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Venerdì, 26 Aprile 2024
Calcio

Champions League, perché Psg-Real è - anche - un "si salvi chi può"

Nell'immaginario collettivo è la finale anticipata, ma la sfida Parigi-Madrid potrebbe rappresentare l'ultima spiaggia per il tecnico dei francesi Pochettino ed anche l'obiettivo prioritario di un Real già fuori dalla Copa del Rey

Quella tra Les Rouge-et-Bleu ed i blancos è già, nell’immaginario collettivo, la finale anticipata. La sfida tra due dei club economicamente più influenti del panorama continentale, coinvolti in quello che potrebbe diventare l’affare del decennio (il passaggio di Mbappé alla corazzata iberica a parametro zero in estate) ma anche pronti a fare follie per quella Champions League amata dal Real Madrid - al punto da averla sedotta ben tredici volte, record probabilmente imbattibile - e bramata dal Paris Saint Germain, solo accarezzata due stagioni fa nella finale persa col Bayern ed intravista da lontano nella primavera del '95 e dodici mesi fa, quando la corsa dei Parisiens si è arrestata in semifinale.

Già detto di un sorteggio il quale, prima del controverso replay dettato dalle irregolarità dell’urna, non aveva proposto tale incrocio da brividi all’inizio del tabellone ad eliminazione diretta, il doppio confronto sull’asse Parigi-Madrid rappresenta per i due club anche una sorta di showdown stagionale. Dove chi esce, comunque, dovrà fare i conti con un bilancio dell’anno agonistico che rischia di finire – sportivamente parlando – più o meno pesantemente in rosso. Lo sanno dalle parti del Bernabeu, dove pure hanno inaugurato il capitolo 2021/2022 con la dodicesima Supercopa de España, ma soprattutto è un insindacabile certezza oltralpe, visto che un altro fallimento continentale metterebbe fine – stando ai rumors – all’avventura di Pochettino sulla panchina parigina.

Real-Psg dalla sponda madrilena

La bacheca dei “Galacticos” ha già fatto posto al trofeo numero 97 della sua storia, con il successo nella SuperCoppa iberica alzata piegando 2-0 il Bilbao. E la formazione di Ancelotti resta in pole position per la conquista del suo trentacinquesimo titolo nazionale, per cui l'entusiasmo appare, però, come silenziato dalla scena muta del peggior Atletico Madrid incontrato nella gestione Simeone e di un Barcellona depauperato dal ruolo di alter-ego del Real nella volata per i traguardi più importanti. La concorrenza più accreditata arriva così dalla città di Siviglia (FC e Betis) la cui tenuta nel medio periodo è però tutta da verificare. Chiaramente, scudetto e SuperCoppa – iscrivendo a bilancio il “meno” della Coppa del Re, terminata con lo 0-1 di Bilbao nei quarti di finale – sarebbero il Doble che ricalcherebbe quello della stagione 2019/2020, dove – curiosamente – la corsa dei blancos si interruppe nei quarti e negli ottavi delle altre due competizioni. Ragion per cui, la Champions costituisce l’obiettivo primario di un Real che è a caccia di una finale che manca dalla primavera del 2018. Uscire di nuovo agli ottavi – sarebbe la terza volta nelle ultime quattro edizioni – spalancherebbe le porte a malumori ed insoddisfazioni.

Real-Psg dalla sponda parigina

Vincere, o meglio stravincere tra i confini nazionali non basta più. Questo, in sintesi, il messaggio della parte più calda del tifo del Paris Saint Germain, formazione che capeggia la Ligue 1 con un distacco abissale da Olympique Marsiglia e Nizza ed ormai destinata a cucirsi sul petto l’ottavo scudetto degli ultimi undici assegnati dal massimo campionato transalpino. La durissima contestazione è esplosa nel match vinto dal PSG di misura contro il Rennes. A salvarsi il brasiliano Marquinos (elevato ad esempio da seguire), ma per il resto è un vero tiro al bersaglio iniziato con l’ingresso in curva del Collectif Ultras Paris dopo 25’ dall’inizio del match e proseguito con striscioni pesanti all’indirizzo del d.s. Leonardo (“Non è l’ora di andartene?”), della squadra (“Cantiamo con passione per giocatori senza motivazione”) e l’ironico riferimento a quel triplete promesso ma restato solo nei sogni più promettenti (“Leader irrispettosi, giocatori senza voglia, maglie senza i nostri colori: l’unica tripletta del PSG”).
Da qui, l’esigenza di dare una svolta ad una stagione dopo i buchi nell’acqua del Trophée des Champions (La Supercoppa Francese) finito nelle mani del Lilla campione di Ligue 1 in carica, e della Coppa Nazionale, col PSG estromesso per mano del Nizza agli ottavi dopo i tiri dal dischetto. La Champions, quindi, non più come ciliegina sulla torta per nobilitare la supremazia in patria, ma vera scialuppa di salvataggio per evitare un naufragio da cui per salvarsi il salvagente dello scudetto non basta più. Anche i ricchi, quindi, versano lacrime. Che la presenza di Messi, Neymar, Mbappé e compagnia rendono anche più amare.

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