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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Lockdown? Ci saranno nuove chiusure (Galli non ha dubbi)

"Sono assolutamente necessarie" per provare a contenere l'impatto della nuova ondata di Covid-19 nel nostro Paese secondo l'infettivologo dell'ospedale Sacco

L'andamento dei contagi non fa presagire nulla di buono. Gli indicatori, il parere dei medici, le istantanee dai pronto soccorso. "Siamo di fronte ad altre dolorose chiusure, che sono assolutamente necessarie" per provare a contenere l'impatto della nuova ondata di Covid-19 nel nostro Paese, "e l'appello dell'Ordine dei medici" che ha chiesto ieri il lockdown in tutta Italia "è interessante e importante in questo senso, perché in realtà esprime un parere che è assai generalizzato tra i medici di questo Paese". A dirlo è Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco-università Statale di Milano, intervenuto ad 'Agorà' su Rai 3.

Galli: "La situazione è ampiamente fuori controllo"

"Quelli che hanno un'opinione diversa ce l'hanno per motivi loro - commenta  - non sulla base di un dato scientifico o di un dato di realtà". Galli la pensa come Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri); anche secondo lui "bisognerebbe chiudere subito".

Un lockdown totale in tutta Italia o soltanto nelle grandi città? Secondo lo specialista "può essere ancora ragionevole considerare alcune differenze regionali, ma con estrema attenzione - ammonisce - per non correre il rischio di vanificare le posizioni prese e di non avere risultato".

"Temo che non ci sia il benché minimo dubbio nel dover sottolineare che la situazione" di Covid-19 in Italia "è ampiamente fuori controllo", con "un costante incremento della diffusione dell'infezione" pur con "differenze locali e regionali".

"Le misure adottate devono essere applicate con estrema attenzione ed efficacia se vogliamo sperare di invertire una tendenza in tempi ragionevoli e non trovarci in una situazione ancora più complessa a brevissimo termine".

''Non c'è dubbio. Servono dei veri lockdown cittadini e spetta ai governatori proclamarli. Vedo troppa gente ancora in giro per le strade. Nelle grandi città, penso soprattutto a Milano, Genova, Torino e Napoli serve agire con decisione e farlo presto'' ha detto oggi Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza e professore ordinario di Igiene alla Cattolica. La decisione sarà politica, non può che essere politica: già da questa settimana si capirà ragionevolmente se le prime misure restrittive dei Dpcm di ottobre avranno un primo effetto per abbassare la curva epidemica.

Il rischio di ripetere gli errori dell'estate 2020

Massimo Galli ha detto tanto altro ad Agorà: "Se sarà necessario avere una chiusura importante e significativa, per un periodo importante e significativo" in modo da piegare la curva di Covid-19 in Italia, "non è che immediatamente dopo possiamo fare la stessa cosa che è stata fatta quest'estate". Ripetere gli errori di allora sarebbe impensabile, "perché altrimenti ci ritroveremmo daccapo un'altra volta", con l'incubo di una terza ondata.

"E' questo" secondo lo specialista "l'elemento che va realmente capito, ma molto bene - precisa Galli - e che non deve essere più oggetto di un tira e molla di ordine politico o di interessi particolari. L'interesse generale del Paese - sottolinea il medico - indica la necessità di una programmazione che consenta di capire da una parte come possiamo uscire da questa crisi nell'immediato", e dall'altra "come possiamo continuare a starne fuori finché non arriverà qualche cosa che ci metterà al riparo. Questo qualcosa probabilmente sarà soltanto il vaccino, che però - ricorda Galli - non sappiamo quando avremo, né purtroppo se l'avremo".

"E' vero che all'inizio della pandemia non avevamo molti elementi. Tutti, me compreso, abbiamo commesso qualche errore soprattutto all'inizio. Ma uno che si occupa di organizzazione sanitaria è meglio forse che non si allarmi e abbia un atteggiamento mentale per cui non si allarga su cose che non conosce e non sono alla sua portata. Quella quelle mascherine è un'affermazione completamente sbagliata, da leggenda metropolitana" dice Galli, che ritorna sulla polemiche che hanno investito Giuseppe Zuccatelli, nominato nuovo commissario per la Sanità calabrese, che in un video apostrofa come "inutili" le mascherine. "Ho l'impressione - osserva il medico - che questo Paese continui con una delle sue caratteristiche, ahimè anche in una situazione così drammatica, ovvero che in determinate posizioni non si chiamano le persone sulla base competenze e della reale preparazione, ma si chiamano gli amici degli amici. Questa è la situazione che chiunque da cittadino può avere. Ce ne sono in continuazione anche ora di scelte infelici".

L'ipotesi di centralizzare la gestione della sanità convince l'inettivologo: "L'ho sempre sostenuto e sempre pensato" dice Massimo Galli ad 'Agorà' su Rai 3  - L'ho imparato nel 2003 con la Sars, la sorella minore e più bonaria di questa pandemia. Dove 20 decisori in Italia avrebbero reso impossibile qualsiasi intervento, lì fu messo tutto in mano alla Protezione Civile e ne venimmo fuori. Ci furono molte polemiche. Certamente - sottolinea il medico - abbiamo bisogno di un'autorità centrale in mano a persone competenti".

Galli: "Molti morti potevano essere evitati"

"Il gran numero di morti che stiamo vedendo" in questa nuova ondata "potevano essere contenuti o evitati. E questo proprio è il mio rammarico e la fonte maggiore della mia amarezza di questi giorni", confida ancora Galli.

"Diventa pesante rifare il solito discorso - ha spiegato - Ho sempre detestato quelli che dicono 'avete visto che avevo ragione', comunque quello che è successo quest'estate è stato un'apertura generale di attività e di cose che non ci poteva permettere. Una specie di congiura delle complicità, nel dire che gli italiani erano stati tanto bravi a fare il lockdown e quindi avevano diritto ad avere tutta una serie di possibilità diverse" nei mesi delle vacanze. "E' come una partita di qualsiasi sport: puoi anche essere bravissimo nel giocarla ma se la perdi, l'hai persa. E a differenza degli altri tipi di partite questa è una partita che se si perde si manda in rovina il Paese e si fanno morire persone".

Quanto ci costerebbe un nuovo lockdown nazionale

Naturalmente la decisione di imporre un nuovo lockdown nazionale resta l'ultima dell'elenco. L'impatto sull'economia italiana sarebbe molto pesante. Basta guardare a che cosa sta succedendo oltralpe. Il nuovo lockdown in Francia puo' portare ad una contrazione del pil a novembre del 12 per cento rispetto ad un livello di attività normale prima della pandemia. La stima è stata fatta dalla Banca di Francia nel suo rapporto mensile sull'attivita' delle imprese. Il dato si confronta con l'impatto negativo del 31% registrato in aprile in occasione del primo lockdown francese. Il rapporto della Banca centrale nazionale stima poi una contrazione del Pil quest'anno tra il 9 e il 10 per cento. 

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