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Lunedì, 29 Aprile 2024
La polemica

Il generale Vannacci non arretra: "Non sono un orco" e Crosetto si scopre solo

Il militare continua a rivendicare "il diritto di criticare". Il ministro della Difesa rimarca: "Ho agito da uomo delle Istituzioni, non di partito". Intanto si innesca un effetto domino, che crea il vuoto attorno al braccio destro di Meloni

"Non sono un mostro, ne' un orco. Fintanto che non offendo e non ledo la dignità di qualcuno ho diritto a esprimere la mia opinione". Nessun dubbio, nessun cambio di rotta, niente scuse. Il generale Roberto Vannacci dalle colonne del Corriere della Sera tira dritto e non sembra toccato dal caso scoppiato per il suo libro "Il mondo al contrario". Nel saggio il generale esprime posizioni omofobe e sessiste. Esercito e Difesa hanno preso le distanze e poi è arrivato l'avvicendamento: ovvero un nuovo incarico per Vannacci in attesa di valutazioni più attente. Parallelamente però il caso è diventato politico. E il ministro della Difesa Crosetto si è ritrovato forse più solo del previsto, con critiche arrivate anche dagli alleati.

"Se dico che una persona non mi piace non è un'offesa - spiega Vannacci al Corriere - . Rivendico il diritto di criticare, purché rimanga nel perimetro delle cose non perseguibili per legge. Per questo credo che la legge Zan sull'omotransfobia avrebbe aperto una strada ai limiti dei delitti d'opinione. Le mie idee intercettano quelle di una grande moltitudine di persone. Non mi ergo a paladino della maggioranza degli italiani, ma le mie argomentazioni evidentemente trovano una certa rispondenza". Il generale ritiene di non avere "leso la dignità delle Forze armate. Nella nota d'autore del libro ho spiegato che le mie erano opinioni personali e che non rappresentavano il punto di vista delle Forze armate. Per questo considero le parole dello Stato maggiore pleonastiche e ridondanti". 

Crosetto isolato e Vannacci difeso

Di fatto il caso Vannacci ha creato fratture nella maggioranza. Il ministro della Difesa Crosetto ha preso le distanze e ha anche annunciato che la Difesa avrebbe avviato un esame disciplinare. Altri esponenti del centrodestra si sono mostrati ben più vicini a Vannacci che al ministro. Dinzelli (Fdi), Sgarbi. Alemanno per citarne alcuni. E pesa il silenzio della premier Meloni. Ultimo in ordine di tempo a mostrare vicinanza a Vannacci è stato il vicepremier, ministro e leader leghista Matteo Salvini. Tra lui e il generale c'è stata anche una telefonata. Cosa si siano detti però non lo sappiamo.

"Non dirò nulla sul contenuto della comunicazione con Salvini, ma mi ha fatto piacere sicuramente. Come fa piacere ogni volta che qualcuno mostra interesse per un servitore dello Stato e per come può sentirsi", le parole di Vannacci.

Se Vannacci pare non essere scalfito da quanto accade, anche Crosetto tira dritto. "Certo che rifarei quello che ho fatto perché il ministro alla Difesa, di tutti i cittadini italiani e di tutti i militari, doveva agire così. Non ho parlato e non mi sono mosso da esponente politico, ma, trattandosi di una cosa che toccava il mio ministero, da rappresentante delle istituzioni", dice sempre al Corriere della Sera.

Prova anche a gettare acqua sul fuoco, sottolineando di non sentirsi particolarmente "isolato". Riguardo al 'fuoco amico' arrivato dal centrodestra, Crosetto chiarisce: "Non considero 'amico' nessuno di quelli che hanno parlato di me, mistificando la realtà e senza nemmeno capire che io non parlavo delle libertà di opinioni di una persona, ma di rispetto delle regole e delle istituzioni. Mi sembra che Donzelli abbia espresso le sue opinioni politiche ma sulla mia decisione mi abbia dato ragione. Così come Salvini si è limitato a dare un giudizio politico su alcune affermazioni del libro di Vannacci senza discutere le mie scelte - prosegue Crosetto riguardo alle posizioni nel centrodestra sulla vicenda - Su Alemanno mi limito a dire solo che non mi sono pentito di averlo difeso, a suo tempo, anzi ne vado orgoglioso. Sapevo bene già allora che tipo di persona fosse, ma l'ho difeso lo stesso. Proprio perché io non mi muovo con calcolo politico, ma sulla base di principi".

"Non ho preso decisioni sulla base di ciò che penso del libro, ma di ciò che devo per rispetto all'istituzione che servo - osserva Crosetto - Quindi, consultandomi con i vertici militari, ho chiesto si facesse chiarezza interna, anche per capire se quel libro fosse stato autorizzato, e poi ho agito con tre fini: tutelare lo stesso generale, le Forze armate e i valori costituzionali e repubblicani. Il cambiamento di funzioni io non l'avrei nemmeno fatto, proprio per spegnere il caso ed evitare che Vannacci diventasse un martire, come è poi avvenuto. Avrei preferito attendere e vagliare tutte le informazioni. Ma le assicuro che le persone con cui ho parlato, e che poi hanno agito, avrebbero preteso molta più durezza - sottolinea il ministro - Ma io sono e resto garantista. Il procedimento interno, già avviato, valuterà la posizione del generale e deciderà". 

Il caso Vannacci e "l'effetto domino"

C'è poi difesa e difesa. Se Salvini è stato "moderato" c'è chi è ben più estremo come l'ex parlamentare e segretario provinciale della Lega di Modena, Guglielmo Golinelli. "Essere gay è contro natura e le razze esistono", dice in un'intervista a un quotidiano locale e su Facebook pubblicato una foto che lo ritrae al mare mentre legge il libro del generale Roberto Vannacci accompagnata dalla frase "una buonissima lettura" e dall'hashtag "io sto con Vannacci". 

 golinelli
"La destra italiana rimane purtroppo profondamente incrostata da queste scorie che la relegano ai margini della modernità e della decenza. E chi la vota o ci si allea pensando che questa robaccia sia marginale sbaglia. È la negazione dei principi di una democrazia liberale", scrive su X (ex Twitter) il leader di Azione Carlo Calenda. 

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