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Sabato, 27 Aprile 2024
Il caso / Regno Unito

Indi Gregory è morta, il papà: "Arrabbiati e pieni di vergogna"

La neonata era affetta da una grave patologia mitocondriale. Nonostante la lunga battaglia legale dei genitori, i giudici del Regno Unito hanno disposto lo stop ai trattamenti vitali negando il trasferimento in Italia per le cure

Indi Gregory è morta nella notte tra il 12 e il 13 novembre. A dare la notizia a LaPresse è Dean Gregory, il papà della bambina di 8 mesi affetta da una grave patologia mitocondriale, alla quale il 6 novembre il governo Meloni aveva concesso la cittadinanza per consentirle di essere trasferita al Bambin Gesù di Roma. Nonostante la lunga battaglia legale intrapresa dai genitori venerdì le corti del Regno Unito hanno disposto per lo stop ai trattamenti vitali e il trasferimento in un hospice. "Io e mia moglie Clare siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna", le parole del papà della piccola. 

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"Hanno tolto a Indi la dignità di morire a casa"

"Il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma le hanno tolto anche la dignità di morire nella sua casa", il duro sfogo del papà della piccola Indi. "Sono riusciti a prendere il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendere la sua anima. Sapevo che era speciale dal giorno in cui è nata, hanno cercato di sbarazzarsi di lei senza che nessuno lo sapesse ma io e Clare ci siamo assicurati che sarebbe stata ricordata per sempre", ha concluso Dean.

Meloni: "Abbiamo fatto tutto il possibile per Indi"

"Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, tutto il possibile. Purtroppo non è bastato. Buon viaggio piccola Indi". A scriverlo su X, è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. 

Post di Meloni per Indi su X_censored

La storia di Indi, la bimba "adottata" dall'Italia

Indi aveva otto mesi ed era affetta dalla sindrome da deperimento mitocondriale. Si tratta di una rarissima malattia genetica degenerativa che provoca il mancato sviluppo di tutti i muscoli. Il sistema sanitario nazionale britannico (NHS), nei casi in cui vi sia una malattia che limita la vita del paziente, senza alcun trattamento/cura disponibile o probabilità di miglioramento, ritiene non etico somministrare un intervento medico che possa causare ulteriore dolore o danno al paziente e, "nel miglior interesse del bambino/a", anche la volontà dei genitori passa in secondo piano.

L'Alta Corte di Londra ha disposto la sospensione dei trattamenti vitali. La famiglia ha invece chiesto di trasferirla all'ospedale Bambino Gesù di Roma, che si è offerto di seguirla e di prestarle cure specialistiche. 

È nata una querelle giudiziaria. La premier Giorgia Meloni ha convocato un Consiglio dei ministri lampo ed è stato dato l'ok al conferimento della cittadinanza italiana. La decisione è stata presa per consentire il trasferimento a Roma. Il governo si è anche impegnato a coprire "i costi dei trattamenti sanitari che saranno ritenuti necessari".  

Poi il console italiano a Manchester nella sua funzione di giudice tutelare ha emesso un provvedimento di urgenza, dichiarando la competenza del giudice italiano e autorizzando l'adozione del piano terapeutico proposto dall'ospedale Bambin Gesù di Roma e il trasferimento della minore.

La parola è tornata alla giustizia inglese che ha decretato la sospensione dei trattamenti in ospedale o in hospice e non a casa, contrariamente a volontà famiglia. È stato quindi presentato ricorso dai legali inglesi che rappresentano la famiglia Gregory, in collaborazione con l'associazione Pro Vita & Famiglia onlus e l'ex senatore leghista e avvocato Simone Pillon, responsabili del lato italiano della vicenda. I legali hanno ottenuto un primo rinvio dell'orario di inizio dell'accompagnamento verso il fine vita per la neonata. Poi la nuova decisione e il nuovo "No" al trasferimento in Italia. I giudici hanno stabilito lo stop ai trattamenti vitali e il trasferimento in un hospice, dove sabato la piccola è stata staccata dai principali dispositivi vitali.

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