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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il caso

"Le associazioni pro life nei consultori": riesplode la polemica sull'aborto

Un emendamento inserito nel decreto sul Pnrr prevede la possibilità di coinvolgere "soggetti del Terzo settore" nell'organizzazione dei consultori. Le opposizioni insorgono: "Ennesima offesa ai diritti delle donne"

Le Regioni organizzano i consultori e "possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità". È quanto prevede un emendamento al dl Pnrr, a prima firma di Lorenzo Malagola di Fratelli di Italia, approvato oggi in commissione Bilancio alla Camera.

Insorgono le opposizioni 

Secondo le opposizioni si tratta di un tentativo del governo di portare le associazioni pro-life nei consultori per dissuadere le donne che chiedono l'interruzione di gravidanza. I parlamentari M5s delle commissioni Affari Sociali di Camera e Senato parlano di "una decisione molto grave, perché rappresenta l’ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione. È importante - spiegano - dotare i consultori di personale qualificato e strutturato, in modo da assolvere a tutte le funzioni richieste a quelle strutture", e tuttavia, proseguono i parlamentari M5s, "i consultori sono presidi territoriali da garantire con gli investimenti necessari e non di certo tramite il contributo delle associazioni di volontariato".

Riesplode dunque la polemica sull'aborto. Il Pd parla di "una norma gravissima. Invece di investire sull’efficienza delle strutture, sul personale qualificato, sul migliorare i servizi fondamentali dei consultori, la maggioranza di Meloni sceglie di attaccare frontalmente la legge 194". 

"La destra - dice la deputata Silvia Roggiani - continua a mostrare la sua natura nostalgica e la sua visione oscurantista e patriarcale, cercando in ogni modo di erodere i diritti delle donne. L'emendamento al ddl sul Pnrr sul coinvolgimento delle associazioni pro-life nei servizi di consultorio rappresenta l'ennesimo attacco della maggioranza e un affronto diretto alla dignità e all'autonomia delle donne".

Secondo Marco Furfaro l'emendamento approvato alla Camera "rappresenta uno schiaffo in faccia alle donne e ai propri diritti e alla propria autodeterminazione", mentre il presidente di +Europa Riccardo Magi accusa il governo di fare "un uso politico dei fondi" del Pnrr e di voler "mettere un ulteriore ostacolo all’esercizio del diritto di aborto". Mentre il Parlamento europeo "chiede che l’interruzione di gravidanza entri nella carta dei diritti fondamentali dell’Ue", osserva Magi, "Giorgia Meloni si mette invece alla guida dei Paesi Ue che vogliono cancellare questo diritto". Sul decreto per il completamento dell'attuazione del Pnrr il governo ha chiesto il voto di fiducia. Una polemica non del tutto inedita. Già nel giugno 2021, con un atto regionale, la Regione Piemonte, guidata dal centrodestra, aveva permesso alle associazioni pro-vita di entrare nei consultori, scatenando la protesta delle opposizioni. 

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