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Sabato, 27 Aprile 2024
Salute

Quando il cuore “invecchia”: che cosa sono le malattie cardiache strutturali

L’importanza di riconoscere i campanelli di allarme con semplici accorgimenti, come l’auscultazione del cuore e l’ecocardiogramma, e di anticipare la diagnosi delle malattie cardiache strutturali

Le Malattie Cardiache Strutturali sono anomalie delle valvole cardiache che sfuggono facilmente alla diagnosi per via di alcuni sintomi che aumentano con l’età come l’affaticamento, l’affanno e la difficoltà a salire le scale.

Per chi ancora non lo conosce, il nome di questa malattia spaventa meno di altre: vuoi perché la precisazione alla “struttura” non riconduce a un immediato pericolo, vuoi perché se ne parla ancora poco. Due attenuanti che non devono distrarre dalla gravità delle malattie cardiache strutturali (in inglese SHD, Structural Heart Diseases) che colpiscono oltre il 12% della popolazione over 65 (pari a 1 su 10) e che hanno incoraggiato lo sviluppo di una nuova coalizione europea (SHD Coalition) per evidenziare l’importanza di effettuare una diagnosi precoce e un trattamento appropriato. 

L’urgenza di intervenire rapidamente emerge anche dai risultati dell’indagine sui dati INPS che confermano una crescita allarmante delle malattie cardiache strutturali, enfatizzata anche dagli effetti post-pandemia, che ha colpito la fascia più fragile degli over 65. 

“È prioritario intervenire urgentemente - precisano Emanuela FOLCO, Presidente della Fondazione Italiana per il Cuore-FIPC, e Paolo MAGNI, Coordinatore del Comitato Scientifico, membri dello Steering Committee della SHD Coalition - per tracciare un percorso concreto, con la consapevolezza dettata dai dati condivisi dell’impatto delle malattie cardiache strutturali nella realtà italiana”.

Cosa sono le Malattie Cardiache Strutturali (SHD)

Le malattie cardiache strutturali sono una serie di patologie cronico-degenerative a livello cardiaco, caratterizzate da alterazioni della struttura del cuore e di cui fanno parte anche le malattie valvolari, quali la stenosi aortica e il rigurgito mitralico e tricuspidale.

Esse sono sempre più̀ spesso riconducibili a un declino funzionale e all’invecchiamento della popolazione, e, solitamente, richiedono la riparazione e/o la sostituzione delle valvole cardiache a seguito di un deterioramento della struttura delle stesse – da qui l’origine del nome – e dell’usura progressiva del muscolo cardiaco. Questi interventi riparatori o sostitutivi delle valvole sono quasi sempre necessari: le valvole deteriorate, infatti, se non trattate, sono causa di morte del 90% dei casi a 5 anni dalla loro diagnosi.

I sintomi che confondono

Le patologie valvolari possono facilmente sfuggire alla diagnosi e non aiuta il fatto che molti dei loro sintomi siano piuttosto aspecifici, come il senso di affaticamento, l’affanno, la difficoltà a salire le scale, etc. Tanto difficile riconoscere i campanelli d’allarme (1/3 dei casi è asintomatico), quanto agevole raggiungere una diagnosi. Infatti, è spesso sufficiente l’auscultazione del cuore da parte del medico per rilevare anomalie e procedere precocemente a controlli più semplici, come un ecocardiogramma, o a più approfonditi esami specialistici capaci di condurre alla diagnosi. 

Una crescita allineata con quella della fascia over 65 

Le ultime stime ISTAT per l’Italia confermano una percentuale di incidenza delle SHD del 12,5% sul totale della popolazione over 65, con un’alta previsione di crescita, considerando soprattutto la fascia anziana che raggiungerà la soglia del 25% nel 2030, fino a toccare il 33% nel 2040.

“Se l’aspettativa di vita è cresciuta di 10 anni negli ultimi 4 decenni, molto del merito è da attribuirsi ai passi in avanti compiuti dalla cardiologia. Questo ha però aperto il varco all’emergere di molte malattie legate alla senescenza, come le malattie cardiache strutturali e, in primis, le patologie degenerative delle valvole cardiache – afferma Alessandro BOCCANELLI, Presidente della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe) - Nei Paesi occidentali, in particolare, il deciso incremento dell’aspettativa di vita non si è tradotto in un allungamento del tempo da trascorrere in buona salute: ciò a causa della sostanziale mancanza di prevenzione di tutte quelle malattie croniche che condizionano la qualità di vita degli anziani, come appunto le malattie cardiache strutturali. Invece è fondamentale non solo continuare a guadagnare ulteriori anni di vita ma anche assicurare un miglioramento della qualità di vita, attraverso operazioni di screening che permettano di strutturare interventi mirati per fasce d’età (la cosiddetta “prevenzione di precisione”). Quel che occorre – osserva il professor Boccanelli - è un trattamento tempestivo della malattia che consenta ai pazienti di continuare a essere attivi nella società: in questa prospettiva, chiediamo alle Istituzioni di dare priorità alle SHD e assicurare fondi per la diagnosi precoce delle valvulopatie negli over 65".

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