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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Che tempo che fa, Shevchenko sulla guerra in Ucraina: "Questi numeri fanno male al cuore"

Il calciatore afferma che il calcio ha un ruolo importante: dà l'opportunità ai bambini di dimenticare le atrocità legate al conflitto

"Grazie al calcio sono diventato una persona famosa e posso sfruttare il momento per aiutare il mio Paese." Queste sono le prime parole pronunciate da Andriy Shevchenko, l'ex calciatore ucraino che il Presidente Volodymyr Zelensky ha voluto al suo fianco come consigliere. L'ospite racconta la situazione attuale e il lavoro che sta facendo per ricostruire il suo Paese, ritenendo il calcio un valido sostegno per tutte le persone e in particolare per i bambini. 

Shevchenko sulla guerra 

Come consigliere del Presidente ucraino Shevchenko continua la strada intrapresa sin dall'inizio della guerra: "Io ho preso la decisione di stare al fianco del mio Paese e aiutarlo attraverso diverse iniziative sportive, perché il ruolo del calcio è molto importante nella nostra vita. Durante la guerra il calcio è un aiuto, è un modo per riuscire a recuperare tanti bambini, tante persone. L'attenzione mediatica si è spostata dall'Ucraina all'attacco a Israele, ma io ringrazio te per avermi invitato a parlarne". Fabio Fazio approfitta del momento per ricordare a tutti che la tragedia è ancora in atto anche in Ucraina: "Non dobbiamo assolutamente dimenticarla. Pur rendendoci conto della cronaca, non è che se spostiamo il nostro sguardo dall'altra parte finisce tutto. Il dramma continua. Sono io che ringrazio te". Il conduttore chiede qual è il sentimento più diffuso tra i cittadini ucraini e l'ex calciatore parla di dati davvero orribili: "La gente combatte, è un momento difficile. Io vorrei condividere un po' di dati che per me sono terribili, come per esempio i 18000 bambini che sono stati deportati dall'Ucraina nel territorio della Russia. 509 bambini sono stati uccisi e 1500 sono stati feriti gravemente, mentre 12 piccoli sono stati abusati sessualmente. Questi sono casi in cui fa male il cuore. La strada è continuare a parlarne, ad attirare l'attenzione sull'evento e combattere nella speranza che la guerra finisca".

Fazio poi ricorda che dopo la ritirata dei russi Shevchenko ha avuto un incontro con il sindaco di Irpin' - città ucraina dove l'ospite da bambino giocava a calcio - durante il quale l'ospite gli aveva chiesto cosa fosse necessario ricostruire: "Mi ha detto di ricostruire lo stadio perché le famiglie stanno tornando. Lui ha capito benissimo che il calcio ha un ruolo molto importante. Ricordo di aver visto due bambini giocare a pallone quattro o cinque mesi dopo l'inizio della guerra. Ho visto un sorriso enorme dentro i loro occhi quando abbiamo giocato insieme tirando qualche rigore. Ho avuto questa idea forte, lavorando nello sport, di riuscire a portare fondi per ricostruire lo stadio e dare una possibilità di dimenticarsi del conflitto quando si allenano. Abbiamo organizzato anche un bellissimo evento sportivo in Inghilterra grazie al quale abbiamo raccolto i soldi per ricostruire una scuola. È stato un bel segnale, lo sport in generale ha una potenza incredibile nel dare un segnale positivo".

L'ex calciatore tornerà in campo?

Per quanto riguarda il suo futuro nel mondo del calcio, Shevchenko svela:  "Farò sempre parte del calcio, ma questa partita è la più importante della mia vita. Quando è cominciata la guerra ho avuto tanta paura per la mia famiglia e i miei amici ma anche paura di perdere il Paese. Dobbiamo fare di tutto per riuscire a mantenere l’Ucraina unita. La nostra speranza è credere in noi stessi, essere uniti, credere nei nostri amici alleati che stanno facendo di tutto per riuscire a mantenere l’Ucraina unita. Io credo che il resto del mondo prima o poi si stancherà di aiutarci, però è anche questo il mio compito: cercare il momento in cui parlarne ancora e attirare più attenzione sul nostro Paese". 

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