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Martedì, 30 Aprile 2024
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Luca Argentero e il successo di ‘Doc’: “Un privilegio lavorare con il vero protagonista”

L'attore racconta il segreto della riuscita della serie di Rai Uno ispirata alla storia vera del dottor Pierdante Piccioni

Gli appassionati di ‘Doc’, i milioni di telespettatori che durante il lockdown sono rimasti incollati davanti alla tv per assistere al medical drama interpretato da Luca Argentero, annullino tutti gli impegni serali previsti per giovedì 15 ottobre, perché le nuove puntate sono pronte per essere trasmesse e promettono grandi sorprese.

A commentare il successo della serie di Rai Uno è il suo protagonista: “Ma all’inizio non potevamo immaginarlo. Anzi era venuto anche il dubbio che un medical drama avrebbe potuto allontanare il pubblico”, racconta in un’intervista a Repubblica Luca Argentero: “Invece è accaduto l’esatto contrario, è come se le persone, dopo aver visto le immagini reali di medici, infermieri e operatori sanitari stremati, avessero ritrovato anche nella fiction quell’abnegazione. Perché è facile parlare male della sanità, ma bisogna anche dire quando le cose funzionano”. Lo stop sul set è arrivato con l’emergenza coronavirus che ha imposto il lockdown nel momento più critico: “È stato bello tornare per finire le riprese, perché anche in condizioni complicate ha significato che la vita riprendeva”, ha confidato l’attore.

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Luca Argentero è Pierdante Piccioni nella serie di Rai Uno ‘Doc’

La serie tv ‘Doc’ è ispirata alla storia del professor Pierdante Piccioni, un medico che per un incidente ha perso dodici anni di memoria e sulla sua esperienza ha scritto il libro ‘Meno dodici’ insieme Pierangelo Sapegno. “Lavorare con il vero protagonista è stato un privilegio, mi ha fatto capire cosa voglia dire svegliarsi in un mondo che non riconosci”, ha detto di lui Luca Argentero che lo interpreta nella fiction: “Ma l’aspetto più interessante per lui è stato passare da medico a paziente, oggi è cambiato il suo approccio con i malati”. Per Argentero la soddisfazione più grande è arrivata dai medici che, ha spiegato, si sono detti contenti per come la serie abbia restituito la loro professionalità: “In una serie ospedaliera non puoi sbagliare un gesto, ci siamo preparati con i medici del Gemelli. Ho capito che ci vuole empa- tia, bisogna saper ascoltare. Al di là degli ascolti, dei commenti sui social, ho capito che avevamo colpito nel segno”.

“Doc ha unito le famiglie davanti alla tv, in genere la sera i ragazzi sono davanti al pc. Poi c’è chi vuole vedere una cosa, chi un’altra. Invece nessuno si rubava il telecomando”, ha osservato ancora Argentero sulla fiction che sta andando in onda anche in Spagna e in Portogallo e presto arriverà in Francia e in Inghilterra, forte di un successo della tv italiana che esporta qualità e impegno dei suoi protagonisti.

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Il padre di un paziente spara un colpo di pistola in testa al dottor Fanti, che si risveglia dal lungo intervento chirurgico senza la memoria degli ultimi 12 anni di vita. I suoi ricordi si fermano a un passo dalla morte di suo figlio Mattia. Andrea scopre la scioccante verità e si trova a vivere di nuovo il lutto per quella terribile perdita. Non riconosce sua figlia Carolina perché la sua ultima immagine è di lei bambina e non ricorda nemmeno che a causa della scomparsa di Mattia si è separato dalla moglie, Agnese, dirigente sanitario nello stesso ospedale, che vuole riconquistare anche se oggi lei ha un nuovo compagno. Anche dell'esperienza di primario non ha consapevolezza, né arriverebbe mai a immaginare di essere stato un despota in corsia, severo e freddo con tutti. Ora Andrea è finito improvvisamente dall'altra parte. È un paziente inchiodato a un referto inequivocabile: corteccia cerebrale gravemente lesionata. C'è soltanto una cosa che non è cambiata: il desiderio di essere medico. Chiede di poter continuare la sua professione, ma l'unica possibilità che gli viene offerta è quella di ripartire dal basso insieme a chi ha vent'anni meno di lui, a chi come primario ha maltrattato senza pietà. Contro tutto e tutti, Andrea si impegna come non mai per dimostrare di essere ancora il medico brillante che è stato. 

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