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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

I 7 senatori che mancano al Conte-Ter (ma Renzi vuole di più)

Ieri sera una new entry in maggioranza: Luigi Vitali, ex Forza Italia. L'obiettivo della maggioranza assoluta a Palazzo Madama è ancora lontano. Intanto il premier aspetta il nuovo incarico per cominciare a trattare con Italia Viva. Che alza il prezzo dell'appoggio al nuovo governo

Fino all'altroieri il senatore di Forza Italia Luigi Vitali aveva smentito le voci che lo volevano pronto ad entrare nel gruppo degli Europeisti Maie Centro Democratico che è nato a Palazzo Madama per sostenere la nascita del Conte-Ter. Ieri aveva fatto sapere che per passare in maggioranza avrebbe chiesto la modifica della linea sulla giustizia, in particolare sulla prescrizione e sui trojan. E infatti ieri sera Vitali ha comunicato alla capogruppo Anna Maria Bernini che ha cambiato idea: "Ho deciso di sostenere il presidente Conte, perché in una situazione drammatica come quella che vive il Paese, vedo gente pensare più a interessi di parte, seppure legittimi, anziché pensare a cosa serve al Paese". Poi giovedì in mattinata la precisazione-passo indietro (o quantomeno di lato): nessun "appoggio politico" al governo Conte-Ter ma solo una "interlocuzione" sul tema della giustizia. Interlocuzioni in corso, evidentemente.

EDIT ore 9,53: Il senatore di Forza Italia Luigi Vitali, che ieri sera aveva annunciato di lasciare FI per andare a sostenere un governo guidato da Conte, ci ripensa e questa mattina in una nota fa sapere: "Ribadisco dunque nessun appoggio politico al Conte Ter". Il senatore resta iscritto al gruppo di Forza Italia. Il titolo dell'articolo è stato quindi editato. 

"Cari colleghi, come doverosamente comunicato alla presidente, ho preso la decisione di sostenere il professor Conte. Ho espresso sempre la mia perplessità sulla situazione attuale. È stato un onore lavorare con voi", aveva comunicato ieri sera Vitali ai colleghi di Palazzo Madama, sentita al telefono la capogruppo Anna Maria Bernini.

Ma oggi fa marcia indietro e spiega che l'interlocuzione con Conte è esclusivamente su "una riforma complessiva della Giustizia" ed il suo appoggio per "un ritorno allo stato di diritto e di garanzie nel processo", nel solco di quanto indicato da Silvio Berlusconi "sull'apertura ad un Governo Istituzionale" e da Matteo Salvini sulla "volontà di parlare con chiunque a patto che fossero messi al centro i contenuti di una piattaforma di Governo che prevedesse tra gli altri una riforma della Giustizia e Fiscale". 

A convincerlo, apprende l'Adnkronos da qualificate fonti azzurre, la telefonata di Silvio Berlusconi. Ma c'è chi assicura, riferiscono fonti parlamentari di centrodestra, che anche Matteo Salvini, abbia preso il telefono per fare 'moral suasion'.

I sei (ora 7) senatori che mancano al Conte-Ter (ma Renzi vuole di più)

La scelta di Vitali sarebbe numericamente importante perché il gruppo nato ufficialmente ieri mattina contava appena dieci senatori, aveva dovuto subire all'ultimo la defezione di Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella (a quanto pare perché gli altri si erano rifiutati di inserire il simbolo di Noi Campani in quello del gruppo) e aveva raggiunto il "magic number" necessario a presentarsi dal Capo dello Stato nelle consultazioni soltanto grazie all'inserimento, all'ultimo minuto, della scrittrice Tatjana Rojc, che si trovava fino al giorno prima nel gruppo del Partito Democratico, e di Gianni Marilotti, uscito dal M5s a novembre. Oggi Rojc in un'intervista al Corriere della Sera dice che si è spostata dal Pd con l'ok di Zingaretti. Soprattutto, i dieci già votavano la fiducia al governo Conte che quindi non aveva guadagnato nulla dalla nascita del gruppo orchestrata da Bruno Tabacci, che intanto sta lavorando per creare la stessa sigla anche alla Camera. Lonardo spiega oggi in un'intervista a Repubblica che ha mollato proprio quando al nome del gruppo è stato aggiunto "Centro Democratico", 'firma' di Tabacci, mentre hanno rifiutato di inserire il suo simbolo: "Ma sostengo Conte dal Misto, questo paese ha bisogno di un governo stabile". In ogni caso il Pd "non vede alternative a Conte premier" secondo il ministro Enzo Amendola, che non nasconde però le difficoltà: "Fermarsi a 157-158 voti non è sufficiente". Il centrodestra si interroga e avverte: "Conte non può pensare di governare con passaggi singoli".

Il dato numerico immediato però è che ora al Conte-Ter per raggiungere l'obiettivo minimo della maggioranza assoluta al senato mancano ufficialmente sei senatori e non sette. nell'ultima fiducia Conte ha ottentuo 156 voti, a cui bisogna aggiungere il parlamentare M5s Francesco Castielllo che si era ammalato di Covid-19 ma ora è in convalescenza, ma anche sottrarre 3 senatori a vita (Cattaneo, Segre, Monti) che non potranno sostenere il governo sempre: si scende a quota 154 senatori eletti, sette in meno della maggioranza assoluta. Con Vitali siamo a sei in meno. Se Eugenio Comincini di Italia Viva terrà fede alle parole che ha scritto su Facebook qualche giorno fa, i voti in meno saranno cinque. Ma il governo sarebbe comunque a rischio per ogni raffreddore. Nonostante questo, l'AdnKronos scrive che tra gli attenzionati si fanno i nomi di Anna Carmela Minuto e Anna Stabile. Mentre Paolo Romani di Cambiamo, che aveva coniato l'espressione "Governo di salvezza nazionale", dice che non vuole uscire dal centrodestra: "Non siamo interessati ad aggiungerci ai cespugli, con cui Conte non potrà mai fare un governo, perché il nuovo gruppo non garantisce nulla in termini numerici. E non mi pare ci siano i presupposti per vederlo crescere". 

Tra le varie voci è circolata anche quella della creazione di una nuova formazione politica, sempre di stampo centrista, con dentro l'Udc e i 'totiani' di 'Cambiamo, pronto a entrare in campo per il 'dopo Conte', ma viene considerato dai più uno spin messo in giro ad arte da chi lavora per affossare l'avvocato del popolo. Si parla anche dell'intenzione della Lega di dar vita a una nuova componente nel Misto, primo passo per un contenitore dove far transitare i Cinque Stelle scontenti nel perimetro del centrodestra. Un rumor avvalorato dal fatto che stamane, in occasione della Giunta per il regolamento di Palazzo Madama riunita per discutere sul caso De Falco, la Lega si sarebbe particolarmente battuta per semplificare le norme vigenti che consentono di creare nuove componenti politiche all'interno del gruppo Misto. Nelle scorse settimane Matteo Salvini aveva parlato di uno scouting leghista tra le fila pentastellate. 

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Matteo Renzi: "Non mi cag...". Ma vuole Maria Elena Boschi ministra

Per questo ad oggi appare decisivo per il varo del Conte-Ter il raggiungimento di un accordo con Italia Viva: i numeri sarebbero più larghi anche se Matteo Renzi e i suoi non dovessero essere più l'ago della bilancia. Il Fatto Quotidiano oggi in un retroscena a firma di Wanda Marra racconta che ieri proprio il senatore di Scandicci si è fatto sfuggire una frase piuttosto colorita per definire l'attuale situazione politica: 

“Metterò il veto a Conte? No. La verità è che non mi ‘cagano’ ”. Nelle conversazioni di Renzi con i parlamentari a lui più vicini, torna questa considerazione. Niente affatto secondaria: oggi il leader di Iv andrà a fare le consultazioni al Quirinale mentre gli altri protagonisti della crisi stanno lavorando per neutralizzarlo il più possibile. Per questo, non lo cercano.

A quanto pare però non è vero che non lo... cerchino. Il Mattino racconta oggi che invece Renzi punta a un esecutivo con dentro Italia Viva e guidato da Luigi Di Maio: "Sarebbe divertente vedere i grillini senza Conte, ma con noi in maggioranza". E che se venisse davvero chiamato al tavolo da Conte "Matteo si siederà al tavolo con il coltello tra i denti. Chiederà un radicale cambio di metodo, un nuovo ministro della Giustizia al posto di Bonafede, il sì al Mes, un Recovery Plan molto diverso e tante altre belle cose. Dopodiché, se ci sarà stallo, si andrà su Di Maio o Franceschini o Gentiloni o la Cartabia. Il che farebbe di Matteo l’uomo più felice del mondo". 

Ora per rimpolpare le fila si guarda soprattutto al centrodestra. In un clima così incerto, tutto è possibile. Soprattutto in quell'area grigia formata da parlamentari delusi dalla linea del partito troppo appiattita sui sovranisti. ''Quanti insospettabili potrebbero uscire allo scoperto al momento utile nessuno può dirlo'', confida un big azzurro, impegnato a serrare i ranghi per provare a blindare i gruppi forzisti.

La carriera politica di Conte a rischio

Ma il rimpastone con il Conte-Ter non si fermerebbe certo qui. Un altro a rischio, scrive oggi Repubblica, è il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, entrato nel mirino per via della gestione del Recovery fund e per il quale potrebbe aprirsi a sorpresa un'altra strada: quella della candidatura a sindaco di Roma. Si parla anche di uno scambio tra Graziano Delrio e Paola De Micheli: il primo andrebbe al ministero dei Trasporti, la seconda diventerebbe capogruppo alla Camera del Partito Democratico. Nel risiko fantapolitico di queste ore Roberta Pinotti potrebbe andare alla Difesa e Lorenzo Guerini traslocare agli Interni. Ma le sorprese non finirebbero qui. Perché si parla di un ruolo anche per il fedelissimo di Zingaretti Andrea Orlandi e, soprattutto, dell'entrata al governo di Maria Elena Boschi e di Alessandro Di Battista. Proprio lui però ieri è tornato a sostenere il premier contro Renzi: è molto difficile, se non impossibile, che poi accetti di sedersi nello stesso governo con Italia Viva. 

Dall'altra parte della barricata Conte invece pensa che una volta ottenuto il reincarico da Sergio Mattarella potrà presentarsi al tavolo con Renzi da una posizione di forza. Perché, è il suo pronostico, per quel momento, che nel caso dovrebbe arrivare all'inizio della prossima settimana, l'operazione Europeisti dovrebbe garantirgli una maggioranza in Senato anche senza Italia Viva. D'altronde è sempre stato questo il piano che gli è stato prospettato nei giorni scorsi dal Partito Democratico. Chissà se però l'avvocato, da par suo, ha letto anche l'ultima riga piccola del contratto. Ovvero la postilla che dice che se fallisce nella formazione del nuovo governo dopo il reincarico la sua carriera politica è virtualmente chiusa. 

EDIT ore 8,03: Intanto Guido Crosetto propone una Bicamerale: "Io non lo so come andrà a finire questa crisi. So che difficilmente finirà con le elezioni anticipate, perché solo Giorgia Meloni le vuole veramente. Ma qualsiasi maggioranza si riesca a costruire, non sarà mai così solida e ampia da consentire l'approvazione delle riforme necessarie e di una nuova versione del Recovery Plan. Per garantire quelle servirà altro'', dice a Repubblica il cofondatore di Fratelli d'Italia, secondo cui "il gruppo dei 5Stelle difficilmente potrà reggere soluzioni diverse da quelle che portano a Giuseppe Conte. Non perché lui sia un collante unico e indispensabile. Ma perché è il perno di un equilibrio precario. Se togli lui, tutto il resto crolla''. "Se dovessi scommettere un euro - afferma Crosetto - lo punterei sul ritorno alla maggioranza precedente, con Matteo Renzi. Esattamente quella di prima. Anche se Renzi è un elemento di rottura per una parte rilevante dei duri e puri. Potranno digerirlo di nuovo ma avranno sempre le mani legate. Potranno anche costruire una maggioranza aritmetica che abbia i numeri necessari e sufficienti in Parlamento. Altra cosa è una maggioranza politica. Quella non c'è e in questa legislatura non ci sarà: solo le elezioni possono darne una".

EDIT ore 8.35: "Noi crediamo che la maggioranaza che speriamo si formi in queste ore abbia numeri molto più larghi. Non ci muoviamo solo nell'arco dei numeri che ha avuto Conte con la fiducia al Senato. Per le emergenze che abbiamo, il Recovery e il Covid, fermarsi a (una maggioranza di) 157 o 158 non è sufficiente" dice a Omnibus su La7 il ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola (Pd). Secondo il ministro, comunque, non ci sarebbe un altro nome al di fuori di quello dell'ultimo presidente del Consiglio. "Non vedo alternativa a Conte premier, credo che questo sia il tentativo che si farà".

EDIT ore 8.59 - Nel centrodestra si tira a indovinare. Nessuno sa cosa può succedere dopo le consultazioni di oggi e domani. "Oggi si saprà se alla fine il Governo Conte vive, se si trova un accordo dopo lo strappo un pò brutale di Renzi, oppure se le posizioni per rimettere insieme il Governo non ci sono. Non credo che il presidente Conte possa pensare di governare con passaggi singoli come quelli a cui abbiamo assistito ieri" dice il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo! Giovanni Toti stamani a Radio Capital. "Se si troverà un accordo con Renzi ripartirà un Conte ter, non saprei dire su quali basi e quante critiche mosse talune anche opportunamente da Italia Viva saranno accolte, oppure se non ci saranno i numeri per un Governo".

EDIT ore 9.10 - Il Movimento 5 stelle, attraverso le parole di una "fedelissima" di Luigi Di Maio, fa quadrato intorno all'avvocato di Volturara Appula: "Sicuramente è un momento delicato per il Paese" e "sicuramente il presidente Conte ha avuto e ha un ruolo importantissimo, ha gestito la crisi in modo importante", quindi resta per noi "il punto di riferimento" dice la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, a Radio Anch'io su Rai Radio Uno.

EDIT ore 9.15 - Vitali si sfila? Nessun "appoggio politico" al governo Conte Ter ma solo una "interlocuzione" sul tema della giustizia, "nel solco di quanto dichiarato da Berlusconi sul governo istituzionale e da Salvini sul parlare con tutti a patto" che si discuta di riforme della giustizia e del fisco. Il senatore Luigi Vitali, che solo ieri aveva annunciato di aderire al gruppo degli Europeisti "per sostenere Conte", precisa così in una nota i termini della sua decisione. "Nelle scorse ore ho avuto modo di interloquire con il Presidente del Consiglio Conte sottoponendogli l'urgenza e l'importanza per il Paese di una riforma complessiva della Giustizia dichiarando il mio appoggio ad un ritorno allo stato di diritto e di garanzie nel processo. È inaccettabile pensare che in un Paese civile siano stati aboliti i termini della prescrizione quando i processi hanno una media di durata al di là di tutti gli standard europei. Questo ragionamento condiviso con Conte - sottolinea Vitali - era nel solco di quanto già dichiarato dal Presidente Berlusconi sull`apertura ad un Governo Istituzionale e a quanto dichiarato dal Segretario Matteo Salvini circa la volontà di parlare con chiunque a patto che fossero messi al centro i contenuti di una piattaforma di Governo che prevedesse tra gli altri una riforma della Giustizia e Fiscale. Percorsi utili ed essenziali per evitare elezioni anticipate che tutt`ora ritengo insensate. Ribadisco dunque nessun appoggio politico al Conte-Ter".

EDIT ore 9,45: Bruno Tabacci, al lavoro per far sì che il nuovo gruppo Maie-Europeisti-Centro democratico abbia numeri determinanti nel sostegno a un nuovo governo Conte, è ottimista: "La politica è fatta di trattative, di mediazioni, di impegno che poggia su un disegno. E io credo fortemente a quello che stiamo facendo", dice in un intervista a Il Messaggero. "Qui la situazione è seria - aggiunge - e bisogna stare concentrati senza farsi distrarre da protagonismi e altre cose del genere". Serve "la pazienza di Giobbe. Ma ne vale la pena. La pazienza sta nel cercare di dare logica politica anche a chi logica politica non ce l'ha - spiega -. Non è che voglio rimpiangere il passato, quando tutto si teneva perché c'era una politica e protagonisti di livello, ora è diverso e si lavora con il materiale che c'è". Ci saranno "nuovi ingressi nel gruppo a Montecitorio, ma sempre nell'ambito della maggioranza. È al Senato che è difficile, c'è da vedere se si riesce a coinvolgere esponenti politici che non hanno già votato per il governo Conte. Ma le cose si muovono". Secondo Tabacci, tuttavia, "manca in generale un codice politico di riferimento e muoversi in un contesto così non è facile. Quel che è certo, però, è che l'unica possibilità esistente, anche se ne sento di tutti i colori, è quella di un nuovo governo guidato da Conte. Il resto sono diversivi o velleità".

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