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Venerdì, 26 Aprile 2024
INDIA

Bhopal: a 30 anni dal disastro nessuna giustizia

Il 3 dicembre 1984 a Bhopal una fuoriuscita di 40 tonnellate di sostanze tossiche uccide in poco tempo più di 2mila persone e ne avvelena decine di migliaia. Di avvelenare da allora non hai mai smesso

Il 3 dicembre 1984 poco dopo la mezzanotte, dallo stabilimento della Union Carbide India Limited (UCIL), società specializzata nella produzione di fitofarmaci, inizia a fuoriuscire veleno. Nello specifico c'è una fuga di 40 tonnellate di isocianato di metile (Mic). In poco tempo raggiunge le aree abitate, uccidendo sul colpo più di duemila persone e avvelenandone altre decine di migliaia. Il governo dello Stato del Madhya Pradesh, dove si trova Bhopal, conferma un totale di quasi 4mila vittime, ma le stime parlano di più di 15mila. 

Cosa è successo in trent'anni? Si pensa che visto che i prodotti chimici sono ancora presenti nello stabilimento UCIL abbandonato e ancora non è stato bonificato, il che significa che le sostanze continuano a inquinare la terra del Madhya Pradesh. I responsabili del disastro sono coinvolti in diversi processi penali e civili, presso tribunali americani e indiani. Le accuse vanno all'UCIL, a lavoratori ed ex-dipendenti, alla multinazionale di cui UCIL faceva parte, Union Carbide e in particolare all'amministratore delegato, Warren Anderson (deceduto nel 2014) su cui pendeva nel 2009 un mandato di arresto emesso dall'India. Nel 2010 da Bhopal è arrivata la sentenza che condannava alcuni ex-dirigenti per omicidio colposo a due anni di carcere e il risarcimento di 2mila dollari di multa. I condannati sono stati scarcerati su cauzione e hanno presentato ricorso in appello. 

Per Warren Anderson, dichiarato contumace dalla magistratura indiana perché mai si presentò al processo che lo accusava di omicidio, partì la richiesta di arresto, con quella di estradizione dagli Stati Uniti. Ma quell'atto non bastò e Anderson è morto da latitante in Florida nel settembre del 2014. 

Come è Bhopal, dopo decenni dal disastro | Foto Infophoto


La Union Carbide ha pagato 470 milioni di dollari per i danni causati dal disastro e solo una piccola parte di questi è arrivato alle famiglie delle vittime del disastro, che ogni anno il 3 dicembre brucia le effigie di Anderson e dei politici indiani coinvolti per le strade di Bhopal. Dal 2004 esiste un fondo governativo di 330 milioni di dollari che risarcisce parenti e vittime. 

Attualmente i lavori di bonifica della zona sono fermi, a differenza della contaminazione, che invece va avanti da quarant'anni: diversi studi hanno mostrato come casi di cancro e altre patologie in queste zone hanno subito un aumento esponenziale dopo il disastro. La pioggia trascina le sostanze attraverso il terreno, contaminando pozzi e sorgenti d'acqua. Nel 2004, dieci anni fa, un'inchiesta della BBC aveva mostrato come sostanze chimiche tossiche tra cui esaclorobenzene e mercurio si trovavano contenute in contenitori aperti o abbandonate sul terreno. Alcune aree sono così inquinate che chi vi si trattiene per più di una decina di minuti rischia una perdita di conoscenza. 

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