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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'inchiesta sul naufragio

"Da Frontex informazioni fuorvianti": cosa dice la perizia sulla strage di Cutro

Secondo il consulente della procura Salvatore Carannante l'agenzia europea avrebbe fornito indicazioni inesatte sulla rotta e sulla velocità di navigazione

"Le informazioni fornite da Frontex sulla rotta e sulla navigazione" alle autorità italiane nella notte del 26 febbraio scorso "sono state molto approssimative se non fuorvianti". A metterlo nero sulla bianco è l'ammiraglio Salvatore Carannante, il perito nominato dalla procura di Crotone per fare chiarezza sul naugragio avvenuto a Steccato di Cutro e costato la vita ad almeno 94 migranti (almeno 11 persone non sono mai state ritrovate). 

Secondo quanto emerso dalla perizia (e peraltro già noto) il velivolo Eagle 1 aveva individuato la sera prima, alle 22.26 (ora italiana) un'imbarcazione sospetta, indicandola come "possible migrant vessel", e aveva avvisato il Frontex Situation Center di Varsavia che alle ore 23.02 del 25 febbraio 2023 aveva informato le autorità italiane. 

In questa segnalazione Frontex (Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) aveva fatto sapere che sul ponte era presente una sola persona con possibili altre persone sotto il ponte indicate da una significativa risposta termica dai boccaporti; che la barca aveva buona galleggiabilità, che non c'erano giubbotti di salvataggio visibili, che il mare era forza 4 e che erano state rilevate telefonate satellitari verso la Turchia. Fin qui nulla di nuovo rispetto a quanto già emerso all'indomani della strage. 

Quello che al consulente della Procura non torna sono nello specifico i dati riferiti dal velivolo di Frontex, che indicavano, oltre alla posizione dell'imbarcazione, anche la rotta media seguita, 296', e la sua velocità, 6 nodi. Secondo l'ammiraglio Carannante con queste indicazioni la barca "con i possibili migranti sarebbe dovuta giungere nella zona della baia di Copanello (Catanzaro), quindi ben più a sud-ovest di Steccato di Cutro" e "sarebbe arrivata sulla costa alle 7 del mattino". 

La barca tuttavia si sarebbe avvicinata alla costa seguendo una rotta e tempi diversi rispetto a quelli che aveva indicato Frontex. Dalla perizia è infatti emerso "che la rotta media seguita dall'imbarcazione in questo lasso di tempo era di 325 e non 296 come indicato nel rapporto di missione" dell'agenzia europea e "con tale rotta, l'imbarcazione con i possibili migranti a bordo sarebbe giunta a Capo Rizzuto, ovvero in una posizione di circa 8 miglia nautiche più ad est dal luogo dove sono stati poi trovati i rottami del relitto". Non è tutto perché anche la velocità indicata da Frontex (6 nodi) si è rivelata diversa rispetto a quella media rilevata dal radar di sorveglianza della guardia di finanza, pari a 7,5 nodi.

Il rimpallo di responsabilità tra Frontex e il governo

Dopo la tragedia Frontex e le autorità italiane si erano scaricate a vicenda la colpa. Frontex aveva affermato che spettava all'Italia, sulla base dei dati forniti (tra cui la rilevazione termica che segnalava la presenza di persone sottocoperta) decidere se avviare un'operazione di salvataggio o meno. La premier Giorgia Meloni aveva invece riferito che la guardia costiera e la Marina italiane non sapevano che la barca "rischiava di affondare" e non era intervenuta perché Frontex non aveva inviato loro una "comunicazione di emergenza".

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