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Lunedì, 29 Aprile 2024
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"Ho subìto sei interventi al cuore. Il mio corpo non è facile per un chirurgo": Omar Pedrini racconta la malattia

Il cantante convive da anni con dei gravi problemi cardiaci

Omar Pedrini convive da anni con dei gravi problemi cardiaci. Una condizione che il cantante bresciano, 55 anni, ex leader dei Timoria, ha imparato ad accettare insieme a tutte le conseguenze che essa comporta, compresa l'eventualità di un nuovo intervento. "Mi è stato scoperto un affaticamento cardiaco importante" ha raccontato il rocker al Corriere a proposito dell'ultima degenza in ospedale documentata sui social: "Ho anche un cuore un po’ ipertrofico, più grande del normale (...) Ho subìto sei interventi con altrettante anestesie totali, quattro dei quali nell’ultimo anno e mezzo. Da plurioperato, il mio corpo quasi bionico ha mille coaguli, aderenze, protesi, non è terreno facile per un chirurgo. Usare la tecnica robotica e non dovermi aprire è un grande vantaggio".  

Pedrini racconta di aver subito il primo intervento d'urgenza nel 2004. Poi, dieci anni dopo, un malore dopo un concerto a Roma lo ha ancora una volta allertato sulla sua salute. Oggi la malattia è per lui una sorta di spada di Damocle che, dice, "ti porta a essere a posto con la tua coscienza ogni volta che chiudi gli occhi; a comportarti meglio nei rapporti umani: non hai voglia di litigare se domani hai una visita per cui preghi Dio che vada bene. E poi, ti godi il presente. Non immagina con che occhi guardo i miei bambini…". Il riferimento è ai figli Emma Daria e Leone Paolo di 10 e 2 anni, nati dall'amore per la moglie Veronica Scalia. Pedrini ha anche un altro figlio, Pablo, nato nel 1993 da una precedente relazione.   

La malattia ha cambiato consapevolezze e priorità nella vita del cantante e spesso ripete il messaggio dello scrittore americano Kurt Vonnegut "Quando siete felici fateci caso". Un pensiero che ribadisce anche nel corso dell'intervista: "Deve essere così. Come dicono i saggi orientali: “Sarebbe bello vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo e imparare come se non dovessimo morire mai. Per questo adoro chi prende il diploma a 90 anni".

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