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Sabato, 27 Aprile 2024
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Fazio replica in diretta agli attacchi a Gino Cecchettin: "Vergognoso"

Le parole del conduttore di Che tempo che fa in difesa del suo ospite, da giorni vittima di insulti e odio social

Un'intervista attesa e al tempo stesso molto discussa quella di Gino Cecchettin a Che tempo che fa. Il papà di Giulia Cecchettin è stato ospite di Fabio Fazio, ieri sera sul Nove, ma la sua partecipazione al talk show ha sollevato non poche critiche. Da giorni vittima di insulti e odio social, Gino viene spietatamente giudicato per come sta vivendo il suo dolore, per la sovraesposizione mediatica, per la battaglia intrapresa - insieme a sua figlia Elena - contro il patriarcato, per un cambiamento che sia prima di tutto culturale nei confronti della donna, ancora troppo spesso vittima della violenza dell'uomo, come accaduto a sua figlia Giulia, uccisa dall'ex fidanzato a 22 anni.

Nonostante tutto Gino Cecchettin va avanti e ha portato la sua testimonianza anche in prima serata tv, in uno dei programmi più seguiti della domenica. Ad accoglierlo in studio, commosso, Fabio Fazio, che senza entrare in dettagli e senza aprire alcune parentesi - evitando così di dare eco alla vicenda - ha voluto rispondere personalmente agli attacchi che sta subendo il papà di Giulia: "Noi questa sera non daremo nessuna soddisfazione agli odiatori, a quelli che vergognosamente stanno mandando messaggi di odio nei confronti di Gino e di questa vicenda. È inqualificabile chi si permette di giudicare un dolore così grande senza nemmeno poterlo sfiorare con la comprensione del cuore né della ragione. Quindi lasciamoli nella loro drammatica solitudine". 

L'intervento di Gino Cecchettin

Gino Cecchettin ha ascoltato in silenzio, senza aggiungere altro alle parole di Fazio. Nel suo intervento ha raccontato come ha maturato l'idea di intraprendere questa battaglia, ribadendo il suo impegno: "Il discorso è nato da un profondo dolore, dal cercare di capire quali siano le cause che mi hanno fatto vivere questa tremenda avventura. Ho una mente razionale e quindi mi sono un po' astratto dal mero dolore per cercare di capire, per prima cosa, dove avessi sbagliato io e poi per cercare di dare quantomeno un aiuto a chi ha ancora la possibilità si salvarsi". Gino, molto emozionato, è andato dritto al punto: "Sono qui stasera perché mi trovo mio malgrado a combattere una battaglia di cui io stesso non ero a conoscenza. Quando leggevo di femminicidi ero dispiaciuto per la vittima, per i familiari, ma poi giravo pagina come penso faccia la maggior parte delle persone. È un problema molto serio e va affrontato nella maniera più drastica. Il patriarcato significa che c'è un concetto di possesso - ha detto ancora - e forse è quello il cuore della faccenda: la donna vista come proprietà di qualcuno. Utilizziamo ancora oggi espressioni come 'la mia donna'. Sembra innocua, ma non è così. Anche nel quotidiano dobbiamo iniziare a cambiare il modo di intraprendere una visione della società". Prima di congedarsi, l'appello a tutti gli uomini: "Vorrei dire una cosa ai maschi. In questo momento vorrei invitarvi a dire non 'ti voglio bene' ma 'ti amo' alle mogli e alle compagne. Ditelo spesso. Sempre, ogni volta. Ditelo anche in questo momento".

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