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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Su Prime arriva "Solos": cosa aspettarsi dalla serie più... singolare che sia mai stata fatta

La recensione senza spoiler della produzione Amazon in uscita il 25 giugno

Per descrivere una serie tv come Solos non c'è nessun bisogno di spoilerare; al limite, si possono fare tante battute. Si può dire che è una serie tv singolare, unica, forse anche egocentrica; si può dire che per realizzarla Amazon ha puntato quasi tutto il budget su un cast stellare e ha tagliato su tutto il resto; si può anche sottolineare che è una serie tv "a prova di Covid"...

Proviamo quindi a definire Solos, in uscita su Prime Video il 25 giugno: è una serie tv antologica prodotta da Amazon e composta di 7 episodi, in cui ci sono 8 grandi attori del calibro di Anne Hathaway, Anthony Mackie, Helen Mirren, Uzo Aduba, Constance Wu, Nicole Beharie, Morgan Freeman e Dan Stevens. 

Abbiamo visto in anteprima la prima (e si suppone unica, per rimanere in tema) stagione di Solos, ecco quindi alcune anticipazioni su questa tanto attesa quanto misteriosa produzione e a seguire un'analisi della serie, senza nessuno spoiler.

Solos, la caratteristica più unica che rara della serie Amazon

Diciamo subito una cosa: i nomi citati sopra non sono le star principali del cast messo insieme da David Weil, il creatore della serie. No, quegli 8 sono tutto il cast, a parte un paio di fugaci comparse.

Solos, infatti, è una serie antologica (ben diversa da Soulmates) in cui ogni episodio vede uno e un solo personaggio, che parla tra sé e sé (anche letteralmente) o con una qualche voce computerizzata in monologhi che vanno dai venti ai trenta minuti circa. 

C'è chi si è rinchiuso per sfuggire all'inquinamento dell'aria, chi è solo in uno scantinato a lavorare senza sosta, chi in un grande appartamento, chi in una casa sperduta... Ma ogni episodio ha una sola ambientazione, una sola scena: praticamente, ogni protagonista è in un lockdown solitario (o quasi).

L'unica vera eccezione in questo pattern è nell'episodio con Morgan Freeman e Dan Stevens (Matthew di Downton Abbey), per il resto non ci sono veri e propri dialoghi e non ci sono soprattutto interazioni, scambi di battute tra le star di Solos.

Solos non è una serie leggera, ma va vista comunque

Con Solos, è come se Weil e Amazon ci dicessero: "Vi facciamo vedere una cosa mai fatta prima". E in effetti è difficile pensare a qualcosa di anche solo vagamente paragonabile a Solos.

Non solo (o non Solos...): con 7 episodi senza cambi di scena, senza dialoghi, senza niente, l'unica cosa che conta è la capacità degli attori di convincerci delle storie che raccontano. E gli 8 fenomeni di Solos ci riescono alla grandissima, offrendo prestazioni attoriali pazzesche, al punto che viene quasi da chiedersi se ci sia qualcosa di vero in quelle storie e nelle loro emozioni.

Certo, bisogna riconoscere che Solos non è una serie leggera, in nessun senso. Non è uno show da vedere con amici o familiari tra chiacchiere e patatine. Non è neanche una di quelle serie tv che diventano argomenti di discussione tra colleghi, o meme su Facebook. E, a dirla tutta, durante quei lunghi monologhi può anche capitare di distrarsi un attimo, e magari di dover mandare indietro per riascoltare una frase perduta.

Solos, in definitiva, è una serie tv per cinefili, per appassionati dell'estetica cinematografica, non una serie popolare. Eppure, non può essere ignorata. Ci sentiamo di inserirla tra le serie tv consigliate, tra le migliori di Prime di questa prima metà 2021, perché comunque, per quanto a tratti ostica, è comunque una produzione di eccezionale livello, che tutto sommato scivola via in meno di tre ore, ricordandoci in ogni momento quanto sia profondo l'animo umano, e quanto difficile sia il mestiere dell'attore.

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