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Sabato, 27 Aprile 2024
Diritti

Romano chiede il suicidio assistito, la moglie: "Non vuole più soffrire"

È affetto da una forma di Parkinson molto aggressiva, che gli ha paralizzato completamente gli arti. Ad accompagnare la coppia in Svizzera è Marco Cappato, dell'associazione Coscioni: "Basta discriminazioni tra persone malate"

Romano è italiano, è affetto da una grave malattia neurodegenerativa, una forma di Parkinson molto aggressiva che gli ha paralizzato completamente gli arti e che lo porterà a breve a una alimentazione forzata. Romano, aiutato dalla moglie, ha chiesto aiuto all'associazione Coscioni per potere accedere al suicidio assistito. Oggi marito e moglie sono con Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, in Svizzera per dare seguito alla richiesta 

A spiegare le ragioni della scelte di Romano è la moglie in un video registrato nella serata di ieri in Svizzera. "Quando a inizio luglio Romano ha espresso in maniera molto responsabile e consapevole il desiderio di interrompere questa lunga sofferenza - dice la donna - ci siamo rivolti per informazioni all'Associazione Luca Coscioni e abbiamo chiesto aiuto anche a Marco Cappato. Tutto questo per evitare problemi legali visto che nel nostro Paese non esiste un quadro legislativo chiaro sulla scelta del fine vita che è un diritto fondamentale dell'uomo". Dopo un lungo viaggio "molto faticoso per Romano - spiega ancora la donna - siamo arrivati in Svizzera e stiamo aspettando la visita del dottore". Se Romano "davanti al dottore - dice ancora la donna - confermerà la sua decisione consapevole e responsabile già espressa, da domani (oggi, ndr) sarà libero di porre fine alle sue sofferenze".  

"Sono di nuovo in Svizzera per fare valere quello che dovrebbe essere un diritto fondamentale", dice Marco Cappato parlando di "una nuova disobbedienza civile, dal momento che la persona accompagnata non è "tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale". Quindi, come per Elena, non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo per l’accesso al suicidio assistito in Italia. Cappato vuole "superare le attuali discriminazioni tra persone malate".

Nel nostro Paese il suicidio assistito è possibile e legale quando la persona malata che ne fa richiesta è affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e queste condizioni siano state verificate dal sistema sanitario nazionale. 

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