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Lunedì, 29 Aprile 2024
Medicina e innovazione / Regno Unito

Il trapianto di rene che "cambia tutto" evitando il rigetto (ma ha dei rischi)

Una bimba di 8 anni è stata salvata grazie all'organo donato dalla madre e a una tecnica con cellule staminali che elimina la necessità di prendere immunosoppresori per tutta la vita, ma ci sono controindicazioni

Una bambina di otto anni, Aditi Shankar, è diventata la prima persona del Regno Unito a ricevere un tipo speciale di trapianto di rene che non richiede l'assunzione di farmaci a lungo termine per fermare il rigetto dell'organo. La rivoluzionaria tecnica, utilizzata poche altre volte nel mondo, è stata possibile riprogrammando il suo sistema immunitario prima di donarle il nuovo organi, che nel caso specifico è stato donato da sua madre. Per farlo i medici del Great Ormond Street Hospitaldi Londra hanno utilizzato cellule staminali del midollo osseo della donatrice, in questo modo il corpo della piccola Aditi ha accettato il nuovo organo come se fosse suo.

E così, a poche settimane dal trapianto, la bambina è stata tolta dalla cura di immunosoppressione, eliminando il rischio di effetti collaterali a lungo termine di questi potenti farmaci, che di solito devono essere assunti quotidianamente per prevenire il rigetto dell'organo per il resto della propria vita. Come riporta la Bbc il professor Stephen Marks, specialista dei reni dei bambini al Gosh, afferma che il trattamento di Aditi sembra essere stato un successo. "È la prima paziente nel Regno Unito che ha subito un trapianto di rene a non aver bisogno di farmaci immunosoppressivi dopo l'intervento. Un mese dopo il trapianto, siamo stati in grado di toglierle tutti gli immunosoppressori, il che significa che non subisce gli effetti collaterali dei farmaci", ha detto.

Ma per il momento è ancora improbabile che la procedura venga utilizzata su larga scala, poiché il doppio trapianto di rene e staminali comporta rischi maggiori per il paziente. "Come ogni nuovo trattamento, non è privo di rischi e in questo caso il trapianto di cellule staminali implica che il paziente debba sottoporsi anche a chemioterapia e radioterapia", ha spiegato il presidente del Kidney Research UK, Jeremy Hughes. Tuttavia, ha aggiunto, "il fatto che un paziente possa ricevere un trapianto senza dover ricorrere per tutta la vita a farmaci immunosoppressori rappresenta una svolta significativa e, sebbene al momento il processo abbia una portata limitata, apre la porta a ulteriori sviluppi futuri che potrebbero avere il potenziale di superare una delle principali sfide nella cura dei trapianti".

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