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Venerdì, 26 Aprile 2024
Riforme

Stipendi più alti ai prof del Nord e soldi dai privati, è (ancora) polemica su Valditara

Il ministro dell'Istruzione ipotizza un legame tra retribuzione e costo della vita e apre a "nuove strategie" per trovare i fondi per la scuola. Incassa il sì dei presidi ma l'opposizione non ci sta: "Divide l'Italia"

Stipendi degli insegnanti diversi su base regionale, più alti dove il costo della vita è maggiore, e pagati anche grazie ai privati. L'idea arriva direttamente dal ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e scatena la polemica. Un po' come già accaduto quando ha definito l'umiliazione "un fattore fondamentale" nella "crescita della personalità". A distanza di ore arriva poi la precisazione: "Non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud" ma resta il riferimento al diverso costo della vita.

Secondo il ministro "dobbiamo avere il coraggio di togliere istruzione e ricerca dai vincoli di Maastricht".  Inoltre "chi vive e lavora in una regione d'Italia in cui più alto è il costo della vita potrebbe guadagnare di più". Ovvero stipendi più alti al Nord come effetto dell'autonomia differenziata.

Quanto al ruolo dei privati, il ragionamento parte dalla constatazione che alla scuola servono più fondi: "La scuola pubblica ha bisogno di nuove forme di finanziamento, anche per coprire gli stipendi dei professori che potrebbero subire una differenziazione regionale. E per trovarle, si potrebbe aprire ai finanziamenti privati". Valditara parla di "nuove strade, anche sperimentali", di sinergie "tra il sistema produttivo, la società civile e la scuola, per finanziare l'istruzione, oltre allo sforzo del governo". Davanti al rischio, ipotizzato dallo stesso ministro, di scuole e docenti del Nord con più risorse rispetto al Sud per via de tessuto industriale locale Valditara propone un "fondo centralizzato ministeriale. Sarebbe una dote dalla quale attingere per tutti. "Che ci consenta, con i fondi attratti per un liceo di Brescia, di finanziarne anche uno a Palermo o un istituto professionale a Caserta", spiega Valditara.

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"Sensato pagare i prof su base regionale"

Le proposte di Valditara hanno avuto come effetto immediato quello di accendere la polemica. L'idea di aumentare gli stipendi al personale scolastico che vive al Nord è definita "abbastanza sensata" dai presidi. "Molti docenti - racconta all'Ansa Mario Rusconi a capo dei presidi di Anp di Roma - trovano posto di lavoro nelle regioni ma non accettano perché il costo della vita è troppo alto; è una misura che dovrebbe essere estesa anche ad altri impiegati. È un problema il fatto che l'Italia abbia una economia con costi della vita molto diversi, in più chi lavora al nord ha i costi legati al pendolarismo, perché due volte al mese almeno va a trovare la famiglia che si trova al Sud".

I dirigenti si mostrano aperti all'idea di una ruolo maggiore del privato. "Già questo avviene - dicono - soprattutto alle superiori e alle tecniche professionali. Bisogna vedere le condizioni in cui il privato entra, ma le scuole hanno bisogno di fondi, le risorse a disposizione degli enti locali non sono molte. E le scuole dovrebbero avere lo statuto di Fondazioni per avere celerità nello svolgimento dei lavori e risparmio nei costi". 

"Con stipendi differenziati si divide l'Italia"

Il sì dei presidi resta una voce isolata. Le opposizioni tuonano contro quella che viene definita un'iniziativa che spaccherebbe il Paese creando nuove diseguaglianze. 

'Valditara getta la maschera e descrive a chi avesse ancora qualche dubbio il modello che vuole realizzare questo governo: la scuola delle disuguaglianze", dicono i capigruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione al Senato e alla Camera Luca Pirondini e Anna Laura Orrico. Secondo i pentastellati "Garantire stipendi più alti al Nord perché il costo della vita è più alto non ha nulla a che vedere con il merito, né tiene conto degli sforzi enormi che molti docenti mettono in campo in contesti disagiati, dove la scuola rappresenta il principale presidio democratico. Quanto allo spalancare le porte ai soldi dei privati tramite sponsorizzazioni, siamo consci della carenza cronica di risorse, ma questo non può portare a soluzioni che rischiano di aumentare il gap non solo tra Nord e Sud, ma anche tra centro e periferia e tra grandi e piccoli centri". 

Pd

"L'istruzione pubblica era pensata per fare gli italiani e unire l'Italia. I Ministri Calderoli e Valditara, che propone gabbie salariali per gli insegnanti, vogliono definitivamente spaccarla. Fratelli d'Italia o figli di serie A e di serie B? La Presidente Meloni tace e acconsente". scrive su Twitter Peppe Provenzano, ex ministro per il Sud e la coesione territoriale e oggi vice segretario Pd.

Contrari all'idea di Valditara anche la Flc Cgil "Ci riporta indietro di 50 anni, alle gabbie salariali. Semmai c'è un problema che riguarda tutto il personale della scuola: il ministro dovrebbe far finanziare il contratto collettivo che ora vede zero risorse. Il combinato disposto tra ingresso dei privati e disarticolazione del sistema contrattuale è la distruzione della scuola pubblica, è la cosa peggiore che si può fare". 

La replica di Valditara: "Contratto nazionale non in discussione"

Il ministro affida poi a una nota la precisazione su quanto detto. "Non è mai stato messo in discussione - si legge - il contratto nazionale del mondo della scuola, non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud; ho solo riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane. Insieme con sindacati e Regioni si ragionerà anche di questo aspetto, per cercare soluzioni adeguate in favore di docenti e personale scolastico".

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