rotate-mobile
Martedì, 30 Aprile 2024
La storia / Svizzera

Chi sono le "nonne per il clima"

Come un'associazione di sole donne, età media 73 anni, è riuscita a far condannare la Svizzera dalla Corte europei dei diritti umani. Il Paese non ha fatto abbastanza per combattere i cambiamenti climatici

L'età media delle donne dell'associazione Klima Serinnen (anziane per il clima) è di di 73 anni. Il dato anagrafico non ha bloccato però questo gruppo di donne, in gran parte in età pensionabile, dal trascinare in tribunale e far condannare un Paese come la Svizzera. La sentenza, unica nel suo genere, è arrivata agli inizi di aprile quando i giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) hanno condannato per la prima volta uno Stato per non aver preso provvedimenti per contrastare i cambiamenti climatici, che nuocciono sia all'ambiente che alla salute delle persone. La vittoria viene rivendicata dalle protagoniste come un successo per tutte le generazioni, inquiete per le conseguenze che i cambiamenti climatici, tra temperature estreme e assurde inondazioni, stanno producendo nelle loro vite.

Come nasce il gruppo di donne anziane per il clima

La storia ha inizio nell'agosto 2016, quando 150 persone hanno dato vita all'associazione delle donne colpite dai cambiamenti climatici. Dal loro sito web hanno iniziato a denunciare il proprio Paese per una politica climatica inadeguata e insufficiente rispetto all'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius. Secondo le attiviste questo comportamento viola il loro diritto alla vita e alla salute. "Il nostro governo non ha adottato misure sufficienti che sarebbero necessarie di fronte all'urgenza dei cambiamenti climatici e sta mettendo così in pericolo la salute della popolazione, in particolare quella delle donne anziane come noi", ha dichiarato alla stampa Anne Mahrer, co-presidente dell'organizzazione all'uscita dal tribunale. La loro azione non si limita però alle dispute in tribunale. Partecipano a conferenze e manifestazioni, dove si confrontano con altri attivisti per il clima di altre generazioni e Paesi, come i Fridays for future dei giovani ispirati da Greta Thunberg.

A chi potrebbe storcere il naso di fronte all'intraprendenza di queste "nonne per il clima", la risposta è servita. "Siamo fatte per questo. Non siamo destinate a sederci su una sedia a dondolo e a maglia", ha risposto Elisabeth Stern, 76 anni, alla tv britannica Bbc. Nel gruppo ci sono donne dalla lunga esperienza nel settore ambientale, come la stessa Stern, cresciuta in una fattoria e che ha vissuto sulla propria pelle come il tempo è mutato in Svizzera. L'organizzazione, a cui aderiscono oggi 2500 persone, è composta da sole donne, che hanno posto particolare enfasi sull'effetto delle ondate di calore, che col cambiamento climatico sono diventate sempre più frequenti e intense. Questa condizione mette in pericolo la vita degli anziani, in particolare di sesso femminile, visto che si verifica un deterioramento della salute maggiore rispetto alla popolazione generale. 

Dai tribunali svizzeri alla Cedu

La battaglia legale vinta a Strasburgo parte da lontano. Le prime accuse nei confronti del governo svizzero per inazione climatica risalgono al 2016, quando l'organizzazione ha puntato il dito contro autorità incapaci di attuare una politica climatica adeguata, chiedendo al contempo misure idonee per raggiungere l'obiettivo fissato dall'accordo di Parigi. I primi ad esprimersi sono stati i giudici del  Tribunale amministrativo federale e, successivamente, il Tribunale federale supremo, la più alta autorità giuridica del Paese. In entrambi i casi i ricorsi sono stati respinti. Nell'ultimo caso i giudici sostenevano che le ricorrenti non erano state sufficientemente e direttamente colpite dalle inadempienze di cui accusavano il governo. L'appello alla Cedu è arrivato nel novembre del 2020, grazie anche al sostegno di Greenpeace Svizzera. Il tribunale ha ammesso il caso e autorizzato nel marzo del 2023 che un'udienza pubblica venisse tenuta su un processo relativo al cambiamento climatico.

Nella sentenza i giudici hanno concluso che la Svizzera ha violato i suoi obblighi ai sensi della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, in particolare il diritto a un processo giudiziario equo e il diritto al rispetto della vita privata e familiare. La decisione in favore delle Klima Serinnen è stata abbastanza inaspettata per le stesse ricorrenti. "Dopo che i tribunali svizzeri non ci hanno ascoltato, la Cedu l'ha confermato: la protezione del clima è un diritto umano", ha affermato Anne Mahrer, che si è detta sopraffatta e orgogliosa del risultato ottenuto dal gruppo dopo anni di lavoro. L'impatto di questa decisione non va sottovalutata, perché potrebbe indurre non solo gli Stati ma anche le imprese che operano a livello globale a cambiare rotta per evitare altri processi analoghi. 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Chi sono le "nonne per il clima"

Today è in caricamento