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Venerdì, 26 Aprile 2024
Trento

Catturata l'orsa Jj4 che ha ucciso Andrea Papi

L'orsa, su cui pende un'ordinanza di abbattimento per ora sospesa dal Tar, si è resa responsabile dell'aggressione mortale ai danni di Andrea Papi, 26 anni di Caldes, mentre stava correndo sui sentieri del monte Peller

È stata catturata durante la notte l'orsa JJ4 che avrebbe ucciso lo scorso 5 aprile il runner 26enne Andrea Papi nei boschi sopra Caldes. Nei confronti dell'orsa Jj4 - identificata grazie alle analisi genetiche disposte dalla Procura di Trento - pende un'ordinanza di abbattimento firmata dal presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. Ordinanza che è stata però sospesa il 14 aprile scorso dal Tar di Trento fino all'11 maggio a seguito di alcuni ricorsi promossi da associazioni ambientaliste. L'orsa Jj4 ha 17 anni ed è una delle più anziane che ci sono sulle montagne del Trentino. In attesa dell'udienza al Tar verrà trasferita nel centro faunistico del Casteller dove è rinchiuso anche l'orso M49 "Papillon".

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Già nel 2020 l'orsa JJ4 o Gaia - come l'hanno ribattezzata i suoi difensori - era stata salvata da un ordine di abbattimento firmato sempre dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti in seguito all'aggressione di due persone, padre e figlio, sul monte Peller, in Trentino. Dopo una lunga diatriba giudiziaria (tra Tar e Consiglio di Stato) si era arrivati a un nulla di fatto. Poi la nuova aggressione lo scorso 5 aprile quando, per la prima volta in cui in Italia un orso ha ucciso una persona: non è possibile sapere quale sia stata la dinamica dell'aggressione, ma dai rilievi che sono stati fatti è emerso che il corpo di Andrea Papi sia stato trascinato dall'orso per decine di metri nel bosco.

Alle ore 10 nel Palazzo della Provincia autonoma, a Trento, il presidente Maurizio Fugatti e l'assessore Giulia Zanotelli faranno il punto sul tema.

Come è morto Andrea Papi

Intanto è stata disposta una perizia sul cellulare e lo smartwatch di Andrea Papi per ricostruire al meglio gli ultimi istanti del 26enne di Caldes e scoprire se ci possano essere foto, video o indicazioni utili a valutare al meglio la dinamica della tragedia, scaturita dall’incontro fra il giovane trentino e l’orsa. Il risultato della perizia finirà poi nel fascicolo d’inchiesta. Pare che Papi avesse fatto un video prima del rientro a casa, proprio in quei minuti appena precedenti il suo incontro fatale con l’orsa Jj4. Proprio in quei minuti i genitori di Andrea e la fidanzata lo stavano aspettando a casa, dove però lui non è mai arrivato.

Intanto la morte di Andrea ha aperto un braccio di ferro al Tar del Trento. Da una parte la Provincia, che vuole procedere all’uccisione di Jj4 e altri esemplari considerati pericolosi; dall’altra gli animalisti, che ieri hanno presentato un supplemento alla documentazione con cui è stata già chiesta e ottenuta la sospensiva all’abbattimento dell’animale.

La Provincia dal canto suo ha chiesto un'accelerazione sui tempi della giustizia amministrativa, dopo aver depositato quanto era stato richiesto nel decreto presidenziale di venerdì scorso e chiedendo contestualmente la revoca del decreto con cui il tribunale amministrativo ha sospeso l'ordinanza di abbattimento dell’orsa.

"Auspichiamo - aveva commentato il presidente Fugatti - che con il deposito degli atti richiesti all'amministrazione, e in aggiunta alla relazione che Ispra, da quanto apprendiamo da nostre interlocuzioni, intende far avere al tribunale, il Tar possa pronunciarsi per la revoca della sospensiva di abbattimento. Auspichiamo infine che possa venire anticipata la camera di consiglio collegiale, fissata nel decreto per l'11 maggio"

La tensione della vicenda dell’orsa JJ4, e ancora più in generale della questione della convivenza tra uomini e grandi carnivori, deflagra non solo in tribunale ma soprattutto nei territori. Sono proprio i sindaci trentini che stanno valutando di chiedere al Tar di Trento la revoca della sospensione che blocca l’abbattimento di JJ4, presentandosi come soggetti controinteressati nel ricorso di Lav e Lac; non solo, Cles avrebbe anche messo a disposizione il proprio ufficio legale.

Giurisprudenza a parte, è chiaro che nelle valli la tensione cresce, in particolar modo per chi si trova a fare l’amministratore, considerando poi che il primo compito di un sindaco è quello di garantire la sicurezza della comunità. Tensione crescente a tal punto che ci sarebbero state minacce di dimissioni da parte di primi cittadini qualora non si risolva la questione della convivenza con i grandi carnivori.

Ma ci sono metodi per ottimizzare la convivenza? Secondo gli ambientalisti possono essere presi alcuni provvedimenti come il monitoraggio in tempo reale degli orsi; la chiusura agli escursionisti di alcune aree; la distribuzione capillare di cassonetti anti-orso; l’installazione di recinzioni elettrificate; efficaci azioni di sensibilizzazione e d’informazione rivolte a turisti e residenti.

Insomma per le associazioni a difesa degli animali, il problema non è l’orso in sè quanto il fatto che l’uomo non ha fatto nulla per agevolare la pacifica convivenza fra uomo e animale. 

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