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Martedì, 30 Aprile 2024
Sanremo

Sanremo 2023, i 5 look che entrano nella storia di questo Festival

Abiti, dettagli, mode e modi di interpretare gli abiti come canzoni cucite addosso: cosa ricorderemo di questa 73esima edizione

Ogni volta che Sanremo finisce si archivia la pagina di una storia di cui chiunque, a suo modo, sente di aver fatto parte. E magari di averci pure contribuito almeno un po', per un'innata predisposizione alla sanguigna nazionalpopolarità che spinge all'azione di commentare questa e quella polemica oppure a chiamarsi fuori del tutto, col gesto impudente di spegnerla proprio la tv, chè sono altri i problemi di "questo benedetto, assurdo bel paese". Ma piaccia o no, è sempre tutto un Festivàl nella settimana santa che celebra lo spettacolo e la musica che gli gira intorno. E anche la moda, con i suoi eccessi e le sue stravaganze, con la sua normalità vestita a festa e l'ambizione di pensarsi portatrice di chissà quali sconvolgimenti, è pezzo imprescindibile di un racconto che oggi si ferma al punto, per rimandare a capo.

28 cantanti in gara, due conduttori, quattro co-conduttrici e una processione numerosa di personaggi nel corso delle cinque serate del Festival: metri e metri di tessuti preziosi per un numero impressionante di abiti più o meno apprezzati. Cinque quelli che hanno lasciato il segno in questa 73esima edizione di Sanremo. 

Le tette ricamate a mano del Ferragni-pensiero

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Tanto si è detto e tanto si dirà ancora sullo show sartoriale di Chiara Ferragni, dalla stola "Pensati libera" all'abito infarcito di insulti cuciti a mano alla faccia degli haters, fino al corpo nudo quale preziosissimo supporto tessile al monologo egoriferito nell'ormai celeberrimo spazio "C'è posta per me". Tutto straordinario o tutto orribile è questione di gusti, valori e algoritmi. Certo è che la Ferry ha fatto quello che doveva fare, animare l'evento sin dalla prima serata con una massiccia dose di "sane" polemiche. Rivoluzionaria? Non proprio. "Tu giri adesso con le tette al vento, io ci giravo già vent'anni fa", cantava Francesco Guccini nel suo Eskimo del 1978. E Christian De Sica lo ha ricordato a modo suo, in un post dedicato che è già manifesto (questo sì).

L'elegante belvata di Francesca Fagnani 

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Più del chiasso scatenato da un capezzolo ricostruito con stoffe e perline, può il silenzio di una trasparenza che ti promette tutto senza concederti niente. Arrivata all'indomani dell'ostentazione anatomica dell'influencer, la scollatura di Francesca Fagnani ha graffiato più degli artigli di una "belva" mansueta solo all'apparenza, lasciando un solco che in questo Festival ha sempre avuto la firma di Armani quando l'eleganza ha esaltato una normalità talmente luminosa, da risultare meravigliosamente sovversiva. Del regno di Giorgio anche gli abiti di Paola Egonu, Mara Sattei, Gianni Morandi e pure quelli di Laura Mattarella, accanto al Presidente della Repubblica nella prima serata.     

Elodie e il suo tutto

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Il suo passaggio si vede, si sente, si ricorda. E non è questione di musica. O, almeno non solo, non più: questa donna ha voluto essere tutto in questi anni, cantante, interprete, attrice, performer lontanissima dagli schemi rassicuranti dello spettatore medio di Rai1 che in queste sere se l'è trovata davanti, a spadroneggiargli i sensi con una sfrontatezza ai limiti del conturbante. Il climax è arrivato con il furto della borsa dell'astante Serena Bortone. E noi tutti là ad assistere, testimoni oculari di un reato che nessuno si è sentito di condannare.  

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Leo Gassmann con la canotta delle polemiche 

Gassman-7Va bene tutto: spacchi inguinali, scollature profonde, tacchi da vertigine e stivali con suola cingolata, felpe e smoking, giubotti di jeans e guaine di pelle. Forse si passerebbe sopra anche a una maglia della salute incautamente dimenticata. Ma se c'è qualcuno che su quel palco proprio non si accetta è l'uomo-in-canotta. L'anno scorso Giovanni Truppi aveva perseverato nella scelta, quest'anno Leo Gassmann ci è incappato per un disguido che comunque ha provocato l'immediata reazione della stylist Stefania Sciortino, pronta a dissociarsi subito da un look su cui papà Alessandro ha saputo ironizzare calando l'asso di una genetica famigliare che perdona tutto.  

Il cuore di Chiara Francini

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Il suo "tocco francinesco" si è posato ovunque nella serata che l'ha vista protagonista non abbastanza come avrebbe meritato e avremmo meritato tutti. I suoi cuori, portati sugli abiti come tra le mani, sono stati centrati dall'attenzione del pubblico e hanno palpitato di allegria ed emozione, simboli di una personalità che a questo Festival ha fatto tanto bene. 

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