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Lunedì, 29 Aprile 2024
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L'oncologa contro Doc nelle tue mani: "Dà false speranze ai malati"

Un successo clamoroso su Rai1 per le ultime puntate di stagione, ma qualcosa non torna

Mentre Rai1 e Luca Argentero esultano per i risultati straordinari delle ultime puntate di Doc nelle tue mani, la dottoressa Federica Grosso, responsabile della struttura "Mesotelioma e tumori rari" all’ospedale di Santi Antonio e Biagio Alessandria, in un'intervista a La Stampa spiega perché da fan della fiction è diventata una sua quasi oppositrice

L'Alessandrino è una delle zone più colpite in Piemonte dai casi di cancro: ogni anno nella regione sono 240 i nuovi casi di tumore, 130 solo nella provincia di Alessandria e in particolare nel territorio intorno a Casale Monferrato dove sorgeva la fabbrica dell’Eternit, stabilimento più importante d’Europa. Grosso è tra i cinque medici che stanno promuovendo una rete di centri italiani che si occupano del mesotelioma: tumore che nasce dalle cellule del mesotelio ovvero le membrane che rivestono gli organi interni (la spiegazione alla fine dell'articolo).

L'oncologa contro Doc nelle tue mani

Dopo la seconda puntata Grosso ha deciso di smettere di guardare la serie, che aveva sempre seguito con interesse: "È stato allucinante, ho spento la tv", ha dichiarato a La Stampa. L'indignazione nasce perché nella serie è stato detto che da quel tipo di tumore si guarisce e non è così. Lei e i suoi colleghi, infatti, non parlano mai di guarigione ma di cure: "Fino a vent’anni fa era impensabile, il mesotelioma era un male incurabile. Non più: i pazienti vivono più a lungo e meglio grazie alla cura dei sintomi". Un traguardo, per la prima volta sul piccolo schermo si è parlato del tumore raro, che si porta dietro un sapore amaro, amarissimo, perché "Bisogna usare parole esatte".

La scena è la seguente: in un flashback si racconta che ad Agnese Tiberi, interpretata dall'attrice Sara Lazzaro, 12 anni prima è stato diagnosticato un mesotelioma al primo stadio e che dopo una cura sperimentale negli Stati Uniti è guarita. Visto che la fiction è ambientata quasi ai giorni nostri, l'anno sarebbe il 2022, vuol dire che la diagnosi risalirebbe al 2010 ma né allora né oggi esiste una cura: "Si fa apparire l’America come l’unica chance - ha commentato Grosso - ma l’Europa e l’Italia si sono sempre difese bene nelle innovazioni terapeutiche e le sperimentazioni le abbiamo anche qui". Oltre la chemioterapia i casi più gravi si può utilizzare anche l'immunoterapia, approvata dall'Aifa nel 2022. "È sbagliato - ha specificato l’oncologa - parlare di stadi del mesotelioma, come qualsiasi altro tumore. La sua aggressività dipende dall’istologia: li classifichiamo in epitelioide, sarcomatoide e bifasico".

Nella serie è stata fatto poi un ulteriore errore parlando di recidiva e del fatto che non sarebbe potuta guarire sottoponendosi a una terapia già fatta: "Non è vero. Quando la malattia dopo molto tempo progredisce, per prima cosa rifacciamo il trattamento che ha già funzionato. E, anche se può scoppiare dopo cinquant’anni dal contatto con l’amianto, non è giusto parlare di recidiva". Di recidiva, in generale, si può parlare solo dopo che è stata eseguita un'operazione che ha asportato il tumore.  

La richiesta alla Rai

Grosso sottolinea l'importanza di parlare di tale tumore e per questo insieme a Susanna Leto, "volontaria dell’associazione pazienti Tutor che dal 2017 fa rete tra oncologi e famiglie con una diagnosi di tumore toracico raro e, da due anni, anche di mesotelioma" vorrebbe chiedere alla Rai di registrare un approfondimento per spiegare correttamente le possibilità che i pazienti con questo tumore rare hanno realmente: "Il picco sarà nel 2025 ma la curva non scenderà velocemente. Si parla di un lento declino fino al 2040 con attesi 25 mila casi. Il problema è che ora arrivano i giovani", e infatti solo pochi giorni fa Grosso ha visitato due donne di 40, "probabilmente esposte all’amianto quando da bambine giocavano in oratorio".

Cos'è il mesotelioma

"Il mesotelioma - come si legge sul sito dell'Airc - è un tumore che nasce dalle cellule del mesotelio. Così si chiamano le membrane che rivestono, come una sottile pellicola, gli organi interni. A seconda dell'area che ricopre, il mesotelio assume nomi diversi: si chiama pleura nel torace, peritoneo nell'addome, pericardio nello spazio attorno al cuore e tunica vaginale nella zona attorno ai testicoli".

Oltre al mesotelioma maligno esistono anche i tumori benigni "che in genere vengono rimossi chirurgicamente e non richiedono ulteriori trattamenti". Il mesotelioma maligno è un tumore raro "che colpisce prevalentemente gli uomini. In Italia rappresenta lo 0,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo e lo 0,3 per cento di quelli diagnosticati nelle donne. Secondo le stime dell’Associazione italiana registro tumori (AIRTUM), nel 2020 erano attesi circa 1.500 casi tra gli uomini e 500 tra le donne".

Per legge, poiché spesso si tratta di una malattia da esposizione professionale, tutti i casi di mesotelioma vengono segnalati al Registro nazionale mesoteliomi. Infatti, il 90 per cento dei mesoteliomi è dovuto all’esposizione ad amianto, di solito intercorrono "alcuni decenni tra l’esposizione all’amianto e l’eventuale insorgenza del mesotelioma, ci si attende che il numero di diagnosi continuerà a salire nei prossimi anni per raggiungere il picco tra la seconda e la terza decade degli anni Duemila". 

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