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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Rai, la commissione di Vigilanza boccia la nomina di Marcello Foa

Ventidue i voti favorevoli, su una maggioranza utile di 27 su 40

Niente da fare. La commissione di vigilanza della Rai ha bocciato la nomina di Marcello Foa a presidente della Rai. Ventidue i pareri favorevoli e una scheda bianca. Per la nomina serviva una maggioranza di due terzi: 27 voti su 40. Pd, Leu e Forza Italia non hanno partecipato al voto, non ritirando la scheda. Unico di Forza Italia ad aver partecipato al voto è stato il presidente della commissione Alberto Barachini. Al momento sembra che un parlamentare dei Cinque Stelle non abbia votato, scrive l'agenzia Adnkronos. 

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“Prendo atto con rispetto della decisione della Ccmissione di Vigilanza della Rai. Come noto, non ho chiesto alcun incarico nel Consiglio che mi è stato proposto dall’Azionista. Non posso, pertanto, che mettermi a sua disposizione invitandolo a indicarmi quali siano i passi più opportuni da intraprendere nell’interesse della Rai”, è stato il commento di Marcello Foa.

Ieri il Consiglio di amministrazione della Rai aveva nominato a maggioranza Foa presidente dell'azienda radiotelevisiva pubblica. Alle 14.30 la riunione del cda di Viale Mazzini.

Rai, bocciata la nomina di Foa: le reazioni

"#FoaPresidente è il simbolo di una nuova RAI all'insegna dell'indipendenza e della libertà d'informazione. Oggi si è ricostituito il patto del Nazareno per bloccare la sua nomina. Forza Italia e Pd si sono schierati contro di lui, allievo di Montanelli, giornalista de Il Giornale e forte sostenitore della sovranità nazionale. Dal Pd te lo aspetti, ma da Forza Italia? E' un colpo basso alla Lega. Non siamo loro alleati, ma da noi avranno sempre lealtà e correttezza”, scrive su Facebook Francesco D’Uva, capogruppo M5S alla Camera.

"Siamo dispiaciuti dell'asse Pd Fi che cerca di fermare il cambiamento, sia del Paese che della Rai. Dal Pd non ci aspettiamo nulla, con Fi invece siamo pronti a confrontarci perché sicuri che anche la Rai abbia bisogno di aria nuova, cambiamento, qualità e meritocrazia. Siamo convinti che i fraintendimenti di questi giorni sul metodo, più che sul merito, possano essere superati perché le qualità di Marcello Foa, come uomo e giornalista libero e corretto sono universalmente riconosciute e apprezzate", affermano in una nota congiunta il capogruppo Lega alla Camera Riccardo Molinari e il capogruppo Lega al Senato Massimiliano Romeo, che sembrano lasciare una porta aperta a Forza Italia.

Renato Schifani, componente forzista della Commissione parlamentare di Vigilanza, replica: "La bocciatura in Vigilanza di Foa è un finale scontato. Forza Italia non poteva avallare una forzatura della maggioranza. A dispetto della legge, che, prevedendo il voto dei due terzi della Commissione per eleggere il presidente del CdA e quindi una scelta ampiamente condivisa, M5S e Lega ci hanno escluso da ogni percorso di condivisione. Il nostro 'no' è quindi legato al metodo non alla persona". Spiega il senatore: "Il cambiamento non si attua con le prove di forza - aggiunge - ma rispettando le regole del gioco democratico, ed in primo luogo confrontandosi. Specie se si è alleati sul territorio. E prendiamo atto positivamente della volontà di confronto manifestata dai capigruppo della Lega alla Camera ed al Senato. Il dialogo rappresenta l'unica via obbligata per individuare una figura autorevole e di garanzia, capace, come anche noi ci auguriamo, chiudere la stagione dell'occupazione renziana ed avviare quella del vero cambiamento in Rai".

"Oggi centriamo il primo grande risultato. La nostra lotta intransigente paga". Questo il commento in una diretta Facebook del senatore Davide Faraone, capogruppo Pd in Vigilanza Rai, dopo la bocciatura di Marcello Foa alla presidenza Rai. "Di Maio e Salvini, i due Dioscuri, hanno trattato la Rai come un'azienda da occupare, come stanno occupando tutte le altre poltrone. I due si sono chiusi in una stanza segreta e hanno deciso il nome. E loro erano quelli che non pensavano alle poltrone...". E aggiunge: "Ora spero che si possa votare un presidente di garanzia co una scelta il più possibile democratica". E su Foa dice: "Lui che continua a definirsi 'allievo di Montanelli, con Indro Montanelli non c'entra un tubo. E' rappresentante di una destra sovranista e pericolosa".

"Volevamo il cambiamento in Rai e le opposizioni hanno detto di no. Evidentemente il patto del Nazareno regge sulle tv perché Forza Italia e Pd hanno deciso di fare la stessa cosa e cioè non ritirare la scheda. È una scelta politica perché in realtà l'azienda e cioè il suo Cda ha già indicato il suo presidente in Marcello Foa". È il pensiero espresso a caldo da Gianluigi Paragone (M5S) all'uscita dall'aula della commissione di vigilanza Rai. Paragone ha anche sottolineato che "nel frattempo Foa presiederà il Cda in quanto consigliere anziano. Questo - ha precisato- non vuol dire che sia il presidente o il presidente a interim". In ogni caso Paragone è convinto che Foa debba restare in consiglio. "Io non credo debba dimettersi. E mi auguro che non lo faccia", ha scandito. Il senatore dem Salvatore Margiotta, membro della commissione, chiede invece un passo indietro di Foa. 

Poco dopo ha parlato anche Maurizio Gasparri. "Il quorum dei 2/3 non è una perfidia, nasce piuttosto per spingere le parti a un confronto. C'è in tante leggi. Ma si è voluto ignorare il metodo che il quorum comporta e cioè parlarsi per trovare soluzioni come si è fatto nel passato. L'esito è chiaro. Ignorarlo è impossibile. Ora chi è stato bocciato e i proponenti riflettano sull'errore".  Rossi ora potrebbe essere la persona giusta? "Noi parliamo di metodo. Fare il totonomi sarebbe ora la cosa peggiore del mondo. E nessuno singolarmente può mettersi a fare questo", tuona Gasparri.

Chi è Marcello Foa: la scheda
 

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