autorevoli, che hanno fatto tante cose nel passato, passino il pomeriggio anziche' a lavorare a discutere delle mosse di Renzi...mi sento spaesato", ha detto in una intervista al Tg5.

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Il rottamatore non le ha mandate a dire: "Vorrei che il Pd non fosse fatto di correnti ma di idee e che passi il tempo non a discutere di come ci organizziamo ma di quello che l'Italia chiede". Poi ha ribadito la sua idea sui tempi del congresso: "Abbiamo rinviato l'Iva, l'Imu, gli F35, la Santanche', e va bene. Ma non possiamo continuare a rinviare. Non e' che tutto si crea, nulla di distrugge e tutto si rinvia".

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D'ALEMA - Renzi non ha dimenticato di polemizzare a distanza con Massimo D'Alema. L'ex premier, nel pomeriggio, non era stato tenero con il sindaco di Firenze. "Qui non nasce nessun correntone, questa e' una idiozia. Non so chi l'abbia scritto", aveva spiegato a proposito della riunione su 'Fare il Pd'. Poi aveve aggiunto: "Renzi? Credo che giochi un po' a fare la vittima. Secondo me sbaglia, dovrebbe essere qui". Cosi' quella di oggi e' stata l'ennesima giornata di botta e risposta tra i democratici. Alla presentazione di 'Fare il Pd' era stato Alfredo D'Attorre, il deputato che con Maurizio Martina e Stefano Fassina ha firmato il documento, a mettere in chiaro il concetto base della riunione e a replicare subito alle critiche mosse negli ultimi giorno dal 'rottamatore' verso i 'romani': "Questa riunione non e' il fronte di resistenza ne' l'assemblaggio di vecchie componenti per oscurare la popolarità di qualcuno".

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FIORONI - Fioroni denuncia  "la sindrome di Penelope di sfasciare tutto, partito e governo",  eha difeso la posizione di Enrico Letta: "Noi stiamo rischiando di andare nel Guinnes dei primati: un partito che ha un suo uomo che guida il governo scrive le regole contro il presidente del Consiglio. Tutto possiamo fare ma non dire che possono correre tutti tranne Enrico Letta".

BERSANI - Per il redivivo Bersani tutto ruota intorno ad un punto findamentale: "No a un partito protesi, un partito salmerie e a vecchie faglie". Per l'ex segretario il Pd deve spingere per "uscire dalla crisi democratica del Paese e la risposta a questo non e' la persona, e' la politica". Ma e' stato nella premessa al suo discorso che Bersani e' sembrato rivolgersi in maniera piu' netta all'ex sfidante delle primarie: "Dobbiamo aprire una fase in cui tutti si confrontano senza bandierine e in cui tutti, tutti, ci diciamo di cosa dobbiamo discutere. Nessuno puo' tirarsi fuori se vuol fare parte della comunità e della squadra". Ad assumere una posizione di mediazione e' stato, invece, Franceschini. Difendendo l'operato del governo, il ministro e' stato a tratto anche molto esplicito: "Possiamo permetterci mesi di lacerazioni? Dobbiamo difendere la logica del mescolamento perche' in questi mesi siamo finiti in una situazione pericolosa, ai comunisti da una parte e democristiani dall'altra. Attenzione, e' un disastro".

FRANCESCHINI - Franceschini ha aggiunto: "Dal '95 tutto quello che abbiamo fatto, l'Unione, l'Ulivo e il Pd, l'abbiamo fatto perche' c'era il collante Berlusconi. Ma quella fase e' alla fine, in piu' con Berlusconi ci governiamo assieme. O troviamo un altro collante o non stiamo assieme. Il nuovo collante deve essere il riformismo". Poi, pero', ha chiarito: "Non esiste una alleanza contro Renzi. Serve il coinvolgimento di Renzi, per questo spero ci sia la cosa che considero piu' naturale: un incontro con Epifani. Renzi venga a discutere apertamente su cosa pensa delle regole". Poi ha spiegato: "Non mettiamo Renzi nel meccanismo del logoramento del leader attuale e di quelli futuri, lui e' una risorsa. Ma capiamoci sulle gerarchie: prima il partito e poi le persone". A chiudere e' stato Stefano Fassina: "Noi siamo qui per ragionare per, non contro. Mi spiace che qualcuno oggi non sia venuto, che si sia autoescluso. Abbiamo bisogno del contributo di tutti. Vogliamo offrire una piattaforma di confronto senza verità precostituite per non sprecare il congresso del Pd in una fase cosi' difficile". A far discutere, alla fine, e' stata la presa di posizione di Gianni Cuperlo: "Partiamo dalla politica, dai contenuti e dalle idee. Discutiamo con spirito di massima apertura e investiamo nel partito, una cosa utile per l'Italia. Ma tutto questo non passa piu' da un accordo tra aree e correnti che hanno determinato la nostra vita e anche le nostre sconfitte perche' cosi' faremo entrare dalla finestra cio' che vogliamo fuori dalla porta

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