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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Rousseau, M5s diviso. Di Stefano: "Ecco perché voterò sì". Paragone: "No all'accordo"

Le sorti del nascente esecutivo nelle mani degli attivisti dei 5 Stelle. E molti dirigenti si schierano. Airola, Di Stefano e Cancellieri favorevoli al patto con i dem, l'ex giornalista invece fra i contrari: "Il Pd è un partito ipocrita"

Dalle 9 alle 18 di martedì si svolgerà la votazione online su Rousseau per decidere se il M5s dirà sì all'alleanza politica con i dem. Il destino dell'accordo è dunque nelle mani degli attivisti del Movimento. Il quesito a cui dovranno rispondere è il seguente: "Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?".

Com’è evidente nel testo si fa esplicito riferimento al Pd mentre in occasione del voto sull’accordo tra Lega e M5s si preferì usare una formula più neutra ("Approvi il contratto del governo del cambiamento?"). 

Nuovo governo, su Rousseau record di voti per decidere l'alleanza tra M5s e Pd

Un modo per ostacolare la formazione di un esecutivo che nel M5s non piace proprio a tutti? Secondo qualche osservatore questa ipotesi non può essere esclusa. "Evocare il Pd alle comunità online del M5S non è molto diverso dallo sbandierare il drappo rosso al toro" scrive ad esempio su Twitter il giornalista de La Stampa Jacopo Iacoboni.

Fatto sta che in queste ore, sui propri profili social, diversi parlamentari del M5s stanno facendo campagna per il sì. "Non voglio lasciare il Paese affondare - scrive su fb la deputata M5s Azzurra Cancellieri -, non voglio essere irresponsabile al pari di Salvini, non voglio che questa assurda crisi dovuta alla Lega ricada sui cittadini italiani con notevoli disagi e sacrifici futuri per tutti noi", per questo "voterò sì".

Anche il senatore Alberto Airola ha fatto sapere su Twitter di votare a favore dell’accordo. "Il perché ve lo racconterò presto in un video #Rousseau".

Di Stefano: "Ecco perché voterò sì"

E si schiera per l'accordo con il Partito democratico anche un altro nome pesante del M5s come Manlio Di Stefano.  "Ormai mi conoscete e quindi sapete che amo parlare chiaramente e dire le cose come stanno. Il voto di domani su  Rousseau ha conseguenze precise e nette in entrambi i casi, in base alle quali ho deciso di votare sì". 

In un lungo post pubblicato su Facebook, il sottosegretario agli esteri analizza i possibili scenari in caso di voto favorevole o contrario. Se vince il sì, scrive Di Stefano, "1. Nasce un governo fondato su un programma nuovo che ci garantisce comunque continuità sulle cose buone già fatte, anche in tema di immigrazione, ma inserisce una forte spinta sui nostri temi storici come l'economia circolare, la green economy, il taglio ai costi della politica e gli aiuti alle famiglie; 2. Il MoVimento 5 Stelle continua a rappresentareil 33% del Parlamento con una maggioranza quasi doppia rispetto al secondo partito più rappresentato; 3. Il M5S continua ad avere la maggioranza netta dei ministeri indirizzando quindi in modo netto le politiche del governo; 4. Giuseppe Conte resta presidente del Consiglio; 5. Riusciamo a concludere l'iter di buona parte dei provvedimenti già avviati".

"Con il no all'accordo consegniamo il Paese alla destra"

Se prevale il no, prosegue l'esponente grillino, "1. Mattarella scioglie le Camere e si torna alle urne; 2. Si insedia un nuovo governo intorno alla metà di novembre quindi impossibilitato a fare una manovra fiscale. Di fatto è possibile prevedere l'aumento dell'Iva e la cancellazione di Quota 100 e del Reddito di Cittadinanza; 3. Stando ai sondaggi attuali (per quel che valgono) consegniamo il Paese al trio Salvini-Berlusconi-Meloni".

"Questi - sottolinea Di Stefano - sono, in modo molto sintetico, i punti fermi del futuro prossimo e ve lo dico in modo davvero chiaro: non sono affatto sereno in nessuno scenario possibile, perché ho conosciuto il Pd di governo e so cosa possa significare. Ma so anche che un futuro governo, senza il M5S, farà al 100% tutte quelle politiche che noi, invece, contrastiamo da anni. Oggi esserci è fondamentale e con un sistema elettorale proporzionale l'esserci sarà sempre condizionato da accordi pre-formazione del governo. Accordi che in questo caso ci sono e sembrano positivi. A voi quindi la scelta, la mia è di votare sì".

Paragone: "Pd è un partito ipocrita, io voterò no"

Chi vede con il fumo negli occhi un accordo con i dem è invece il senatore Gianluigi Paragone. "Io su Rousseau dico no, non mi muovo" dice in video citando Vasco Rossi. "Io non ci sto a questo partito ipocrita qual è il Partito Democratico, e dico no. C'è chi dice no. E io su Rousseau voterò no".

"Se su Rousseau vince il no la Lega ne prenda atto"

Intanto in mattinata il capogruppo del M5S al Senato Stefano Patuanelli ha avvertito Conte: su Rousseau il Movimento fa sul serio e dunque se gli attivisti bocceranno l'accordo dovrà trarne le conseguenze del caso (e farsi da parte). ."La piattaforma" Rousseau, ha affermato a Radio Capital, "è un mezzo" di cui "un movimento politico ha deciso di dotarsi per prendere le proprie decisioni, pari ad una direzione di partito. Se dovessero prevalere i no, il presidente del Consiglio dovrà sciogliere la riserva di conseguenza: in modo negativo. Non vedo alternativa". 

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