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Lunedì, 29 Aprile 2024
Televisione

Raoul Bova a Belve: “Io e Rocio abbiamo superato attacchi. Trasgressioni? Le facciamo”

L'attore si lascia andare a confessioni sul suo rapporto con la compagna Rocio, ma racconta anche alcuni retroscena della sua lunga carriera.

Raoul Bova, l’attore più amato delle fiction italiane e ora impegnato sul set di Don Matteo, è il primo ospite della serata a Belve. Se le anticipazioni ci avevano parlato della sua presunta omosessualità durante la diretta abbiamo potuto ascoltare la versione integrale della sua intervista, un momento in cui l’attore con oltre 70 film all’attivo si è raccontato senza filtri alla conduttrice Francesca Fagnani.

Raoul Bova a Belve confessa: “Sono un leone che marchia il territorrio”

Raoul Bova alla prima domanda della conduttrice è piuttosto diretto e spiega: “Io non mi sento molto belva, forse mi sento affine ad un leone. È sempre molto calmo, tranquillo, però non bisogna invadere il suo territorio”, poi sullo scorrere del tempo sottolinea “Ogni età si scopre parte della tua personalità e del tuo essere. Oggi mi sento una persona abbastanza comprensiva, entusiasta della vita con voglia di scoprire e guardare le cose come fosse la prima volta”.

Sul suo rapporto con gli altri colleghi e amici spiega: “Non ho mai infranto delle regole di comportamento e buon costume”, poi sottolinea: “Evito di creare situazioni che possono diventare ambigue. Non ci provo e non do la possibilità di provarci. Con amici e conoscenti non cerco mai l’ambiguità, sono sempre stato così”. Su questo aspetto continua evidenziando come la diceria che sia gay non lo tocca più di tanto oggi: “Diciamo che quando mi stavo separando non avevo la lucidità in alcuni momenti, mi è dispiaciuto puntualizzare che non sono gay. Ho smentito però ciò che si diceva su di me. Non so perché molti parlano di questo lato così di me, ognuno la pensa come vuole”.

L’aspetto più interessante che confessa però è la storia con Rocio: “Abbiamo superato a volte lo scetticismo sulla nostra storia, a volte qualche attacco, devo dire che siamo andati avanti bene credendo in noi stessi. Non c’è niente di più importante di quel che si prova dentro, poi quel che succede succede” e si lascia poi andare a aneddoti più piccanti: “Nessuno si rende conto di quanto sia imbarazzante quel momento, non c’è la contentezza del contatto con un’attrice. La scena migliore da questo punto di vista era quella di “Mutande pazze” così D’Agostino è contento”.

Sulla ex suocera Anna Maria Bernardini De Pace: “Quelle sono le cose impulsive di cui parlavo, si fanno delle cose per amore e sposarmi la prima volta è stato quello”, sulla lettera del 2014 al genero degenarato “Lei dice che non parlava di me, ma quelle cose le fanno persone con un grosso dolore. Il rapporto ora va meglio, l’abbiamo superata”. Sui pregi e difetti è titubante: “Il mio pregio è l’ascolto, il difetto è l’entusiasmo che porta all’impulsività. Un difetto vero e brutto è che non so cucinare”, e la Fagnani scherza “Sono un po’ permaloso”, mentre sicuramente è un grande lavoratore: “La sera e fino a tardi ripasso le scene per il giorno dopo”.

La nuova popolarità con Don Matteo e una carriera da sex symbol con l'imbarazzo per il sesso in scena

Una nuova popolarità anche per il successo di Don Matteo: “È giusto che si chiami così per omaggio a chi lo ha fatto per tanti anni”, poi scherza “Non penso di essere il santo patrono delle fiction. Ho preso la parte ribelle da San Francesco e Papa Giovanni Paolo II, loro hanno trovato l’innovazione nell’antichità”. Sul suo rapporto con la preghiera “Prego che le cose brutte che vedo non esistano più. Vorrei che si attenuassero, a partire dalla guerra”, poi specifica “Pregare è vedere ciò che succede nel mondo. Non parlo per partito preso a prescindere. Certo, anche nei momenti di difficoltà cerco una riflessione perché Dio è dentro di noi”.

Più di 70 tra film e fiction, il primo è stato “Mutande Pazze” dove era sedotto da Eva Grimaldi: “Non ero a mio agio assolutamente, ma non so che dire”, e D’Agostino ha detto che è un ingrato non avendolo mai ringraziato per il debutto “Io dico sempre di averlo fatto quel film, ma diciamo che ringrazio tutti quelli che hanno fatto parte della mia carriera. Erano comunque tre giorni di lavoro, ringrazio anche Pino Quartullo per una prima parte dove dicevo una parola”.  Sulle scene hard: “Nessuno si rende conto di quanto sia imbarazzante quel momento, non c’è la contentezza del contatto con un’attrice. La scena migliore da questo punto di vista era quella di “Mutande pazze” così D’Agostino è contento”, mentre sorprende sul suo film preferito “Rocky, storia con Adriana è molto romantica, lui le dedica la vittoria. Un romanticismo puro”.

Non ha ricevuto premi dalla critica: “Mi sono fatto una ragione per i mancati premi, può darsi che ci sia del pregiudizio. I premi vengono dati ad una cerchia ristretta. Posso dire chissenefrega?”, sulla miglior interpretazione “La finestra di fronte di Ozpetek, mentre non mi sono piaciuto in tanti film”.

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