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Domenica, 28 Aprile 2024
L'emergenza

Aumenta la povertà sanitaria: così i farmaci stanno diventando un privilegio

Lo certifica il rapporto 2023 della fondazione "Banco Farmaceutico". Il nostro sistema sanitario e il nostro Welfare non riescono a stare al passo con un Paese che invecchia rapidamente

Sono stati quasi 430mila le persone che, nel corso di quest'anno, non sono riuscite a curarsi e hanno dovuto chiedere aiuto per ricevere gratuitamente farmaci e cure. Lo hanno fatto a una delle 1892 assistenziali convenzionate col Banco Farmaceutico. Numeri non sono confortanti, speculari a quelli relativi alle rinunce alle cure medico-sanitarie e alle liste di attesa bloccate di cui si è a lungo dibattuto nel corso di questi mesi. 

I dati sono nettamente in aumento rispetto al 2022 (erano 386.253 lo scorso anno: il tasso di incremento è del 10.6%)  e tratteggiano la fotografia di un Paese sempre più in crisi dove la salute è sempre meno un diritto universale. A dare conforto a questi tesi ci sono, ancora una volta, i dati. 

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Nel 2022 (ultimi dati disponibili), la spesa farmaceutica totale è stata pari a 22,46 miliardi di euro, 2,3 miliardi in più (+6,5%) rispetto al 202. Tuttavia, solo 12,5 miliardi di euro (il 55,9%) sono stati a carico del Sistema Sanitario Nazionale (erano 11,87 nel 2021, pari al 56,3%). Restano 9,9 miliardi (44,1%) pagati dalle famiglie. Un dato, ancora una volta, in aumento: erano 9,21 nel 2021, pari al 43,7%.

Evidenze che raccontano di un Paese che invecchia e di una welfare che non riesce spesso a reggere il passo del cambiamento. Del resto negli ultimi sei anni la spesa farmaceutica a carico delle famiglie è cresciuta di 1,84 miliardi di euro (+22,8%).

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E i dati più interessanti che emergono dal rapporto sono sostanzialmente due. Il primo: si conferma la relazione tra povertà di reddito e povertà di salute. Chi si trova in cattive condizioni economiche ha uno stato di salute peggiore rispetto a quelle del resto della popolazione, con uno scarto percentuale di più di due punti percentuali.  La qualità della vita legata a gravi problemi di salute, inoltre, è peggiore per chi ha meno risorse rispetto a chi ha un reddito medio-alto, A influire su questi dati ci sono la rinuncia alle visite (di cinque volte superiore rispetto al resto della popolazione) e la mancata assunzione di farmaci. 

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In questo contesto un ruolo non marginale è svolto dal volontariato e dagli enti del Terzo Settore. Le non profit attive prevalentemente nei servizi sanitari sono 12.578 (e occupano 103 mila persone). Di queste, 5.587 finanziano le proprie attività per lo più da fonti pubbliche. Oggi il non profit rappresenta almeno 1/5 del totale delle strutture sanitarie italiane (oltre 27.000), generando un valore pari a 4,7 miliardi di euro. Una sorta di salvagente nella caduta di quello che è il diritto alla Salute e il Servizio Sanitario Nazionale, che riesce però sempre meno a tamponare un'emergenza che sta diventando sempre più diffusa. 

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