rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Psicologia e Coppia

Bambini e regali di Natale, come regolarsi? Tata Francesca: "Il desiderio non deve diventare una pretesa"

Francesca Valla, insegnante, counselor, scrittrice e divulgatrice, conosciuta in tv come una delle protagoniste del programma S.O.S Tata, ci spiega l'importanza di educare i bambini al valore del Natale a partire dalla famosa "letterina"

La famosa "letterina per Babbo Natale", i doni che si scartano sotto l'albero, la gioia di vedere esauditi i propri desideri: sempre il Natale porta con sé un complesso magico di emozioni per i bambini, protagonisti di un periodo scandito da piccole e grandi tradizioni collettive e famigliari in cui pure gli adulti giocano un ruolo fondamentale. Sono loro, infatti, i genitori, a poter cogliere questa occasione per insegnare ai piccoli la preziosa differenza tra una letterina pensata con il cuore e una lista stilata come una serie di esigenze da soddisfare, tra un desiderio e una pretesa, tra l'attenzione rivolta solo a se stessi e la cura che si riserva agli altri. 

"Educare al valore dell'attesa è fondamentale per la crescita di un bambino, perché l'attesa permette di guardare al di là di se stesso, di scoprire l'altro" spiega a Today Francesca Valla, "Tata Francesca" nel programma televisivo S.O.S Tata e insegnante di scuola primaria, counselor, scrittrice e divulgatrice nel settore educativo per una genitorialità consapevole e responsabile. Con lei, esperta seguitissima sui social con oltre 119mila follower, abbiamo affrontato il tema "genitori-bambini-regali di Natale" e l'importanza di un approccio che trasmetta prima di tutto il valore degli affetti e della condivisione. 

Per i bambini l'attesa per la scoperta dei regali è già altissima in questi giorni caratterizzati dal desiderio di sapere se le proprie aspettative saranno rispettate. Tutto parte dalla "famosa" letterina a Babbo Natale. Come andrebbe gestita dagli adulti questa "lista" di desideri?

La letterina dovrebbe essere un'occasione di riflessione, uno spazio per l'immaginazione, non una sorta di "lista della spesa". I genitori dovrebbero aiutare i bambini a scrivere innanzitutto dei pensieri, delle riflessioni su loro stessi e sul senso di questo momento di attesa. Educare al valore dell'attesa è fondamentale per la crescita di un bambino, perché permette di guardare al di là di se stesso, di scoprire l'altro, di far capire che anche per i genitori possono non essere sempre al centro delle loro vite. L'attesa è tempo prezioso, il momento in cui si coltiva il desiderio.

Quindi andrebbe rivisto proprio il concetto di "letterina": non solo un elenco di cose materiali, ma un'occasione utile per fare delle riflessioni tutti insieme, genitori e figli.

Esattamente. Sarebbe importante aiutare il proprio bambino o la propria bambina a pensare anche a dei desideri che non siano solo rivolti a se stessi. Un desiderio che per gli adulti può sembrare utopistico, come quello rivolto alla pace nel mondo, per esempio, ci fa capire quanta attenzione il bambino riservi all'altro. Anche quello è un messaggio ricco di significato. Ecco, i genitori dovrebbero aiutare i figli a creare una società educante che guardi anche fuori di sé. Educare a questo approccio è un atteggiamento prezioso per coltivare un senso profondo di cura verso il mondo e quindi verso se stessi, perché se io penso all'altro, penso a me come parte di un tutto che, appunto, è la collettività. 

Ma come si riesce praticamente a insegnare il bambino il valore dell'attesa?

Aprendo un dialogo con i propri figli, stimolandoli a scrivere insieme qualcosa. La letterina è una richiesta di desideri, ma anche un momento in cui i genitori stessi dovrebbero dimostrare qualcosa al bambino. Sarebbe carino che anche loro, gli adulti, dessero l'esempio scrivendo la loro "letterina" con pensieri su di sé, le buone intenzioni e i propositi, per esempio, l'esperienza che si vorrebbe vivere insieme alla famiglia. L'attesa così diventa un momento speciale per tutti. 

Cosa dire al bambino che ha chiesto tanti doni?

I bambini sono bambini e nella loro lista tendono a esagerare, a scrivere tante cose. L'approccio giusto dell'adulto è far capire che Babbo Natale non potrà portare tutto, per cui lui poi sceglierà di esaudire solo i desideri più cari. È importante far capire al bambino che non deve essere un "io voglio", ma "mi piacerebbe". Oggi, quando penso a me da piccola, a quella Francesca bambina che tengo sempre ben presente in mente quando affianco i genitori che mi chiedono consigli, penso davvero che la mia grande fortuna sia stata quella di continuare a desiderare e a volte anche di non vedere esaudito il mio desiderio, di non riceverlo.

Questo come aiuta il bambino?

Insegna a coltivare un desiderio, gli fa capire che c'è sempre un tempo per tutto, che il desiderio non è pretesa e non deve essere solo qualcosa di materiale, ma anche un'esperienza o qualcosa per qualcun altro. I bambini sono estremanente ricettivi, lo vedo nella mia esperienza di insegnante. I bambini ascoltano. Nella quotidianità capita che non ci sia tempo da dedicare loro, ma non perché non siamo genitori capaci. Magari non ci sono occasioni speciali, ma il Natale può essere un'ottima opportunità.

Questa mancanza di tempo spesso genera dei sensi di colpa nel genitore che magari poi è portato a soddisfare tutti i desideri del bambino. 

Il genitore non è Babbo Natale, questo va compreso e fatto capire ai bambini. Va spiegato che le cose si possono desiderare, ma non pretendere, che ci sono dei confini. Magari raccontando noi stessi la nostra esperienza, che anche noi da piccoli abbiamo desiderato tante cose, ma che Babbo Natale non ci portava tutto, solo un pensierino. Oppure si può raccontare che è importante dare anche la libertà a Babbo Natale di scegliere lui da solo un pensiero, di calibrare da solo le sue scelte. Insomma, è importante far comprendere la gioia di quel momento come attesa, di cura per sé e per gli altri, un'occasione per fermarsi tutti e condividere tutti insieme. 

Come si spiega a un bambino che magari è circondato da amichetti pieni di giochi che è importante limitare le richieste? Il confronto con gli altri non è sempre semplice.

Il gioco è la parte più importante per la crescita di un bambino. Un bambino che gioca è un bambino che impara, che capisce le regole, le distanze, le emozioni. Che conosce se stesso, insomma. Nel confronto con gli altri è importante che i genitori aiutino i loro figli a essere felici per ciò che sono, a creare relazioni a prescindere dagli oggetti prettamente materiali. Io stimolo sempre a giocare insieme agli altri, a condividere i giochi. Il gioco deve essere insegnato anche come uno scambio.

Quindi oltre ogni valore e oltre ogni differenza tra chi ha più e chi ha meno. 

Sì. A volte questo approccio i bimbi lo imparano in casa, ma nella logica dei bambini il desiderio di stare con gli altri e di giocare prevale sull'oggetto in sé. Spetta a noi adulti stimolare queste relazioni ed essere contenti per quello che sono. Poi certo che si può dare spazio ai desideri che sempre, come dicevo prima, non devono essere figurati come una pretesa. 

Il rito di "scarta la carta" nelle feste dei bambini

A proposito di bambini e di feste, ma stavolta di compleanno, a Francesca Valla abbiamo chiesto anche un parere sul rito molto gettonato di "scarta la carta", momento in cui tutti aspettano che il festeggiato scarti i regali indicando chi glielo ha donato. Qualche genitore lamenta che in questo modo si attribuisca un'eccessiva importanza all'oggetto in sé e al suo valore, sentendosi in qualche modo lui stesso indotto a regalare qualcosa che non faccia "sfigurare" il proprio figlio davanti ai compagni. 

"Il momento è vissuto dai bambini come giocoso anche con questa canzoncina che a cantilena ripete "scarta la carta". Sicuramente è un momento caotico" osserva l'esperta. "Personalmente penso che quando ci sono compleanni in classe o in gruppi, sarebbe carino pensare a un regalo collettivo con un piccolissimo contributo economico da parte di tutti. Questo alimenta anche l'appartenenza a un gruppo ed evita la possibilità che si verifichino potenziali situazioni di disagio per qualcuno. Aggiungo che è sempre rimessa agli adulti la gestione di queste situazioni, sempre con attenzione e molta gentilezza. Per i bambini la festa vera è stare insieme, non fare una gara tra i regali più vistosi. E poi ricordiamo sempre un abbraccio alla fine della festa, dovrebbe sempre esserci insieme a un grazie". 

Francesca Valla

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bambini e regali di Natale, come regolarsi? Tata Francesca: "Il desiderio non deve diventare una pretesa"

Today è in caricamento