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Venerdì, 26 Aprile 2024
Calcio

Roma, l'infinita luna di miele europea del maestro "Mou"

Il tecnico lusitano, nonostante le assenze, pilota la sua Roma al successo nella gara di andata contro il Leverkusen, confermando il suo feeling con le competizioni europee

Diciamo la verità: ci hanno provati in tanti. Perché l’elenco di giocatori allenati da José Mourinho in carriera è estremamente lungo e comprende anche chi, una volta appese le scarpette al chiodo, ha deciso di restare nel rettangolo di gioco passando dal campo alla panchina. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Xabi Alonso col suo Leverkusen: la pedina più utilizzata dal tecnico lusitano nel corso della sua permanenza al Real Madrid, alle spalle del solo – intoccabile – Cristiano Ronaldo. Eppure, il match dell’Olimpico ha ancora una volta rimarcato quanta distanza ci sia tra il maestro Mou ed i suoi allievi che hanno lavorato con lui. Colmabile, ci mancherebbe, perché il tempo è galantuomo con chi ha qualità ed è in grado di crescere. Ma per il momento tale da fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta, soprattutto in quella “jungla” che sono le competizioni continentali in cui, però, lo “Special One” si trova a suo agio come nel giardino di casa.

Esagerazione? Anche no, guardando le statistiche di José quando il gioco si fa duro, o meglio in presenza di quell’imbuto rappresentato dalla fase ad eliminazione diretta delle coppe: su 22 partecipazione il tecnico di Setubal è arrivato a giocarsi i quarti di finale 12 volte, superandoli sempre. E restando sulla stretta attualità, l’applicazione tattica, quasi maniacale, necessaria per saltare l’ostacolo Real Sociedad è stata la stessa messa per imbrigliare il Bayer Leverkusen. Perché di questo, in primis, la sua Roma aveva bisogno, incerottata all’inverosimile e costretta a fare meno da metà campo in su dei due giocatori – Dybala e Wijnaldum – presi proprio per fare il salto di qualità. Serviva impedire ai rossoneri di nuocere, ed è stato fatto, ed al contempo sfruttare al meglio con una buona dose di cinismo le occasioni che in genere l’elevata posta in palio rende numericamente scarne, ed è stato fatto. E sia messa al bando la malizia di chi dice che il Bove match-winner dell’Olimpico non sarebbe dovuto scendere in campo, con i giallorossi al completo: la rete di un figlio di Roma dovrebbe invece essere vista come il giusto tributo al lavoro svolto dalla società nel “dietro le quinte” del settore giovanile, e nel coraggio di responsabilizzarlo (non era l’unica opzione disponibile nell’undici iniziale) in una gara così delicata.

Il 50% del lavoro è, insomma, svolto. Che è anche la percentuale di qualificazione da assegnare alla Roma nel pronostico, perché un gol di scarto non permette certo di sbilanciarsi in vista di una semifinale di ritorno – prevista per giovedì prossimo – che si presenterà complicata, e non solo per via delle assenze. Quelle, chiaramente, dovranno ancora una volta essere gestite, magari attendendo buone notizie dall’infermeria da cui potrebbero forse uscire Smalling e Dybala, mentre Wijnaldum accumulerà allenamenti e minutaggio preziosi per candidarsi tra una settimana ad una maglia da titolare. E poi, ci sarà l’effetto “Mou”: a prescindere da chi lo ama (e chi lo brama) e da chi lo detesta e ne contesta il suo lavoro, in Europa la sua presenza in panchina è l’equivalente calcistico di quel mezzo secondo in più che i fuoriclasse delle due ruote hanno nel polso, indipendentemente dalla qualità del mezzo meccanico. A Roma, lo sanno, come sono consapevoli del suo record immacolato nelle finali continentali (cinque su cinque tra Champions, Europa League e Conference). Motivo per sperare nel passaggio del turno, e poi sognare un’altra notte da ricordare.

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