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Martedì, 30 Aprile 2024
Psicologia e Coppia

Figli felici, forse… ma genitori frustrati: i limiti della "disciplina dolce"

Nell’educazione dei figli sta avendo grande successo la "disciplina dolce", che dice basta a rimproveri e punizioni nel gestire la rabbia e i capricci dei nostri figli: questo metodo però non ha una comprovata valenza scientifica a lungo termine e può far sentire i genitori frustrati e inadeguati.

Stop a rimproveri e punizioni per gestire la rabbia e i capricci dei nostri figli. In un mondo in cui l’educazione dei bambini era spesso associata a metodi autoritari o al classico metodo Montessori, negli ultimi anni sta riscuotendo grande interesse la "Disciplina dolce", un approccio psicologico che sovverte i tradizionali paradigmi educativi. Una disciplina che, ponendo il suo focus sull’ascolto e il rispetto dell’individuo, rifiuta il sistema dei premi e delle punizioni, proponendo alternative apparentemente innovative.

Ma cosa significa realmente educare i propri figli applicando solamente la “via” del dialogo e della dolcezza? Funziona realmente o ha delle controindicazioni?

Che cos’è e come funziona la “disciplina dolce”

"L’approccio - spiegano Claudia Denti e Severino Cirillo, fondatori della piattaforma Genitore informato - sembra offrire una boccata di ossigeno ma in realtà ha dei limiti significativi. Innanzitutto non ha una comprovata valenza scientifica che funzioni a lungo termine e rischia di stressare i genitori compromettendo la qualità dell’educazione e delle relazioni familiari. Si tratta insomma di un approccio che può andare bene per educatori di talento, con competenze e pratica sul campo di anni: i genitori, nella maggior parte dei casi, non sono in questa situazione e quindi si trovano in difficoltà e finiscono per sentirsi inadeguati e incapaci, rischiando quello che in termini tecnici si chiama burnout, ovvero una sindrome che, legata allo stress, esaurisce le risorse psico-fisiche di chi ne è vittima".

I limiti della disciplina dolce

Si tratta dunque di un metodo che, pur offrendo molti vantaggi, pone mamma e papà davanti a sfide che spesso sono difficili da affrontare: "Una lettura solo apparente -afferma Severino Cirillo - può far sembrare questo tipo di approccio permissivo e invece non è così perché ha bisogno di stabilire regole ferme ma giuste, che devono essere coerenti e accompagnate da spiegazioni comprensibili per i bambini. Il che non è facile, considerando che richiede attivamente ai genitori di mettere in secondo piano e talvolta sopprimere le proprie emozioni in nome di un colloquio pacifico che spesso non è possibile. Da qui alcuni dubbi sembravano inevitabili: come possiamo educare all’emotività se siamo i primi a sopprimere ciò che proviamo veramente? Inoltre, come supportiamo questi genitori quando il dialogo è carente o, peggio ancora, non funziona?".

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Il rischio dunque è che il genitore possa vivere un forte senso di disagio, possa cioè non sentirsi all'altezza e non essere in grado di compiere alcune cose che la disciplina dolce richiede. "Perché una famiglia funzioni in modo armonico -sottolinea Claudia Denti- è opportuno che tutti i suoi componenti siano preservati. L'approccio di cui stiamo parlando può avere come conseguenza che una mamma e un papà disorientati finiscano con l'’ammalarsi’, esprimendo un forte senso di disagio e frustrazione”. 

La disciplina dolce, dunque, sebbene apparentemente innovativa, presenta diverse criticità:

  • Mancanza di validità scientifica a lungo termine: non esistono prove concrete che dimostrino l'efficacia di questo metodo nel tempo.
  • Stress per i genitori: l'approccio dolce richiede ai genitori di sopprimere le proprie emozioni, creando disagio e frustrazione.
  • Difficoltà di applicazione: stabilire regole chiare e coerenti, spiegarle ai bambini e mantenere un dialogo pacifico non è sempre facile.
  • Rischio di lassismo: la disciplina dolce può essere fraintesa come permissività, favorendo comportamenti scorretti nei bambini.
  • Impatto negativo sulla salute dei genitori: lo stress e il senso di inadeguatezza possono portare al burnout, con ripercussioni sulla salute mentale e fisica dei genitori.

Le alternative educative efficaci alla disciplina dolce

Quindi, se da un lato l'obiettivo è di crescere in modo sano i figli, molto probabilmente un metodo di questo tipo può compromettere la salute dei genitori con delle inevitabili ripercussioni anche sui figli. Un ulteriore problema sulla strada di un metodo educativo funzionale alla nostra epoca è che, per moltissimi genitori, rifiutare la disciplina “rispettosa” significa appoggiare la violenza. Questa dicotomia è purtroppo molto comune ed è un’idea sbagliata: si può educare senza usare la violenza E senza scadere nel lassismo.

“L’elemento cardine - secondo i due esperti -  è quello di rimettere al centro la figura del genitore perché la sua centralità educativa va rispettata e salvaguardata. Non a caso, da oramai molti anni, ci occupiamo proprio della ‘crescita’ e dello ‘sviluppo’ del genitore. Vogliamo - affermano Denti e Cirillo - dare la possibilità ai bambini di avere genitori preparati che possano educarli in maniera scientifica e farli vivere felici. Il nostro obiettivo è di combattere metodi e discipline apparentemente innovative che presentano molte insidie”.

Invece di basarsi unicamente sulla disciplina dolce, è quindi consigliabile adottare un approccio educativo più completo che includa:

  • Comunicazione assertiva: stabilire una comunicazione chiara, diretta e rispettosa con i figli.
  • Stabilire regole chiare e coerenti: definire regole ben precise e spiegarle ai bambini in modo comprensibile.
  • Conseguenze logiche e proporzionate: applicare conseguenze logiche e proporzionate alle azioni dei bambini, spiegandone il motivo.
  • Riconoscimento positivo: incoraggiare e premiare i comportamenti positivi dei bambini.
  • Cura di sé per i genitori: dedicare del tempo a se stessi per ricaricare le energie e gestire lo stress.

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