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Sabato, 27 Aprile 2024
La Moldavia trema / Moldavia

Il prossimo obiettivo di Putin

Chisinau teme di diventare il prossimo obiettivo della mire di Putin: i motivi non mancano. Se Odessa, come pare possibile, diventerà la città spartiacque della guerra in Ucraina, le cose si mettono male per la Moldavia, nazione giovane, fragile ed esposta come non mai

Per i moldavi, assistere all'invasione russa della vicina Ucraina riporta alla mente ricordi dolorosi del conflitto che coinvolse i separatisti sostenuti da Mosca 30 anni fa, e suscita timori che il Paese possa diventare il prossimo obiettivo della Russia. La nuova fase della guerra, con il tentativo russo di  conquistare l'intera fascia costiera fino alla Transnistria, non fa altro che aumentare la paura. Nella cittadina di Palanca, "tutti hanno paura", diceva un mese fa all'AFP il 23enne Alexio Mateev. Il giovane volontario offriva tè e caffè al flusso di rifugiati ucraini che si erano riversati oltre il confine dal giorno in cui era iniziato l'attacco della Russia.

La Moldavia trema 

Nelle scorse settimane i diplomatici occidentali hanno investito la Moldavia di un'insolita quantità di attenzioni. Il Paese di 2,6 milioni di persone, uno dei più poveri d'Europa, ha accolto dal 24 febbraio in visita il capo della politica estera dell'UE Josep Borrell e il segretario di Stato americano Antony Blinken. L'instabilità al confine che il conflitto potrebbe generare non è una novità. E' parso chiaro sin dal 24 febbraio che per la Moldavia le cose erano cambiate all'improvviso. I rischi per la sicurezza della Moldavia sono evidenti. A meno di 100 km a est di Chisinau c'è la regione separatista della Transnistria, sostenuta dalla Russia, che si è auto-dichiarata indipendente nel 1990 ma non è riconosciuta da nessuno nella comunità internazionale, Mosca ha ancora una base militare lì e una scorta di circa 20.000 tonnellate di munizioni a Kolbasna: "Se lo colpiscono esplode mezza Moldavia", dice qualcuno.

Chisinau ha sempre chiesto che le truppe russe se ne andassero, ma non ha mai potuto alzare più di tanto la voce.  Mentre il conflitto sulla Transnistria è stato congelato dal 1992, l'aggressione russa in Ucraina ha fatto rivivere ricordi dolorosi dei combattimenti che hanno causato centinaia di vittime. Di recente, nel 30° anniversario dell'inizio ufficiale del conflitto, il governo e i media moldavi hanno reso omaggio agli "eroi" caduti nella guerra. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato il suo sostegno alla "sovranità e sicurezza" della Moldavia, ma c'è una diffusa preoccupazione per le intenzioni del presidente russo Vladimir Putin. "Se l'Ucraina cade, la Russia farà lo stesso con la Moldavia", ha detto tempo fa l'ex presidente della Corte costituzionale Alexandru Tanase in un post su Facebook. Si è persino detto convinto che ci sia già una lista di nomi per un governo fantoccio al Cremlino.

Cosa cambia se Odessa diventa la città chiave della guerra di Putin in Ucraina

L'analista Valeriu Pasa del think tank WatchDog ritiene che "i moldavi sanno di non avere la garanzia di sicurezza che offre l'adesione alla NATO", a differenza della vicina Romania. Se Odessa, come pare possibile, diventerà la città spartiacque della guerra in Ucraina, le cose si mettono male per la Moldavia. Se nei prossimi mesi la Russia occuperà totalmente o parzialmente la vasta regione intorno a Odessa, il Paese sarà molto esposto. Chisinau è già stata vittima di quella che alcuni osservatori hanno definito "aggressione ibrida" di Mosca, ovvero un taglio netto nelle consegne di gas, come punizione per l'avvicinamento della Moldova all'Unione europea. La Moldavia punta a entrare prima o poi nell'Unione europea, ma i tempi sono lunghi. Due settimane fa il commissario europeo all'Allargamento, Olivér Várhelyi, ha consegnato il questionario per l'adesione all'Ue al ministro degli Esteri Nicu Popescu, a margine del Consiglio Affari Esteri in Lussemburgo, dopo quelli consegnati già all'Ucraina. "Un primo passo", ha commentato Várhelyi. "Siamo pronti ad andare molto veloci - ha aggiunto -, quindi prima lo compilerete più velocemente saremo in grado di fornire il parere" della Commissione al Consiglio europeo.

La Moldavia è un Paese giovane e più fragile di altri

L'indipendenza è una conquista recente, è un Paese giovane e più fragile di altri nell'Europa orientale. Un crogiolo di popoli, che spera di poter restare neutrale ma che dipende al 100% dal gas russo. Non ha neanche adottato le stesse sanzioni dell'Ue per non indispettire il suo fornitore unico e imprescindibile, Vladimir Putin. Ma proprio per questa scelta pragmatica di restare ben al di fuori dalla Nato, la Moldavia è vulnerabile come l'Ucraina. 

Il generale del Cremlino Rustam Minnekayev, che ha minacciato la Moldavia, ha spaventato il governo di Chisinau soprattutto per la scelta delle parole. Ha infatti fatto cenno a un pretesto da manuale delle invasioni di Putin: difendere "il popolo oppresso" russofono che vive in Transnistria. Come nel Donbass. "Dopo di noi a chi toccherà?". La domanda di Volodymyr Zelensky si leva come un monito per gli Stati vicini, ipotizzando che Mosca non voglia fermarsi all'invasione dell'Ucraina. Il Cremlino "progetta di conquistare altri Paesi", ha affermato il presidente ucraino. Il pensiero corre subito alla Moldavia, sebbene il nervosismo cresca anche nelle ex repubbliche sovietiche dell'Asia centrale. La Moldavia ha convocato l'ambasciatore russo per esprimere "profonda preoccupazione" di fronte alle dichiarazioni dell'esercito di Mosca di voler conquistare il sud dell'Ucraina per ottenere accesso alla regione moldava della Transnistria. "Il ministero degli Esteri della Moldova considera queste dichiarazioni in contrasto con la posizione della Russia a sostegno della sovranità e l'integrità territoriale del nostro paese entro frontiere riconosciute internazionalmente", si legge in un comunicato ripreso dall'agenzia stampa russa Interfax. Le autorità di Chisinau hanno ricordato all'ambasciatore Oleg Vasnetsov lo stato neutrale del Paese, chiedendo il suo rispetto da parte russa.

Putin potrebbe provare a destabilizzare la Moldavia anche alimentando il separatismo in una regione autonoma del Paese, la Gagauzia. Come riporta Politico Kamil Calus, analista del Center for Eastern Studies con sede a Varsavia, ha scritto che il Cremlino potrebbe preparare uno "scenario della Crimea" nell'enclave, che è popolata da un gruppo turco cristiano ortodosso storicamente filo-russo. A febbraio, il 98,4% di Gagauz ha votato in un referendum regionale a favore dell'adesione all'Unione doganale eurasiatica russa piuttosto che perseguire una più profonda integrazione con l'Unione europea.

La Moldavia è un "piccolo Paese del cuore grande", secondo una recente campagna promozionale del governo di Chisinau. La attendono mesi complicati.

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