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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Chi è “Benji” Tahirovic, ultima scommessa (e messaggio cifrato) di Mourinho

Il tecnico portoghese pesca ancora dal vivaio giallorosso: dopo i vari Zalewski, Felix, Volpato e Bove, arriva per il ventenne centrocampista svedese l'esordio dal 1' con il Bologna.

Una promessa è una promessa. Intesa come impegno nel mantenere fede alla parola data, ma anche – in senso calcistico – come futuro protagonista in palcoscenici prestigiosi. Nel caso di Benjamin Tahirovic, dentro dal 1’ nel match interno con il Bologna, convivono entrambe le chiavi di lettura: perché José Mourinho, che lo aveva già fatto esordire con il Torino lo scorso novembre, l’aveva già indicato come una pedina su cui poter fare affidamento, pronosticandolo in futuro come potenziale titolare in prima squadra. E poi perché “Benji”, vent’anni il prossimo 3 marzo, nei primi due mesi di stagione ha rappresentato una delle colonne del centrocampo della squadra Primavera giallorossa (sette volte titolare su otto match disputati), tanto di attirare l’attenzione di parecchi addetti ai lavori per la sua prestanza fisica e le sue capacità di inserimento, che lo rendono efficace sia in fase di contenimento che in chiave offensiva.

Tahirovic, cresciuto vicino Stoccolma in una famiglia di origini bosniache, è sbarcato nella Capitale poco meno di due anni fa, grazie al blitz della dirigenza giallorossa abilissima nell’anticipare il Benfica che aveva monitorato le ottime prestazioni offerte dall’allora diciassettenne centrocampista nella serie C svedese, vinta con la casacca del Vasalund. Il resto è storia recente: dai mal di pancia per la mancata promozione estiva in prima squadra (dopo lo scorso torneo nella Primavera, in cui si era particolarmente messo in luce), alla stima di Mourinho che inizia a seguirlo con interesse. Fino a fargli intraprendere lo stesso percorso effettuato negli ultimi diciotto mesi dai vari Zalewski, Felix Afena-Gyan, Bove e Volpato, i quali si sono ritrovati ad essere contemplati nelle rotazioni del tecnico portoghese, necessarie per fronteggiare i numerosi impegni stagionali

D’altronde, è proprio nelle corde del “Mou” dare fiducia alla...linea verde, secondo uno schema applicato praticamente in ogni club che lo ha visto ricoprire le mansioni di allenatore-manager. Accanto ad alcuni “Under” che nel prosieguo della loro carriera si sono dovuti accontentare di un ruolo da gregario più o meno di lusso, ci sono tante stelle su cui il tecnico di Setubal ha scommesso per primo: specie al Real Madrid, come Alvaro Morata, Pablo Sarabia, i brasiliani Casemiro e Fabinho (poi divenuto essenziale nel Liverpool di Klopp), ma anche al Chelsea dove ha fatto esordire Andreas Christensen e Ruben Loftus-Cheek, passando per Mario Balotelli all’Inter e Scott McTominay al Manchester United.

I maliziosi intravedono però altro, dietro alla scelta di responsabilizzare i più giovani. Senza dubbio frutto dell’esperienza e dell’attitudine di Mourinho a individuare qualità importanti in pedine solo apparentemente acerbe. Ma forse anche un messaggio rivolto ad una società che ha, nei giorni scorsi, fatto capire di non avere troppo margine di manovra per poter puntellare adeguatamente la rosa in questa sessione di mercato. Più che unire il dilettevole all’utile, si tratterebbe allora di fare di necessità virtù, come già capitato quando furono Vina e Cristante a ricoprire il ruolo di difensori centrali per colmare, in ottica turn-over, la lacuna rappresentata dall’assenza di una pedina in più nel reparto. In mezzo al campo le alternative non sembrano mancare, però Tahirovic contro il Bologna è sceso in campo dall’inizio, peraltro offrendo una buona prestazione. E’ nata una stella o si rimarca il fatto che le frittelle si fanno con la farina che si ha a disposizione? Al prosieguo della stagione la risposta.

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