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Venerdì, 26 Aprile 2024
La proposta

"Spesso buono oltre", la nuova dicitura voluta dalla Ue contro gli sprechi alimentari

La Commissione Europea ha proposto una nuova dicitura per la lotta agli sprechi alimentari. La frase, già utilizzata da alcune aziende, andrà ad affiancare il "consumarsi preferibilmente entro" sulle etichette per cercare di ridurre lo spreco di alcuni prodotti.

Latte, yogurt e uova potranno durare di più. Contro lo spreco alimentare, la Commissione Europea ha proposto l'aggiunta della dicitura "Spesso buono oltre" alle etichette degli alimenti a ridotta scadenza. La proposta Ue si trova in una bozza di regolamento delegato su cui stanno ancora lavorando e che rientra tra gli obbiettivi per la riduzione dello spreco alimentare. Lo ha riferito Coldiretti, Confederazione Nazionale Produttori Diretti, che si è detta "positiva per le modifiche purché siano chiare e comprensibili per i consumatori". La nuova dicitura si è resa necessaria perché, secondo la bozza, la maggior parte della popolazione non comprende del tutto la differenza tra la dicitura "da consumare entro", che indica la sicurezza di un prodotto, e "da consumarsi preferibilmente entro", che indica invece la qualità di un prodotto.

Attualmente su ogni etichetta di un alimento è presente il Termine Minimo di Conservazione (Tmc), riportato con la dicitura "Da consumarsi preferibilmente entro". Come spiega Coldiretti il Tmc indica la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue caratteristiche organolettiche e gustative, o nutrizionali. Tuttavia, non significa che il cibo il giorno dopo diventa immangiabile, ma indica la data oltre la quale l'alimento non può essere più messo in commercio. "Questo perché - continua Coldiretti - tanto più ci si allontana dalla data del Tmc, tanto più non sono più garantiti dal produttore i requisiti di qualità del prodotto, quale il sapore, odore, fragranza, ecc".

Per questo motivo è differente dalla data di scadenza, scritta con la dicitura "Da consumarsi entro" (senza preferibilmente, ndr) e che vale per tutti i prodotti facilmente deperibili da un punto di vista microbiologico come ad esempio, latte e derivati o insaccati. La nuova dicitura permetterebbe di ridurre gli sprechi alimentari, innescando un meccanismo in grado di far guardare ai consumatori non soltanto la data, ma la stessa qualità del prodotto, permettendo in certi casi di evitare di buttare via cibi ancora commestibili. Secondo Bruxelles questo influenzerebbe "il processo decisionale dei consumatori in merito alla scelta di consumare o eliminare un alimento", con il fine di valutare qualità, odore, vista e sapore prima di decidere di sbarazzarsene. 

Il Dipartimento di scienze e tecnologie agroalimentari dell'Università di Bologna insieme a Last minute market e Borsa merci Bologna 2023 hanno pubblicato un report sugli sprechi alimentari, evidenziando come ogni persona sprechi 127 chili di cibo all'anno, generando perdite economiche per quasi 6,5 miliardi di euro. Coldiretti cita questi ultimi dati e spiega come esista un'"esigenza di combattere gli sprechi che non deve andare a scapito della qualità soprattutto per un Paese come il nostro che ha fatto del Made in Italy il sinonimo di eccellenza".

Lo scopo di questo nuovo provvedimento sembra proprio andare a favore dell'Italia in quanto eliminerebbe le altre proposte, tra cui il Nutriscore, il "punteggio" dato ai cibi che penalizzava moltissimi prodotti italiani. "Un risultato importante per l'Italia che - conclude la Coldiretti - ha guidato il fronte dei Paesi contrari a ipotesi che rischiano di bocciare prodotti base della dieta mediterranea senza tenere conto delle quantità realmente consumate". Quest'ultima proposta arriva in un quadro generale che vede Bruxelles impegnata con tutti i governi nazionali per ridurre ancora di più lo spreco alimentare. Ha ricordato la direttrice generale Salute della Commissione europea, Sandra Gallina che "con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU, gli Stati membri hanno sottoscritto obiettivi di riduzione degli sprechi alimentari del 50% entro il 2030, che è un impegno enorme".

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