rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
I numeri della pandemia

Covid, inizia la discesa: il picco è alle spalle?

Nell'ultima settimana sono state notificate meno diagnosi di quella precedente, mentre i ricoveri (per ora) continuano a salire

Quanto sarà ripida la discesa è ancora tutto da vedere, ma intanto sul fronte Covid va registrata una buona notizia: dopo cinque settimane di incremento le diagnosi di Sars-Cov-2 iniziano finalmente a calare. Nell'ultima settimana sono stati registrati in totale 652.044 nuovi casi di infezione, contro i 662.236 della precedente e i 528.722 contagi di due settimane fa. Insomma, il trend sembra essersi invertito. Ieri le diagnosi notificate dalle Asl sono state 67.817 (79 i decessi) contro le 79.920 di domenica scorsa.

Ancora in salita invece la curva dei ricoveri: sono 10.576 i pazienti nei reparti di area non critica (erano 4.076 l'11 giugno scorso, dato più basso degli ultimi mesi), mentre nelle terapie intensive ci sono 403 ricoverati contro i 183 del 14 giugno. In generale comunque la situazione negli ospedali resta ampiamente sotto controllo: stando agli ultimi dati Agenas l'occupazione dei reparti di area non critica è pari al 16% (bisogna però ricordare che non tutti i pazienti sono ricoverati "per" il Covid, ma in molti casi si trovano in ospedale per altre patologie), mentre quella delle terapie intensive è del 4%. Insomma, quest'ultima ondata non ha (finora) provocato sconquassi dal punto di vista della tenuta del sistema sanitario. Un agosto più sereno? "È possibile" dice il virologo Fabrizio Pregliasco, "potremmo andare a migliore sempre che non arrivi un nuova variante che può cambiare le carte in tavola". 

Il coronavirus non è (più) un virus stagionale

Il dato negativo di quest'ultima ondata è che ha cancellato ogni residua speranza che il Sars-Cov-2 fosse un virus stagionale. Omicron 5 ha di fatto sgombrato il campo da ogni dubbio. Durante questi due anni e mezzo di pandemia uno dei leitmotiv di molti esperti era che con il caldo il covid potesse diminuire la sua pericolosità. Nelle ultime settimane non è andata così. "La variante Omicron 5 è arrivata nella stagione calda ma sarebbe potuta arrivare in inverno" dice Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. "La differenza è che nel 2020 un paziente infetto contagiava al massimo 3 persone. Oggi fino a 20. Il virus di oggi è dieci volte più contagioso in un contesto di socialità all’aperto. Non è un’anomalia. Abbiamo sempre visto persone influenzate o con raffreddore anche in estate. Certo non con un virus così contagioso".

"Nel mondo - dice ancora l'esprto all'AdnKronos - in qualsiasi momento c’è un emisfero Nord dove ci sono le stagioni che conosciamo ed uno a Sud con clima specularmente opposto. Prenda l’India. Quando fa freddo hanno le temperature che noi registriamo a aprile-maggio. Eppure hanno avuto un sacco di contagi tutto l’anno. L’esplosione dei contagi è continua. Lo stesso vale per il Sud America o l’Africa. Non è una questione climatica ma di attitudini sociali - rimarca - In inverno abbiamo minori occasioni di socialità ma stiamo più al chiuso. E questo facilita la circolazione del virus. In estate stiamo all’aperto ma facendo molta più vita sociale (dagli aperitivi ai concerti) è naturale che il virus trovi ancora il modo di propagarsi".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Covid, inizia la discesa: il picco è alle spalle?

Today è in caricamento