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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Coronavirus, da oggi tutta Italia è "zona protetta": si resta tutti a casa (o quasi)

Misure restrittive estese a tutto il Paese per limitare il contagio da coronavirus in aumento. Spostamenti vietati salvo comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità. Scuole chiuse fino al 3 aprile, sospeso il campionato di serie A. Tutte le misure del nuovo decreto del governo

Coronavirus, l'Italia diventa "zona protetta": il Dpcm - decreto del presidente del Consiglio dei ministri - annunciato lunedì sera dal premier Giuseppe Conte è stato firmato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Le nuove disposizioni per contrastare la diffusione del coronavirus sono in vigore da martedì 10 marzo 2020 e sono efficaci fino al 3 aprile in tutto il Paese.

Tra le principali misure del nuovo Dpcm la stretta sugli spostamenti, non solo nella Lombardia e nelle 14 province già al centro del precedente decreto di domenica 8 marzo, ma in tutta Italia, la sospensione delle attività scolastiche e delle università fino al 3 aprile, lo stop ad ogni forma di assembramento e alle competizioni sportive (campionato di calcio di Serie A incluso).

Coronavirus, tutta Italia "zona protetta": cosa significa

Con queste nuove norme l'Italia, dal 10 marzo al 3 aprile 2020, diventa "zona protetta": lo "stare a casa" è imperativo. Si fermano così ovunque cinema, teatri, palestre, matrimoni, funerali e nel weekend anche i centri commerciali. Garantita l'apertura di negozi di alimentari e farmacie: si può uscire di casa per fare la spesa. I bar e i ristoranti possono aprire solo dalle 6 alle 18 con obbligo, a carico del gestore, di predisporre le condizioni per garantire la possibilità del rispetto della distanza di sicurezza tra le persone di almeno un metro. Chi ha più di 37,5 di febbre deve stare a casa.

"Tutta l’Italia sarà zona protetta, non ci sarà più una zona rossa. Ora tutti dovranno rinunciare a qualcosa, il futuro dell’Italia è nelle nostre mani e queste mani, oggi più che mai, dovranno essere responsabili", ha spiegato Giuseppe Conte intorno alle 21.35 di lunedì sera, 9 marzo, nella sala stampa di Palazzo Chigi annunciando il provvedimento "io sto a casa" con nuove misure più forti e stringenti contro l’emergenza coronavirus. Il premier si è rivolto agli italiani, avvertendo che "non c’è più tempo da perdere", perché i "numeri dimostrano che il contagio corre veloce" e ha invitato tutti a "cambiare sin da ora le abitudini di vita". La "decisione giusta oggi è restare a casa", si è raccomandato il presidente del Consiglio, scandendo bene le parole. "Ognuno dovrà fare la propria parte", ha sottolineato Conte, spiegando che tutti gli spostamenti da oggi sono vietati se non per comprovate necessità in tutto il Paese, come fino ad ora era accaduto solo in Lombardia e nella 14 province focolaio di contagio del Covid-19.

Coronavirus, l'autocertificazione per gli spostamenti

Per spostarsi, infatti, sarà necessaria un'autocertificazione (qui il fac simile del modulo da compilare e portare con sé) senza la quale, se colti a muoversi senza ragione dalla propria città di residenza o domicilio, si rischierà l'arresto. La veridicità dell'autocertificazione potrà essere controllata dalle autorità in qualsiasi momento e, se falsa, andrà a costituire un secondo reato, oltre a quello della mancata permanenza nel proprio luogo di residenza.

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Coronavirus, tutte le misure nel nuovo decreto del governo

Di seguito tutti i punti del nuovo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e valido in tutta Italia dal 10 marzo al 3 aprile 2020. 

  • I cittadini su tutto il territorio nazionale possono muoversi solo per "comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o spostamenti per motivi di salute". Non si ferma la circolazione delle merci né il trasporto pubblico. E' possibile andare a fare la spesa. Chi si sposta sul territorio può autocertificare le ragioni per cui lo fa ma per chi trasgredisce o dichiara il falso sono previste sanzioni che vanno fino all'arresto.
  • Stop agli assembramenti. E' la novità annunciata da Conte, non prevista fino a ieri neanche nelle zone "arancioni": basta feste e raduni, sono vietati ovunque assembramenti in luoghi pubblici o aperti al pubblico.
  • Febbre e quarantena. Chi ha sintomi da infezione respiratoria e febbre maggiore di 37,5 gradi centigradi, è "fortemente raccomandato" di restare a casa e contattare il proprio medico. Il divieto di muoversi è "assoluto" per chi sia stato messo in quarantena o sia positivo al virus.
  • Scuole e università restano chiuse fino al 3 aprile. Stop a tutti i concorsi, tranne quelli per titoli o per via telematica. Si fermano anche gli esami per la patente. Unica eccezione i concorsi per i medici.
  • Bar e ristoranti possono aprire solo dalle 6 alle 18 con obbligo di garantire la distanza di almeno un metro. La regola della distanza vale per tutti i negozi che possono stare aperti ma se sono all'interno dei centri commerciali chiudono nei weekend. Nessun fermo per alimentari, farmacie e parafarmacie.
  • Sono chiuse le palestre, ma si può fare sport all'aria aperta nei parchi rispettando la distanza di un metro. Chiusi centri benessere, centri termali, piscine, centri culturali e ricreativi. Chiuse in tutta Italia anche le piste da sci. 
  • Si fermano tutti gli sport, incluso il campionato di calcio, ma possono tenersi a porte chiuse competizioni internazionali come la Champions League. Gli atleti professionisti e olimpici possono allenarsi.
  • Sospese tutte le manifestazioni e gli eventi: fermi i cinema, teatri, pub, scuole da ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche. Chiusi musei e siti archeologici.
  • Si "raccomanda" ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere la fruizione di ferie e congedi. Sono invece sospesi i congedi dei medici. E' applicabile il lavoro agile anche in assenza di accordi aziendali.
  • I luoghi di culto possono aprire solo se in grado di garantire la distanza di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, inclusi i funerali.
     

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