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Domenica, 28 Aprile 2024
Lavoro

Cosa succede con lo smart working

Il 30 settembre scade la proroga per i lavoratori fragili e il governo non ha ancora deciso cosa fare. La ministra Calderone: "Rispondeva a una logica emergenziale". La proposta della Cisl: inserire il lavoro agile nei contratti collettivi ma con incentivi per le imprese

Aggiornamento: lo smart working è stato prorogato 

Sullo smart working il governo sta ancora valutando il da farsi. Ma il tempo è poco. Il 30 settembre scade infatti la proroga per i lavoratori fragili nel settore pubblico e privato di svolgere la prestazione lavorativa in modalità di lavoro agile.  Tradotto vuol dire che a partire dal 1° ottobre i lavoratori affetti dalle patologie individuate con DM 4 febbraio 2022 potranno fruire dello smart working solo facendo ricorso ad accordi di tipo individuale con il datore di lavoro, poiché viene meno la procedura semplificata vigente sino al 30 settembre 2023.

L'altra scadenza da tenere a mente è quella del 31 dicembre 2023 e riguarda due categorie di lavoratori; i dipendenti del settore privato con almeno un figlio minore di 14 anni e i soggetti a maggior rischio in caso di contagio covid, sia in relazione all’età che alla presenza di condizioni di rischio derivanti da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o comunque da commorbilità. In questi casi per ottenere la proroga dello smart working è necessaria una certificazione del medico competente, poiché si tratta di una tutela aggiuntiva che riguarda solo i lavoratori in condizioni di maggiore fragilità. 

Calderone: "La norma rispondeva a una logica emergenziale"

Che cosa farà l'esecutivo? La ministra del Lavoro Marina Calderone ha spiegato oggi che la maggioranza ci sta "ragionando", ma una decisione non è stata ancora presa. "La norma sullo smart working - ha detto a margine della presentazione per Manifesto Cisl sul lavoro - rispondeva a una logica emergenziale sulla base di dati epidemiologici che oggi ci dicono che in questo momento la situazione è differente rispetto al 2020, quando è stato introdotto questo strumento. Stiamo però facendo delle valutazioni sui fragili che saranno oggetto di scelte nei prossimi giorni". Insomma, tutto è ancora in forse. E come sembrano suggerire le parole della ministra non è detto che dal governo arriverà il disco verde. 

Cisl: inserire lo smart working nei contratti, ma con incentivi per le imprese

Il sindacato Cisl intanto ha presentato all'esecutivo la sua proposta, ovvero inserire lo smart working nella contrattazione collettiva con incentivi ad hoc che ne facilitino l'utilizzo nelle piccole imprese purché lo introducano con accordo aziendale o territoriale. Una modalità, quella del lavoro da remoto, che per la Cisl va agganciata alla contrattazione e non portata avanti con modifiche legislative che potrebbero "incoraggiare politiche aziendali unilaterali".

"Lo smart working svolge un ruolo importante per rispondere alle nuove aspettative delle persone, restituendo autonomia a fronte di una maggiore responsabilizzazione, con ritorni in termini di qualità della vita, produttività, sostenibilità ambientale" si legge nel manifesto Cisl 'per un lavoro a misura della persona' presentato oggi. "È anche uno strumento prezioso per l'occupazione femminile - fa notare il sindacato -, non certo come misura mirata alle sole lavoratrici, bensì per il motivo contrario, in quanto strumento di conciliazione che per la prima volta è stato utilizzato in modo paritario anche dagli uomini". 

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