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Venerdì, 26 Aprile 2024
Le indagini / Varese

Alessandro Maja e le parole scioccanti alla figlia la sera prima della strage

"Papà è venuto da me e mi ha chiesto scusa", avrebbe detto a Giulia. Un dettaglio che ora assume i contorni della premeditazione

Emerge un dettaglio drammatico rivelato dai parenti della famiglia distrutta a Samarate, in provincia di Varese, dalla furia dell'architetto Alessandro Maja. Il professionista, la sera prima di compiere una strage in famiglia nella loro casa di via Torino, uccidendo la moglie Stefania Pivetta e la figlia 16enne, e pensando di uccidere anche il figlio Nicolò di 23 anni - tuttora ricoverato in gravissime condizioni - aveva chiesto scusa alla ragazza, Giulia. Lo avrebbe detto la ragazza al nonno materno. Un dettaglio che ora assume i contorni della premeditazione.

Alessandro Maja ha chiesto scusa alla figlia la sera prima della strage

"Papà è venuto da me e mi ha chiesto scusa", avrebbe raccontato Giulia al nonno. Quella stessa notte suo padre ha sferrato colpi di martello contro la moglie, con cui era in crisi da qualche tempo, e i due figli, uccidendo la donna e la ragazza e credendo di avere ucciso anche Nicolò, il figlio più grande. Alessandro Maja non ha risposto alle domande al primo interrogatorio ma, probabilmente, lo farà al secondo. Sulle prime, ricoverato in ospedale, avrebbe urlato "ci sono riuscito", mentre le sue uniche frasi successive mostravano segni di smarrimento ("sono un mostro", avrebbe detto).

In queste ore la famiglia si sta stringendo intorno a Nicolò, nella speranza che ce la faccia. Le sue condizioni sarebbero stabili e desterebbero nei medici minor preoccupazione che nei primi attimi di intervento dei soccorsi. Il ragazzo è ricoverato all'ospedale di Varese. Non è ancora chiaro cosa abbia scatenato la furia omicida del 57enne. In base agli accertamenti finora condotti, non risulta che Maja fosse in cura psichiatrica. Con la moglie Stefania Pivetta si era trasferito dal capoluogo a Samarate una ventina d'anni fa. La donna aveva studiato da parrucchiera e vendeva prodotti Herbalife nei mercatini della zona.

Le indagini e il movente della strage di Samarate (Varese)

Il movente è al momento un giallo, le indagini sono soltanto all'inizio. Il 'quadro familiare' emerso dai primi racconti dei parenti sarebbe quello di una situazione più tesa del solito. Maja si sarebbe più volte lamentato delle spese in famiglia, della situazione del suo studio professionale dopo il covid, dei conti economici. Un clima che, secondo quanto viene raccontato, avrebbe fatto scaturire litigi negli ultimi tempi. La scena del crimine presentava sangue ovunque nella casa, ma soprattutto vicino al divano, dov'è stata uccisa la moglie Stefania Pivetta, e nelle camere da letto dei figli della coppia. Sul caso stanno indagando i carabinieri della compagnia di Busto Arsizio e il nucleo investigativo del comando provinciale di Varese.

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