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Venerdì, 26 Aprile 2024
Due termini da distinguere

Cosa succede in Ucraina? La differenza tra genocidio e crimini di guerra

Zelensky e Biden parlano di genocidio, la Corte penale internazionale indaga per potenziali crimini commessi in Ucraina: quali sono le differenze?

Dall'inizio della guerra in Ucraina si è sentito parlare più volte di genocidio, crimini di guerra e di crimini contro l'umanità. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha spesso menzionato il termine genocidio, e come lui il presidente americano Joe Biden, accusando il presidente russo Vladimir Putin di voler sterminare il popolo ucraino (e alcune dichiarazioni lo fanno pensare). Dalle prove e dalle testimonianze raccolte, è molto probabile che siano stati commessi crimini di guerra e contro l'umanità, con la Corte penale internazionale che ha avviato un'indagine su sospetti crimini compiuti in Ucraina. I due termini indicano però due situazioni differenti, ben distinte giuridicamente. 

Che cosa è un genocidio

Cosa vuol dire crimine di guerra

Chi giudica e condanna i crimini di guerra

Quali sono le condanne per i crimini di guerra

Che cosa è un genocidio

Il concetto legale di genocidio è stato introdotto nei processi di Norimberga contro i criminali di guerra nazisti. Si parla in generale di crimini contro l'umanità. L'avvocato polacco di origini ebraiche Raphael Lemkin lo usò la prima volta per descrivere lo sterminio nazista di milioni di ebrei, ma anche in riferimento alle Crociate o allo sterminio degli armeni, unendo il prefisso greco "geno-" (che in questo caso indica una stirpe) con il suffisso latino "-cidio", (che derivia dal verbo latino per l'italiano "uccidere"). Il reato di genocidio è stato formalmente identificato nella "Convenzione sul genocidio" (di cui Lemkin fu promotore) del 1948 da parte delle Nazioni Unite per descrivere "atti commessi con l'intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso".

Per appurare l'esistenza di un genocidio bisogna provare l'esistenza di una "motivazione mentale" a farlo, ossia di una chiara volontà di voler eliminare un gruppo etnico, una popolazione nazionale o religiosa. Tra le caratteristiche di un genocidio rientrano anche: 

  • Sottoporre deliberatamente un gruppo a condizioni di vita tali da provocarne la distruzione, totale o parziale;
  • Impedire nascite all’interno di un gruppo; 
  • Trasferimento forzato di bambini da un gruppo a un altro.

Oltre l'Olocausto, fin ora sono stati legalmente riconosciuti i genocidi commessi nel 1994 in Ruanda dei tutsi e degli hutu moderati, il genocidio cambogiano e quello avvenuto durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina. 

Cosa vuol dire crimine di guerra

Il concetto di crimini di guerra si è sviluppato particolarmente tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Già le Convenzioni dell'Aia del 1899 e del 1907 si concentravano sul divieto di utilizzare determinati mezzi e metodi di guerra. Da allora sono stati adottati molti altri trattati sui crimini di guerra, come la Convenzione di Ginevra del 1864 e le successive Convenzioni di Ginevra, in particolare quella del 1949 e i due Protocolli aggiuntivi del 1977, che si concentrano sulla protezione delle persone che non partecipano o non partecipano più alle ostilità. I crimini di guerra possono riguardare:

  • Azioni contro persone protette (civili, personale umanitario e volontari);
  • Azioni contro beni protetti (musei, monumenti, edifici civili e ospedali);
  • Crimini compiuti con l’uso di mezzi vietati (come armi chimiche e batteriologiche);
  • Metodi di combattimento vietati (utilizzare civili come scudi umani, interrompere riforniture alimentari dell'avversario).

L'articolo tre della Convenzione dice che "Le persone che non partecipano direttamente alle ostilità, compresi i membri delle forze armate che abbiano deposto le armi e le persone messe fuori combattimento da malattia, ferita, detenzione o qualsiasi altra causa - si legge - saranno trattate, in ogni circostanza, con umanità, senza alcuna distinzione di carat­tere sfavorevole che si riferisca alla razza, al colore, alla religione o alla cre­denza, al sesso, alla nascita o al censo, o fondata su qualsiasi altro criterio analogo". E ancora: "Sono e rimangono vietate le violenze contro la vita e l’integrità corporale, specialmente l’assas­sinio in tutte le sue forme, le mutilazioni, i trattamenti crudeli, le torture e i supplizi; la cattura di ostaggi; gli oltraggi alla dignità personale, specialmente i trattamenti umilianti e degradanti; le condanne pronunciate e le esecuzioni compiute senza previo giudizio di un tribunale regolarmente costituito, che offra le garanzie giudiziarie riconosciute indispensabili dai popoli civili". 

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Chi giudica e condanna i crimini di guerra

Spetta alla Corte penale internazionale con sede all'Aia giudicare eventuali crimini di guerra. Il tribunale internazionale è nato in seguito allo Statuto di Roma del 1998 che ha istituito la stessa Corte penale internazionale. Nel testo istitutivo si legge che "la competenza della Corte è limitata ai crimini più gravi, motivo di allarme per l’intera comunità internazionale".

In base al principio di complementarietà, la giurisdizione della Corte può esercitarsi solo per i Paesi che hanno sottoscritto lo statuto. Stati Uniti, Cina, India e Russia per esempio non lo hanno fatto.  Allo stesso modo non si può giudicare quanto accaduto in uno Stato firmatario senza consenso. La Corte può agire su Stati "terzi" senza consenso solo passando dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che può affidarle il mandato per indagare ed eventualmente processare individui ed enti. 

Nel caso specifico della guerra in Ucraina, la Russia è membro permanente del Consiglio di Sicurezza Onu (Kiev ha chiesto che sia estromessa) e ha diritto di veto sulle decisioni dell’organo, l’Ucraina non ha firmato lo Statuto di Roma, ma ha accettato la giurisdizione della Corte sul proprio territorio con l'invasione russa della Crimea nel 2014. Per il momento, oltre 40 Stati hanno richiesto al Procuratore della Corte penale internazionale di procedere per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Quali sono le condanne per i crimini di guerra

Chi viene giudicato colpevole dai giudici dell'Aia può essere condannato al carcere o, se il crimine è di "estrema gravità", all'ergastolo. A queste pene la Corte può aggiungere provvedimenti di natura economica come l'ammenda o la confisca "di profitti, beni ed averi ricavati direttamente o indirettamente dal crimine, fatti salvi i diritti di terzi in buona fede".

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