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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Michele, disoccupato suicida: "Non posso passare il tempo a cercare di sopravvivere"

"Ucciso dal precariato" la dura accusa dei genitori di Michele, trentenne friulano che si è tolto la vita lasciando una lettera che hanno deciso di pubblicare: chiede perdono a mamma e papà ma accusa anche il Ministro Poletti. I sindacati: "Un caso emblematico"

UDINE - Cordoglio da parte del segretario generale della Cgil Fvg Villiam Pezzetta è stato espresso a nome suo e del sindacato alla notizia del suicidio di Michele, giovane 30enne disoccupato, che ha motivato il suo  estremo gesto con una straziante e cruda lettera pubblicata, come riporta Udine Today, dal Messaggero Veneto, in cui dice di "non poter passare il tempo a cercare di sopravvivere". 

Ho vissuto (male) per trent’anni, qualcuno dirà che è troppo poco. Quel qualcuno non è in grado di stabilire quali sono i limiti di sopportazione, perché sono soggettivi, non oggettivi.

Non è assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato, e nessuno mi può costringere a continuare a farne parte. È un incubo di problemi, privo di identità, privo di garanzie, privo di punti di riferimento, e privo ormai anche di prospettive.

Perdonatemi, mamma e papà, se potete, ma ora sono di nuovo a casa. Sto bene. Dentro di me non c’era caos. Dentro di me c’era ordine. Questa generazione si vendica di un furto, il furto della felicità. Chiedo scusa a tutti i miei amici. Non odiatemi. Grazie per i bei momenti insieme, siete tutti migliori di me. Questo non è un insulto alle mie origini, ma un’accusa di alto tradimento.

P.S. Complimenti al ministro Poletti. Lui sì che ci valorizza a noi stronzi.

Ho resistito finché ho potuto

"Questa tragedia, purtroppo emblematica - ha detto Pezzetta all'apertura dei lavori del direttivo regionale riunitosi questa mattina a Udine-, è un nuovo segnale d’allarme, l’ennesimo, della condizione di mancanza di speranza e di aspettative in cui si trova un numero crescente di giovani. Se non vogliamo che questo stato di cose diventi la normalità, la condanna di un’intera generazione, dobbiamo rivedere un modello sociale, economico e culturale sempre più basato sulla competitività esasperata, sulla mercificazione e sulla precarizzazione del lavoro". 

"Sono anche vicende come questa che spingono la Cgil a combattere per cambiare rotta sul lavoro, con la convinzione che una società e un Paese diverso sono possibili: la stessa condinzione che anima la nostra proposta di legge sulla Carta dei diritti e i referendum su voucher e appalti", ha aggiunto Pezzetta, annunciando l’avvio dell’ultima fase della campagna per i referendum sul lavoro, che parte anche in Friuli Venezia Giulia con una serie di manifestazioni di piazza.

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