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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Perché Lombardia, Piemonte, Lazio e altre regioni rischiano di restare in zona arancione: cosa dicono l'ordinanza e il Dpcm

Oggi l'ordinanza del ministero della Salute: in dieci sono candidate al cambio di colore. Ma per una questione di date potrebbero farcela in pochissime. Il testo del Dpcm e i conti sugli indici

Per una volta non è una questione di indici, ma di date. Eppure il rischio che molte regioni con numeri da zona gialla oggi rimangano in zona arancione dopo l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza rischia di far scoppiare un dramma politico visto che i governatori sono già sul piede di guerra e promettono ricorsi al Tar contro le decisioni del governo. La polemica politica è destinata a scoppiare oggi se davvero alla fine il ministero decidesse di lasciare fuori dalla zona gialla i territori che già da ieri ne hanno annunciato l'uscita. Uno di questi è la Calabria. Un'altra è la Lombardia, che con Fontana su Facebook stamattina chiede la zona gialla. E la stessa cosa fa il vicepresidente del consiglio regionale del Lazio Cangemi. Mentre Zaia annuncia la zona gialla per il Veneto. 

Aggiornamento: il ministero cambia idea: L'ordinanza di Speranza: cinque regioni in zona arancione, il resto d'Italia in zona gialla (anche la Lombardia e il Lazio)

Perché Lombardia, Piemonte, Lazio e altre regioni rischiano di restare in zona arancione: cosa dicono l'ordinanza e il Dpcm

Con ordine. Oggi i giornali scrivono che in base ai parametri del #report 37 dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero nove o dieci regioni sperano nel cambio di colore nel sistema delle zone gialle, arancioni e rosse. Attualmente in zona arancione ci sono 14 regioni: Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Veneto, Piemonte, Puglia, Sardegna, Umbria, Valle d’Aosta; in zona rossa c'è la Sicilia con Bolzano. Per l'isola il passaggio in zona arancione dovrebbe essere una formalità, e così in rosso dovrebbe rimanere solo la provincia autonoma. La Puglia, l'Umbria, il Piemonte e la Valle d'Aosta non dovrebbero cambiare colore. La discussione invece è aperta su almeno nove regioni che hanno dati che le collocano in fascia gialla: Abruzzo (con Rt a 0,81 e rischio basso), Calabria, Emilia-Romagna (con Rt attorno a 0,7), Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lazio (Rt 0,73), Marche (Rt 0,88), Piemonte e Veneto (Rt 0,62). E a queste si aggiungono, per ragioni diverse, Sardegna e Lombardia. Ma non è assolutamente detto che queste regioni finiscano in zona gialla con l'ordinanza di Speranza. Perché prima c'è una questione di date da dirimere. Vediamo perché: il Dpcm 14 gennaio ribadisce i criteri per l'assegnazione delle zone. In particolare ci si riferisce di solito al comma 3 dell'articolo 2:  

Il Ministro della salute, con frequenza almeno settimanale, secondo il procedimento di cui all’articolo 1, comma 16-bis, del decreto-legge n. 33 del 2020, verifica il permanere dei presupposti di cui ai commi 1 e 2 e provvede all’aggiornamento dell’ordinanza di cui al comma 1, fermo restando che la permanenza per 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive comporta la nuova classificazione.

Le ordinanze di cui ai commi precedenti sono efficaci per un periodo minimo di 15 giorni, salvo che dai risultati del monitoraggio risulti necessaria l'adozione di misure più rigorose, e vengono comunque meno allo scadere del termine di efficacia del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sulla cui base sono adottate, salva la possibilità di reiterazione.

Conformemente a quanto previsto dall’articolo 1, comma 16-ter, del decreto-legge n. 33 del 2020, come introdotto dall’articolo 24, comma 1, del decreto-legge 30 novembre 2020, n. 157, l'accertamento della permanenza per 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive, effettuato ai sensi dell’articolo 1, comma16-bis, del decreto-legge n. 33 del 2020, come verificato dalla Cabina di regia, comporta l'applicazione, per un ulteriore periodo di 14 giorni, delle misure relative allo scenario immediatamente inferiore, salvo che la Cabina di regia ritenga congruo un periodo inferiore.

In base a questo principio, o meglio secondo una prima lettura, sembra che una regione che si trovi in zona arancione ci resti finché non abbia dati da zona gialla per due monitoraggi consecutivi. In base a questo Lazio, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Marche, Friuli, Abruzzo e Lombardia (che è passata in arancione dopo la zona rossa per errore) dovrebbero spostarsi di zona perché sono finite in arancione con l'ordinanza del 15 gennaio in vigore dal 17 con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ma c'è un però, che spiega oggi Repubblica

La lettura del ministero, però, è diversa. E, soprattutto, è sempre la stessa da quando esiste il monitoraggio: ci vogliono tre settimane per tornare al giallo. Per Speranza e i suoi i 14 giorni decorrono dalla prima certificazione di uno stato inferiore a quello che ha portato alla ordinanza restrittiva. Cioè nel caso delle Regioni appena citate, dal 22. Per Emilia, Calabria e Veneto l’arancione è scattato l’8. Le prime due Regioni, però, il 15 avevano ancora numeri che la tenevano in quello scenario, quindi per loro il conto delle settimane in zona gialla inizia sempre il 22. Il Veneto invece potrebbe essere messo nella zona con meno restrizioni.

In base a questo ragionamento Puglia, Umbria e Sardegna  sono entrate in arancione il 15 ma la settimana scorsa avevano ancora dati compatibili con quella zona e quindi dovrebbero restarci. Anche se altri, come l'agenzia di stampa Ansa, pronosticano che anche Emilia-Romagna e Calabria andranno in zona gialla insieme al Veneto. 

Zona gialla, arancione e rossa: le nove regioni in bilico e le tre quasi sicure del cambio di colore con l'ordinanza di oggi

L'ordinanza di Speranza e le regioni in zona gialla dal 31 gennaio

Finisce qui? Perché intanto, come riferiscono altri giornali, la questione è ancora in fase di discussione dalle parti del ministero della Salute. Il Corriere della Sera dà per sicuro soltanto il Veneto e annuncia la zona arancione per la Lombardia, il Piemonte, il Lazio e le altre. Che dovranno attendere un'altra settimana per il passaggio di zona. Ma c'è di più. Perché invece Il Mattino racconta un'altra storia che parte dall'accusa di aver preso una "decisione politica" per non far arrabbiare la Lombardia e poi però cita fonti del ministero che affermano che "le due settimane necessarie ad un territorio per conquistare la fascia inferiore di rischio scattano dal momento in cui, numeri allamano, viene stabilito che i parametri corrispondono a quelli della fascia con restrizioni più blande". E quindi per questo motivo il Lazio dovrebbe restare in zona arancione:

La Cabina di regia ha acquisito le valutazioni sui dati solo apartire dal 22 gennaio e quindi non tiene conto della prima settimana “di calo” dei dati. Per questo quindi, il Lazio come una buona fetta delle 8 Regioni sorelle (soprattutto Liguria e Piemonte, i cui governatori ieri pure si sono detti «fiduciosi» per il cambiodi fascia), dovrà attendere la valutazione di venerdì 5 febbraio, restando in zona arancione un’altra settimana.

Posto quindi che la Sicilia invece dovrebbe passare in arancione e Abruzzo, Calabria ed Emilia-Romagna oltre all'Emilia-Romagna hanno la possibilità di passare in giallo, per avere la certezza bisognerà attendere la valutazione odierna. Perché se per esempio alcune regioni non raggiungessero la doppia valutazione positiva tutti questi discorsi sarebbero inutili. Così come se i tecnici del ministero fornissero un'altra interpretazione sulla questione delle date potrebbe cambiare di nuovo tutto. Di certo c'è che se davvero alla fine dovessero vincere le ordinanze restrittive scoppierà una guerra politica tra ministero e Regioni. 

EDIT ore 9: Il Dolomiten apre con Bruxelles che ha dichiarato l'Alto Adige ufficialmente zona rosso scuro. L'assessore Widmann ribadisce le sue critiche verso il sistema di valutazione di Roma. E' incerto - scrive il Dolomiten - il prossimo rifornimento di vaccini previsto per lunedì prossimo e per questo motivo saranno effettuati solo i richiami. La Tageszeitung apre con i costi dei tamponi che, secondo il giornale, in Alto Adige sono più alti che nel resto d'Italia. Il presidente della Camera di commercio Michl Ebner in un'intervista alla Suedtiroler Wirtschaftszeitung rivendica dalla giunta provinciale più chiarezza nella gestione della pandemia e degli aiuti. In Tirolo 16.500 persone sono state vaccinate, soprattutto nelle Rsa. La variante britannica rappresenta ormai l'8,1% dei casi, scrive la Tiroler Tageszeitung. 

EDIT ore 9,58: "I dati di sicurezza raccolti sull'uso di Comirnaty*", il vaccino anti-Covid di Pfizer/BioNTech, "nelle campagne di vaccinazione" in corso "sono coerenti con il profilo di sicurezza noto del vaccino e non sono stati identificati nuovi effetti collaterali". Lo riferisce l'Agenzia europea del farmaco Ema, che oggi ha diffuso il suo primo aggiornamento sulla sicurezza del prodotto-scudo autorizzato dall'ente regolatorio Ue in dicembre e utilizzato anche in Italia.

EDIT ore 10,30: "Siamo con l'Rt sotto 1, e se siamo con l'Rt sotto 1 solo una follia di questo governo morente, anzi di questo governo morto-morente visto che non c'e' piu' ma c'e' ancora, ci potrebbe lasciare in aziona arancione, perche' noi potremmo essere tranquillamente in zona gialla". Lo ha detto il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirli', nel corso della consueta diretta Facebook di inizio giornata. "Prendiamocelo questo merito, siamo in zona gialla - ha proseguito Spirli' - perche' abbiamo tenuto i ragazzi a casa, perche' quelle centinaia di migliaia di studenti non sono andati in giro per la Calabria, perche' se fosse stato per noi adulti, con le feste per il maiale, le feste per il cinghiale, con i compleanni, con i veglioni nascosti, con le feste natalizie comunque celebrate avremmo messo molto di piu' a repentaglio la salute nostra. Chissa' se il ministro oggi prende atto che il nostro Rt e' sotto l'1 - dovrebbe essere piu' o meno 0,7 - grazie al buon comportamento dei tanti calabresi nonostante qualcuno continua a commettere l'errore di sottovalutare questo virus. Noi - ha concluso il presidente ff della Regione Calabria - non lo sottovalutiamo". 

EDIT ore 10,54: "Da tre settimane la Lombardia ha i dati da zona gialla": è quanto scrive su Facebook il presidente della Regione Attilio Fontana, auspicando che "dopo la settimana ingiustamente passata in zona rossa, oggi il Ministero possa prendere una decisione che tenga conto della reale situazione epidemiologica della nostra regione".  "Da tre settimane la Lombardia ha i dati da zona gialla, con tassi di incidenza tra tamponi e positivi fortemente al di sotto della soglia d'allarme dei 250 casi su 100 mila abitanti". A ribadirlo è il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, sul suo profilo Facebook. Oggi c'è il monitoraggio settimanale della Cabina di regia del ministero della Salute, il Pirellone spera di poter accedere alla zona gialla. Ma, in teoria, l'ordinanza correttiva, firmata il 22 gennaio dal ministro Roberto Speranza, avrebbe una durata di 14 giorni. Questo significherebbe un'altra settimana in zona arancione. Fontana non demorde. Si augura "che dopo la settimana ingiustamente passata in zona rossa, oggi il ministero possa prendere una decisione che tenga conto della reale situazione epidemiologica della Regione". Considerando, soprattutto, che "i ristori per i commercianti e per le categorie, colpite da chiusure da parte del Governo, non arrivano e sono insufficienti". 

EDIT ore 11,40: "I dati epidemiologici, con un indice Rt a 0.73 ieri, metterebbero il Lazio in zona gialla, quindi la nostra Regione deve ritornare immediatamente nelle zone a piu' basso rischio di trasmissione Covid. Bar, ristoranti, esercenti commerciali sono al collasso, molte serrande non verranno piu' tirate su, anche perche' i ristori governativi non bastano. Non si puo' aspettare oltre e non si puo' continuare a condurre una politica intransigente su categorie che, tra l'altro, sono state le prime ad adeguarsi alle misure anti Covid. Tutelare la salute resta la priorita', ma non si puo' pensare che l'economia, andando avanti cosi', non ne risenta. La Regione Lazio intervenga immediatamente, si faccia promotrice a tutti i livelli affinche' vengano applicate restrizioni minori". Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e consigliere Lega, Giuseppe Emanuele Cangemi.

EDIT ore 12,46: "Il giallo è il nuovo scenario che probabilmente ci troveremo ad affrontare a partire da lunedì". E' fiducioso il Presidente del Veneto Luca Zaia ("non ho certezze, sto ragionando come ipotesi" puntualizza) sul fatto che la regione esca dai confini della zona arancione per entrare in quella giallo. "Oggi e' giornata di valutazioni e abbiamo visto che con oggi abbiamo 29 giorni consecutivi di calo, si tratta di un calo importante, repentino e pure inspiegabile da un certo punto di vista", ha aggiunto parlando nel corso del consueto punto stampa alla sede della Protezione civile di Marghera (Venezia). Auspicando poi l'ottenimento della fascia gialla ha aggiunto "avremo un nuovo scenario epidemiologico che probabilmente da lunedi' ci troveremo ad affrontare".

EDIT ore 14,25: "Sono contento che la Puglia rimanga arancione, che secondo me è il posizionamento più giusto, ho sempre sostenuto che dovrebbe essere il posizionamento di tutta l'Italia". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, auspicando "che la Puglia non diventi gialla in questa fase, anche perché ci troviamo di fronte alle cosiddette varianti del Covid, come quella inglese, che hanno una percentuale maggiore di velocità e pericolosità". Emiliano ne ha parlato oggi ad Andria (Barletta-Andria-Trani) dove ha partecipato a un incontro sulla scuola. Rimanere nell'attuale fascia di rischio, "sebbene abbia un costo rilevante per alcune categorie che vanno ristorate - ha detto Emiliano - penso sia il modo migliore per tenere a bada la curva epidemiologica". "Le Regioni - ha evidenziato - non hanno più poteri per abbassare le curve di contagio. Noi ci limitiamo a portare i feriti in ospedale, perché il Governo ha il totale potere su tutte le manovre che servono ad abbassare la curva". 

EDIT ore 15,07: Nel cruscotto del Piemonte in questo momento non c'è più una spia accesa, il quadro è da scenario giallo. Attendiamo in serata la decisione del Ministero, perché c'è una differenza di interpretazione del Dpcm". Così il governatore Alberto Cirio, a margine di un incontro stampa, sull'ipotesi che il Piemonte resti ancora per una settimana in zona arancione. "Ciò che è in corso di approfondimento - ha detto Cirio - è che il Ministero riterrebbe che i 14 giorni di dati da zona gialla dovrebbero decorrere solo dalla data di rilevamento, che per loro è il 22 gennaio. Facciamo notare che quei dati si riferiscono all'11-17 gennaio".

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