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Il futuro delle criptovalute: la svolta green

Le parole di Elon Musk al Saturday Night Live hanno provocato forti conseguenze ma anche numerose riflessioni. Quali sono le criptovalute che non inquinano?

Lo scorso 8 maggio, Elon Musk, leader di Tesla e SpaceX, ha condotto il Saturday Night Live, storica trasmissione comica americana. E lo ha fatto con il suo stile, sbalordendo ancora una volta. L’imprenditore più importante del mondo ha esordito così: “Sto facendo la storia stasera, in quanto prima persona con la Sindrome di Asperger a presentare il Saturday Night Live!”, cui è seguito un lungo applauso.

Ma ciò che ha più sconvolto e provocato conseguenze è stato uno sketch successivo, all’interno del quale Musk interpretava se stesso ospite di un finto telegiornale. Uno dei comici della scuderia SNL gli ha chiesto di spiegare cosa siano le criptovalute e in particolare il suo Dogecoin, nato nel 2013 e lui ha risposto “Dogecoin è nata nel 2013 e ne circolano al momento 117 miliardi. E di questi, 113 miliardi sono già miei. È una criptovaluta, ossia un tipo di moneta digitale ma non controllata da un governo e puoi scambiarla per soldi veri”. Il comico ha poi rilanciato con la domanda: “Quindi è una truffa”. E Musk, visibilmente divertito dalla situazione - e qui, più che in altri momenti dello show ha sfoggiato la risata più beffarda, probabilmente conscia delle conseguenze che avrebbe apportato - ha risposto: “Sì, è una truffa”.

Le conseguenze delle parole di Musk

Subito dopo l’intervento di Musk, molti investitori si sono affrettati a vendere. Il valore di Dogecoin era di circa 70 centesimi di dollaro sabato mattina e di 66 appena prima della messa in onda di Saturday Night Live. Il giorno dopo Dogecoin era crollato a 44 centesimi. Si vocifera che il patrimonio di Elon Musk abbia perso in questo modo quasi un quarto (il 24%, per l’esattezza) del suo valore, tanto che ora è “solo” il terzo uomo più ricco del mondo e non più il secondo.

Nella stessa settimana su Twitter Musk ha mostrato preoccupazione per l’utilizzo di fonti fossili nella produzione del Bitcoin, annunciando che il gruppo avrebbe momentaneamente sospeso l’uso dei Bitcoin come forma di pagamento delle auto del marchio, preferendo eventuali altre cryptovalute che generano minore inquinamento.

Le criptovalute inquinano

Il fenomeno delle criptovalute è nato per durare nel tempo ed è un processo sempre più in espansione. In molti studiosi del settore – e a questo punto, lo stesso Elon Musk – auspicano una revisione green esclusivamente dedicata a questo genere di attività.

Già nel 2019, quando tale fenomeno era in crescita, tre ricercatori dell’Università tecnica di Monaco e del Mit negli Usa hanno valutato le emissioni di anidride carbonica, uno dei principali gas serra, associate in questo caso ai bitcoin. L’inquinamento avviene specificamente nel processo di validazione delle transazioni bitcoin, che richiede un hardware specializzato e un’ampia quantità di elettricità e che per questo è legata alla produzione di gas serra.

Ma Bitcoin non è l’unica criptovaluta a inquinare così tanto. Ethereum, la seconda valuta più diffusa, ha già raggiunto quasi un terzo dell’energia richiesta da Bitcoin. E la stessa Dogecoin di Musk ha dimostrato di non assolvere la funzione green.

Il caso di Cardano: criptovaluta green

Un esempio interessante è invece Cardano, una criptovaluta ancora poco conosciuta basata su una tecnologia blockchain meno dispendiosa di energia elettrica. Dopo le parole di Elon Musk su Twitter e al SNL, il suo valore è cresciuto esponenzialmente.

Cardano è una criptovaluta di terza generazione fondata nel 2015 da Jeremy Wood e Charles Hoskinson, noto nel settore come “l’imprenditore di criptovalute”, dal momento che è co-fondatore di Ethereum. Hoskinson ha affermato che Cardano utilizza soltanto 6 gigawattora di energia all’anno, corrispondente allo 0,01% dei 115,85 terawattora utilizzati da Bitcoin.

Cardano offre una vera e propria alternativa al dispendio di energia: un meccanismo, chiamato “proof-of-stake”, superiore in termini di risparmio energetico.

Pare dunque che l’impatto ambientale sarà determinante nell’utilizzo di cryptovalute. E Cardano potrà essere la capofila di tale movimento. Poco dopo l’esibizione di Elon Musk al SNL, Charles Hoskinson ha servito un tweet al “rivale”: “Finalmente parleremo insieme di Cardano?” “Vieni nella mia fattoria. Ho tè, dolce e asini in miniatura”. Con il tempo staremo a vedere, nel mare magnum dell’economia digitale, chi ha ragione e chi torto.

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