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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Barbara Lezzi: chi è la ribelle M5s che vuole affossare il governo Draghi

Dal caldo che fa crescere il Pil alla battaglia persa su Ilva e Tap nonostante gli asciugamani da mettere sul gasdotto, fino alla coltivazione delle cozze per risolvere il problema dell'occupazione al Sud: un miniritratto della senatrice che l'ha giurata a SuperMario

“Avete chiuso i bancomat in Grecia”: nelle parole del senatore del MoVimento 5 Stelle Elio Lannutti c'è tutta la descrizione di un clima nei confronti del governo Draghi e di SuperMario che diventerà sempre più incandescente nei giorni a seguire.  Alla fine, nelle file pentastellate si contano 15 voti contrari a Draghi e 6 assenti. Votano no: Abate, Angrisani, Corrado, Crucioli, Di Micco, Giannuzzi, Granato, La Mura, Lannutti, Lezzi, Mantero, Mininno, Moronese, Morra, Ortis. Disertano la votazione invece: Auddino, Botto, Campagna, Dessì, Garruti, Nocerino. Per i dissidenti quasi certamente arriveranno sanzioni disciplinari, dal momento che il capo politico Vito Crimi ha definito "vincolante" il voto degli iscritti. I riflettori ora sono puntati sulla Camera, dove la fronda dei deputati anti-Draghi è pronta alle barricate.

Aggiornamento: Barbara Lezzi e altri 14 senatori M5s che hanno votato no alla fiducia al governo Draghi saranno espulsi. Lo ha annunciato Vito Crimi su Facebook:

 "I 15 senatori che hanno votato no alla fiducia saranno espulsi". Lo annuncia su Facebook il capo politico del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, che aggiunge: "si collocano, nei fatti, all'opposizione. Per tale motivo non potranno più far parte del gruppo parlamentare del Movimento al Senato. Ho dunque invitato il capogruppo a comunicare il loro allontanamento, ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo". 

Barbara Lezzi: chi è la ribelle M5s che vuole affossare il governo Draghi

Ma la frondista più arrabbiata non poteva che essere lei, Barbara Lezzi. Che da settimane guida il fronte del no parlamentare a Draghi (di quello extraparlamentare si occupa Alessandro Di Battista dal tinello di casa sua) e punta alla creazione di un gruppo parlamentare autonomo. I numeri ci sarebbero, la volontà politica anche mentre la strada dell'opposizione al governo Draghi per ora vede come compagni di viaggio solo i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Politicamente c'è una prateria aperta, specialmente se SuperMario farà davvero quello che promette, a cominciare dai ristori solo alle aziende in grado di sopravvivere. E lei potrebbe mettersi a capo della protesta. Ricordando tutte quelle battaglie che ha cavalcato in questi anni. Certo, perdendole tutte però. 

Nata a Lecce nel 1972, Lezzi è al secondo mandato parlamentare con il M5s, eletta sempre in quella Puglia che è stata sempre al centro dei suoi pensieri. Insieme alla famiglia, visto che la prima volta che fece parlare di sé fu nel 2013, quando dovette ammettere pubblicamente in seguito agli attacchi degli attivisti locali di aver assunto come collaboratrice parlamentare la figlia del suo compagno (nel frattempo diventato marito: insieme hanno un figlio nato nel 2016 e che si chiama Cristiano Attila) e poi si difese: "Non ho violato il regolamento. Il Senato vieta di assumere collaboratori fino al quarto grado di parentela. Il codice di comportamento del M5S, poi, non prevede limiti sull'assunzione dei collaboratori personali. Le regole riguardano le assunzioni negli uffici legislativi, per le quali si chiedono i curriculum". Prima era già diventata famosa per aver portato in parlamento il famoso apriscatole con cui grillini dovevano aprire l'emiciclo "come una scatoletta di tonno": come è andata a finire si sa. 

Lei invece da quel momento non si è più fermata. Nell'agosto 2017 tornò alla ribalta della cronaca per i condizionatori che facevano crescere il Prodotto Interno Lordo: "Quello che ha fatto marciare la produzione industriale sono i numeri di giugno, perché a giugno si è consumata molta più energia perché ha fatto molto più caldo. E allora i consumi per i climatizzatori, per la catena del freddo, per l’aria condizionata delle macchine hanno fatto aumentare, esplodere la produzione industriale. A giugno 2017, rispetto all’anno precedente, il consumo di energia è aumentato del 9,8%. Per una questione di emergenza e di vera necessità". L'Istat non era del tutto d'accordo con la teoria del caldo che faceva aumentare il Pil: "La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell’industria e dei servizi e di una diminuzione nel settore dell’agricoltura". 

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Le grandi battaglie di Barbara Lezzi: dal caldo che fa aumentare il Pil al Tap da chiudere con l'asciugamano

Non fu l'unico inciampo per Lezzi in quella legislatura. Mitica fu anche quella volta in cui disse di prendere "solo" 14mila euro al mese mentre una sua restituzione non era andata a buon fine per un non meglio precisato "errore" della sua banca. Ma il meglio di sé la senatrice pugliese lo ha dato in questa legislatura. Dopo aver stravinto il collegio sbaragliando, tra l'altro, la concorrenza di un certo Massimo D'Alema, è stata nominata ministra per il Sud nel governo Conte che era stato creato con la Lega. Subito alla sua prima uscita ministeriale disse che il MoVimento 5 Stelle avrebbe fermato il Tap e invitava i pugliesi contrari a stendere un asciugamano sul gasdotto. Che però passa sotto terra. Secondo Lezzi gli accordi per la costruzione del famoso gasdotto sarebbero stati rotti dal M5s al governo che avrebbe fermato l'opera: quando divenne chiaro che non sarebbe andata così anche perché era impossibile stoppare tutto, gli attivisti No-Tap la presero di mira in più occasioni la sua risposta fu orgogliosa: ""Non può dirmi dove andare, a casa mia ci torno quando e come voglio, perché non ho nulla di cui vergognarmi e vado a testa alta".

Anche Ilva, nel progetto di Lezzi, era da chiudere al più presto. E per i posti di lavoro aveva già la soluzione pronta: "Per risolvere la situazione" - spiegava Lezzi in un video pubblicato dal canale YouTube del Movimento - ci sono tantissime strade da percorrere" per rimediare alla chiusura degli stabilimenti di Taranto, Novi Ligure e Genova. Una su tutte, la mitilicoltura. Vale a dire la coltivazione di cozze. E ci credeva davvero: ""È giusto che Taranto contribuisca al Pil nazionale, ma non solo con il siderurgico, può farlo anche con altri investimenti che guardino al futuro. È una bella città di mare di cui si parla solo per l'ex Ilva, ma ha, per esempio, una lunga tradizione nell'attività di mitilicoltura, che non può essere dimenticata". Sempre all'epoca delle promesse da marinai sul governo, la Lezzi aveva giurato "la riduzione del numero dei parlamentari con un decreto da approvare in sole due settimane". Naturalmente non si può fare visto che il numero dei parlamentari è scritto nella Costituzione.

Una volta se l'è anche presa con Marco Travaglio, che l'aveva benevolmente presa in giro per la sua affermazione "i cittadini devono essere informati a 370 gradi". Nel febbraio 2020 aveva dato spettacolo a Non è l'Arena di Massimo Giletti spiegando che i ministri grillini, a differenza degli altri sempre criticati, andavano in auto blu per questioni di sicurezza: "Ci sono dei protocolli di sicurezza che evincono (?) anche dalla responsabilità del ministro stesso, il ministro non può andare in giro così, da solo". E gli altri no o solo quelli M5s hanno diritto alla sicurezza? 

Intanto, da quando non è più ministra, ha riscoperto il piacere della fronda. Ma non si è capito se ha davvero intenzione di uscire dal MoVimento 5 Stelle. Fino a ieri stava battagliando con Vito Crimi sulla reggenza: "Il M5S ha deciso di cambiare la propria governance - ha scritto su Facebook - Da oggi non sarà più guidato da un capo politico e neanche da un reggente. Ora è necessaria e urgente la convocazione degli iscritti per l'elezione del nuovo comitato direttivo in quanto il M5S non può restare privo delle figure autorizzate ad assumere decisioni sulle linee politiche. È indispensabile che venga individuato un organo di riferimento per il Presidente del Consiglio e per tutte le altre forze politiche che volessero interloquire con il M5S. È fondamentale, inoltre, che si dia immediato seguito alle richieste che giungono dai territori per l'apertura delle procedure per la certificazione delle liste per le prossime amministrative. Comitato di garanzia e Collegio dei probiviri possono solo agire per l'ordinaria amministrazione". Lei si vuole candidare per portare il M5s all'opposizione del governo Draghi. Se andrà male potrà sempre andarsene. Insieme a Di Battista. 

Vito Crimi: 15 senatori espulsi dal M5s, anche Barbara Lezzi

"Ieri al Senato il Movimento 5 Stelle ha votato sì. Non lo ha fatto a cuor leggero, è evidente. Ma lo ha fatto - prosegue Crimi - Lo ha fatto con coerenza, nel rispetto dell'orientamento emerso in seguito all'ultima consultazione, dove la maggioranza dei nostri iscritti si è espressa a favore. E lo ha fatto con coraggio, assumendosi la responsabilità di una scelta che non guarda all'interesse esclusivo del Movimento o al facile consenso, bensì agli interessi di tutti i cittadini italiani e della nostra comunità nazionale. Quello di chi ha votato sì è un voto unitario, una responsabilità collettiva, non del singolo. I compromessi con sé stessi, con i propri credo, convinzioni e valori, sono quelli più difficili. Riuscire ad affrontarli e sostenerli per il bene di un Paese che sta vivendo il momento più difficile della sua storia recente non è una sconfitta, è un valore aggiunto in termini di etica e dignità".

Poi riferendosi ai 15 'dissidenti' precisa: "I 15 senatori che hanno votato 'no' sono venuti meno all'impegno del portavoce del Movimento che deve rispettare le indicazioni di voto provenienti dagli iscritti. Tra l'altro, il voto sul nascente Governo non è un voto come un altro. È il voto dal quale prendono forma la maggioranza che sostiene l'esecutivo e l'opposizione". Quindi conclude: "Sono consapevole che questa decisione non piacerà a qualcuno, ma se si pretende rispetto per chi la pensa diversamente, lo stesso rispetto si deve a chi mette da parte le proprie posizioni personali e contribuisce al lavoro di un gruppo che non ha altro obiettivo che quello di servire i cittadini e il Paese"

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