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Lunedì, 29 Aprile 2024
Lecce

"Sono incinta", scoppia la lite: lei ha appena 14 anni, lui finisce in arresto

Un diverbio in centro in piazza a Lecce poi l'intervento delle volanti di polizia e la scoperta di una storia molto più complessa

Una coppia che litiga in piazza, l'intervento della Polizia poi la realtà che deflagra: ""Lui è il mio fidanzato. Ci frequentiamo da circa sei mesi. Da due sono incinta. I miei non vogliono che stiamo insieme". A pronunciare queste parole una ragazzina di 14 anni appena compiuti. Lui è invece prossimo ai 27 anni. Come spiega Emilio Faivre su Lecceprima se fossero confermate certe parole, la loro storia avrebbe avuto inizio quando lei, di anni, ne aveva appena 13.

La storia è finita nel peggiore dei modi, con un’indagine per atti sessuali con minore, ma anche con urla, aperte minacce di morte, parole dal suono e dal tono irripetibile verso gli agenti, fuori e dentro gli uffici della Questura. E quindi, con un inevitabile paio di manette strette ai polsi del 27enne, quando ci si è resi conto che non c’erano alternative. Direzione finale delle volanti: carcere di Borgo San Nicola.

La vicenda risale a qualche sera addietro. Ovvi motivi di cautela, soprattutto di tutela della ragazzina, obbligano a non approfondire dettagli che possano far emergere l’identità delle persone coinvolte, tantomeno altri particolari che, pure, potrebbero avere un certo peso in un eventuale (e più che probabile) processo a carico del 27enne, il quale risiede in un comune della provincia.

La sera in cui tutto è scoppiato e la storia è venuta a galla, in modo tanto dirompente quanto assolutamente casuale, i due stavano discutendo in malo modo nel cuore di Lecce, proprio per via del presunto stato interessante della 14enne e del fatto che i genitori di quest’ultima osteggiassero la loro relazione.

Intenzionata a telefonare al padre per farsi venire a prendere e andarsene, lui deve aver visto in questa decisione, così ferma e risoluta, un taglio netto alla loro relazione. Non ci stava, insomma. E i poliziotti, arrivati pensando in un primo momento di dover arbitrare una di quelle “contese” che finiscono di solito in querele o in un nulla di fatto, si sono trovati a dover procedere per altro, quando, portati entrambi in Questura, chiamati i genitori della ragazza e avvisati i magistrati della Procura ordinaria e minorile, hanno dovuto procedere verso il 27enne per il reato di atti sessuali su minore. Indagato in stato di libertà, in attesa di cristallizzare il tutto attraverso l’ascolto protetto della minorenne.

Se già non fosse stata sufficiente una situazione così delicata, di mezzo ci si è messo anche il carattere del 27enne, non proprio incline ad accettare la situazione senza dire la sua. Uscito dagli uffici di polizia, intravisti i genitori della ragazza e avendo quindi capito che anche lei fosse ancora lì dentro, avrebbe iniziato a dare in escandescenza.

Minacce di piazzare bombe e di distruggere le auto in sosta davanti alla Questura con pietre raccolte da terra, fughe e ritorni improvvisi verso gli uffici con toni sempre più intimidatori verso i poliziotti. Un’escalation di rabbia irrefrenabile, un crescendo di violenza verbale – e non solo – davanti alla quale gli agenti sono stati costretti a intervenire in massa (letteralmente) per bloccarlo, mentre la ragazzina è esplosa in un pianto irrefrenabile. Colta da un tale stato di agitazione, che è stato necessario chiamare personale medico, visto anche il supposto stato di gravidanza.

Ci sono molti aspetti ancora da chiarire, in questa storia dai risvolti drammatici, che LeccePrima racconta in anteprima, dopo una lunga serie di verifiche. Di sicuro, emerge fin dalle prime battute un quadro di estremo disagio sociale, di frequentazioni sbagliate, di tappe bruciate, di senso di possesso torbido e malsano, di famiglie in seria difficoltà. E, a ben vedere, molto altro. In ogni caso, una storia che solo di primo acchito può sembrare un rigurgito del passato. È, invece, contemporanea, molto vicina. Come tante che non si riescono o non si vogliono vedere e che pure sono tutte intorno a noi. Non necessariamente in ambienti degradati. Per ora, su ordine della magistratura, la ragazza si trova in una comunità per minori. Tutto il resto è demandato alla lunga e delicata trafila degli accertamenti che verranno.

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