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Domenica, 28 Aprile 2024
Calcio

Quota salvezza "rasoterra": specchio di una serie A in inesorabile declino

A differenza degli altri principali tornei continentali, in Italia potrebbero bastare appena 31 punti per assicurarsi la permanenza nel massimo campionato. Un record, prendendo in esame le classifiche dall'anno dell'allargamento a 20 squadre.

Arriva da Gregg Easterbrook, scrittore americano, la sintesi migliore: se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno ogni cosa. Ed ancora una volta, arriva dai riscontri delle cifre quell’inferiore competitività della Serie A più volte sottolineata: a partire dai trofei continentali che continuano a non fare tappa in Italia, dalla qualità delle partite se confrontata con quelle che si osservano negli altri tornei europei di riferimento, fino allo scarso appeal che le “big” di casa nostra riscuotono al momento di intavolare trattative con i top players, che spesso preferiscono accasarsi altrove.
Nel quadro generale, anche la lotta salvezza non fa differenza e tende a rimarcare il gap esistente: a conti fatti, basta meno del canonico “punto a partita” per tagliare il traguardo della permanenza nel principale palcoscenico nazionale, addirittura piazzare – come nel caso della Salernitana – una brusca accelerazione negli ultimi due mesi di torneo per rientrare nel lotto delle pretendenti ad un posto in Serie A, dopo un autunno ed un inverno di stenti.

Piuttosto eloquente il confronto con i vicini di casa: in Spagna non ne bastano 36 per brindare, quota raggiunta dal Mallorca e dal Cadice a 90’ dalla fine (a 37 c’è il Granada, una delle tre scenderà in Segunda Division), in Bundesliga – con quattro partite in meno nel calendario – spareggeranno Hertha Berlino e Stoccarda che hanno concluso la regular season a 33 lunghezze, dove chi perde retrocede e chi vince duellerà per la permanenza in A con la terza piazzata della Zweite Liga. In Premier League, con l’ultimo turno da giocare, la tranquillità è poco sotto quota 40: la volata è tra il Burnley a 34, il Leeds a 35 e l’Everton a 36, con la prima e la terza che però devono recuperare un match rispettivamente sul campo dell’Aston Villa ed in casa contro il Crystal Palace. Giochi fatti in Ligue 1, dove sono serviti 35 punti: ma nell’economia della volata salvezza pesa il crollo del Saint-Etienne (quattro ko consecutivi) che ha permesso al Lorient di accontentarsi di un pari nella sfida col già retrocesso Bordeaux, lasciando ai biancoverdi ed al Metz il compito di scannarsi negli ultimi 90’ per scansare il secondo slot che porta dritto in Ligue 2, e raggiungere il diciottesimo posto che regala lo spareggione con la vincente dei play-off della categoria inferiore.

Ed in Italia? Dall’allargamento a venti squadre, risalente alla stagione 2004/2005, quest’anno sarà comunque eguagliato il record per la quota salvezza più bassa, con l’asterisco rappresentato dall’anno 2005/2006 in cui gli esiti del processo Calciopoli rivoluzionarono la graduatoria finale. Per stappare lo spumante e brindare alla permanenza in serie A, sono serviti 33 punti, come quelli incamerati dalla Sampdoria a 90’ dalla conclusione del torneo. Stesso bottino necessario nei campionati 2012/2013 e 2016/2017, quando furono rispettivamente Palermo ed Empoli a fermarsi a 32 e scendere come terzultime, e che – tanto per rendere l’idea – proprio nel 2004/2005 in cui per la prima volta furono in venti a presentarsi sulla griglia di partenza, avrebbero significato ultimo posto (ci finì l’Atalanta, con 35).
Ma non è escluso che la “dead line” possa addirittura essere ritoccata verso il basso. Il Cagliari, a 29 punti, deve vincere in Veneto contro il retrocesso Venezia per continuare a sperare, ma qualora non riuscisse nell’impresa, i 31 punti della Salernitana potrebbero addirittura bastare per ripresentarsi il prossimo anno al via in serie A. Con buona pace di chi, poco meno di vent’anni fa, ne fece 42 come il Bologna o 39 come il Chievo per poi ritrovarsi in cadetteria. E’ la verità dei numeri “torturati” di Easterbrook, quella che viene confessata. Ma continuare ad assolvere il calcio italiano, colpevole del suo declino, la rende buona – purtroppo - solo per gli almanacchi.

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