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Martedì, 30 Aprile 2024
Rischio calamità

Come funziona la nuova assicurazione obbligatoria contro le catastrofi naturali

Per terremoti e cambiamenti climatici, l'Italia è tra i paesi più esposti ma meno protetti. Oltre 6 milioni di polizze sarebbero da stipulare per legge nell'arco di appena 8 mesi. C'è chi la definisce una nuova tassa sulla proprietà e chi ritiene che l'intervento dello Stato nel risarcire i danni non possa più essere l'unica strada percorribile. Ad oggi però il governo è in ritardo e le assicurazioni sono lasciate nel caos

Cambiamenti climatici, cementificazione selvaggia e scarsa cura del territorio incidono pesantemente sui danni provocati dalle catastrofi naturali e ora, anche in Italia, arriva l'obbligo per le aziende di assicurarsi contro i danni provocati da terremoti, alluvioni, frane e inondazioni.

È vivo il ricordo della disastrosa alluvione in Emilia Romagna del maggio 2023, così come quello degli eccezionali temporali che la scorsa estate hanno flagellato il Nord Italia con raffiche di vento e violente grandinate causando danni a edifici, auto, terreni e infrastrutture.

grandinata luglio 2023

L'intervento emergenziale dello Stato nel risarcire i danni non può essere l'unica modalità di gestione del rischio e c'è bisogno di un sistema più efficace messo a punto già prima del verificarsi dell'evento catastrofico. Questa, fondamentalmente, la logica che sottende l'assicurazione obbligatoria contro le calamità.

"A quattro mesi dall'alluvione in Emilia-Romagna, nessuna traccia dei 4,3 miliardi di euro promessi dal governo Meloni"

L'obbligo è stato introdotto dall'ultima legge di bilancio e riguarda per ora solo le imprese - quelle con sede in Italia e quelle che, pur con sede all'estero, operano stabilmente sul territorio italiano - ma non è escluso che la novità potrebbe in futuro riguardare anche gli immobili residenziali. E, in questo caso, il nodo che si preannuncia è molto chiaro: la polizza obbligatoria verrà percepita come una nuova tassa sulla casa?

Se finora era lo Stato a risarcire cittadini e imprese dei danni causati da calamità naturali - con un costo annuo di circa 3,5 miliardi a carico delle finanze pubbliche - con il nuovo obbligo di assicurazione si configura invece un nuovo paradigma che vede al centro la partecipazione di privati (le compagnie assicurative) nel coprire i danni legati agli eventi catastrofici, sempre più frequenti nel nostro Paese.

I danni causati dagli eventi naturali catastrofici sono in aumento

Nel 2023 le perdite complessive legate ad eventi naturali catastrofici in Europa ammontano a 75 miliardi di euro. Di questi, solo 17 miliardi erano assicurati, secondo il report del riassicuratore internazionale Munich Re.

alluvione Emilia Romagna lapresse-2

L'Italia è particolarmente toccata da questo scenario se si considera la configurazione del nostro territorio, particolarmente soggetto a calamità di varia natura quali terremoti, alluvioni, inondazioni ed esondazioni, eruzioni vulcaniche. 378 eventi meteorologici estremi (+22 per cento rispetto al 2022), 16 miliardi di euro di danni alle aree colpite e 31 persone decedute. Sono questi, in sintesi, i numeri che descrivono la situazione del nostro Paese guardando i dati dell'osservatorio "Città Clima" di Legambiente

Osservatorio Città clima Legambiente

Come ricorda il report dell'Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) più del 70% del territorio italiano è esposto al rischio sismico e idrogeologico e dal 2009 ad oggi si sono verificate nel nostro Paese oltre 40 alluvioni e diversi eventi sismici importanti.

Eventi di questo genere sono in forte aumento a causa dei cambiamenti climatici e della cattiva gestione del territorio (disboscamento, cementificazione, insediamenti indiscriminati) ad opera dell'uomo.

grafico eiopa assicurazioni-3

Il grafico elaborato dall'Eiopa (Autorità europea delle assicurazioni) mette in relazione il livello di rischio con la quantità di beni coperti da assicurazioni. La situazione dell'Italia (nell'area rossa, in alto destra) è molto chiara: un livello di rischio molto alto accompagnato da una copertura assicurativa tra le più basse, compreso tra lo 0 e il 25%.

Finora, il sistema italiano si è basato sulla messa a disposizione di aiuti economici da parte dello Stato. Un intervento quindi e posteriori e di natura emergenziale, la cui discutibile efficacia è sotto gli occhi degli italiani colpiti dalle calamità. "A dieci mesi dall'alluvione in Emilia Romagna nelle tasche dei cittadini non è arrivato nemmeno un euro", ricorda in una lettera il comitato cittadino di Faenza.

Una modalità di intervento alternativa consiste invece nell'affidarsi a un sistema assicurativo in grado di garantire ai proprietari degli immobili danneggiati la certezza del ristoro dei danni e una certa celerità nel ricevere le risorse economiche necessarie, cosa che spesso lo Stato non riesce ad assicurare. 

I nodi: una nuova tassa sulla proprietà?

Chi è a favore di questo sistema di polizze obbligatorie sostiene che la concessione dei contributi da parte dello Stato comporti oneri molto gravosi e difficilmente sostenibili per le finanze pubbliche.

L'attuale sistema di aiuti "dall'alto" implica che le risorse economiche vengano reperite "attraverso la fiscalità generale o attraverso l’imposizione di misure una tantum, quindi attraverso il contributo di tutti i cittadini. In tal modo vengono così a pagare pro quota anche coloro che, per paradosso, sono sprovvisti di una abitazione di proprietà", si legge nel White Paper redatto da Cineas (Consorzio  specializzato nelle tematiche legate alla "cultura del rischio").

Ma, d'altra parte, l'obbligo assicurativo presenta criticità non indifferenti. Prima di tutto il nodo delle tempistiche: il termine ultimo per la stipula di queste polizze è fissato al 31 dicembre 2024. Ciò significa che nel giro di 8 mesi dovrebbero essere stipulate ben 6 milioni di polizze - questo il numero delle aziende che sembrano essere soggette all'obbligo - con relative campagne di vendita, quotazione e sottoscrizione.

Un risultato che agli occhi degli stessi esperti del settore assicurativo appare impossibile in tempi così stretti.

Esiste poi il tema della possibile riluttanza delle imprese - e dei cittadini, se la norma verrà estesa anche gli immobili residenziali - che si troveranno ad affrontare un'ulteriore spesa: c'è infatti chi sostiene che l'assicurazione obbligatoria sancirebbe di fatto una nuova tassa sulla proprietà.

Sul punto è chiara la posizione di Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer (associazione per la difesa dei diritti dei consumatori ed utenti) sentito da Today.it, che da anni sostiene l'utilità di un sistema basato su polizze obbligatorie. "Psicologicamente, a livello collettivo, l’assicurazione viene percepita come una tassa. È un problema che si presenta ogni volta che si parla di assicurazioni obbligatorie. C'è anche chi ritiene l'Rc auto una tassa, ma immaginate cosa accadrebbe se questa copertura non fosse più obbligatoria".

Il sistema attuale, per Premuti, "è incivile, e lo Stato non riesce più a farvi fronte. Quello statale è un intervento parziale che ha lasciato le zone colpite dal terremoto del Centro Italia e dalle alluvioni in Romagna in situazioni disastrose. Basti pensare che nelle zone terremotate 40mila persone sono ancora senza casa".

Parliamo di costi

"Non è lo Stato che deve assicurare il patrimonio dei privati. Primo, perché non lo sa fare; secondo, perché con la fiscalità generale, cioè anche con le tasse di chi non possiede nulla, si va a risarcire chi possiede un patrimonio immobiliare; terzo perché il compito dello Stato è pensare alla prevenzione e al patrimonio pubblico", sostiene ancora il presidente di Konsumer.

Per questo, "è necessario intervenire in modo diverso. In Italia le unità abitative private sono oltre 30 milioni, per un valore di ricostruzione stimabile intorno ai 3.900 miliardi di euro. È evidente che occorre un cambio di passo nelle politiche risarcitori. Va organizzato un sistema di coperture assicurative a favore del patrimonio immobiliare privato che si affianchi allo Stato come in molti paesi in Europa e nel mondo, ad esempio in Francia, Spagna, Belgio, Regno Unito, Stati Uniti d’America".

Ma quanto ci costerebbe un'assicurazione sulla casa contro il rischio di calamità? "Si parla di circa 100 euro all’anno ogni 100mila di valore dell’immobile", spiega Premuti. Valore che non si riferisce al valore commerciale dell'abitazione, ma al valore di ricostruzione. Perciò, "il costo di una polizza su una casa a Piazza di Spagna a Roma, per fare un esempio, non sarebbe molto distante da quello su una casa in un quartiere periferico". Una spesa "assolutamente sostenibile", anche perché "si potrebbe addirittura inserire il premio assicurativo all'interno del mutuo, con una spesa di pochi euro al mese".

In sostanza, servirebbe un'opera di sensibilizzazione sul tema. "Occorre un'informazione oggettiva. Bisogna capire che la situazione disastrosa che si configura con il rischio di calamità - il rischio di rimanere senza alcun tipo di bene, senza poter rientrare nella propria abitazione, vedendo il proprio territorio spopolarsi - non è nulla rispetto alla spesa di qualche centinaio di euro l'anno". 

Ma, per come è scritta ora, la norma rischia di avere scarsa efficacia. "Prima di tutto riguarda solo le imprese, mentre sarebbe urgente estendere l'obbligo anche agli immobili residenziali, come chiedeva una proposta di legge avanzata nel 2019 dall'onorevole Michela Rostan". Inoltre, prosegue, "servono i decreti attuativi, e dubito che verranno scritti in tempi brevi. Allo stato attuale, le assicurazioni non sanno come confezionare i prodotti assicurativi".

Assicurazione obbligatoria: multe ed esenzioni

Saranno escluse dall'obbligo di assicurazione le imprese agricole e quelle i cui beni immobili risultino gravati da abuso edilizio o costruiti in mancanza delle autorizzazioni previste.

Alle imprese che non si conformeranno all'obbligo verranno applicate pesanti sanzioni (comprese tra i 100mila e i 500.000 mila euro). Inoltre, la mancata stipulazione della polizza verrà tenuta in conto nell'assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni pubbliche. 

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