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Venerdì, 26 Aprile 2024
Tensione Usa-Cina / Cina

Il caso dei palloni spia è nato da un errore?

Non solo gli Stati Uniti. Anche il Giappone denuncia la presenza di aerostatici cinesi nel suo spazio aereo. Ma Pechino nega e minaccia contromisure

Il pallone-spia cinese abbattuto lo scorso 4 febbraio dalle forze degli Stati Uniti al largo delle coste del South Carolina, dopo aver attraversato lo spazio aereo statunitense, non era probabilmente diretto nei cieli degli Stati Uniti continentali. Il caso che ha alimentato le tensioni nei rapporti tra Washington e Pechino potrebbe rivelarsi quindi un casuale incidente.

A rivelarlo è il Washington Post, secondo il quale l'intelligence statunitense, che era sulle tracce dell'aerostato dalla settimana precedente all'ingresso nello spazio aereo degli Usa, ha osservato il pallone partito dall'isola cinese di Hainan immettersi in una traiettoria di volo che sembrava destinata a portarlo sul territorio statunitense di Guam, l'isola nell'oceano Pacifico occidentale. Poi però - precisa la testata statunitense citando i funzionari - "da qualche parte lungo quella rotta orientale, il velivolo ha inaspettatamente svoltato verso nord".

Una tesi che potrebbe confermare la posizione cinese sull’introduzione non intenzionale dell’aeromobile all’interno dello spazio aereo statunitense continentale. Gli analisti di intelligence non sono infatti sicuri se l'apparente deviazione sia stata intenzionale o accidentale, ma ritengono che la missione fosse destinata alla raccolta di informazioni, molto probabilmente sulle installazioni militari statunitensi nel Pacifico. L'incidente del pallone spia cinese ha portato al rinvio della visita a Pechino, prevista per l'inizio di febbraio, del segretario di Stato Usa, Antony Blinken.

L'importanza strategica dell'isola di Guam

Ma qual è stato il percorso dell'aerostato rilevato dai radar statunitensi? Il pallone ha sorvolato le isole Aleutine dell'Alaska, a migliaia di miglia di distanza da Guam, quindi è finito alla deriva sul Canada, dove ha incontrato forti venti che sembrano averlo spinto a sud, sugli Stati Uniti continentali, hanno ricostruito i funzionari anonimi citando dati sensibili.

Mappa di Guam

Guam ha già registrato incursioni di palloni-spia cinesi in passato. Perché l'isola del Pacifico sotto il controllo statunitense rappresenta una base militare strategica cruciale e che rafforza la strategia indo-pacifica degli Stati Uniti. L'importanza dell'isola è legata a doppio filo alla posizione dalla Cina e dalle coste statunitensi, permettendo a Washington di esercitare influenza nella regione e gestire il comando e il controllo della base militare.

Perché la Cina usa i palloni aerostatici (e non i satelliti) per spiare gli Usa

Nell'eventualità di una guerra nello Stretto di Taiwan, da Guam potrebbero partire forze di combattimento in difesa dell'isola rivendicata dalla Cina, con il vantaggio di godere di una maggiore protezione dalle sortite cinesi rispetto a quanto potrebbe accadere alla base aerea di Kadena a Okinawa, in Giappone, più vicina al gigante asiatico. Tuttavia, nonostante la posizione delle forze statunitensi e la distanza protettiva dell'isola dalla Cina, Guam rimane vulnerabile all'attacco di missili balistici cinesi a medio raggio.

Non sono tutti palloni-spia

Per questo l'isola di Guam suscita le curiosità delle forze militari cinesi. L'Esercito di liberazione popolare - spiega ancora il Washington Post citando i funzionari - aveva già inviato palloni spia su Guam, così come sulle Hawaii, per monitorare le installazioni militari statunitensi.

Ma il sorvolo del pallone-spia (che la Cina continua a sostenere essere uno strumento utilizzato per ricerche meteorologiche) per giorni di una zona degli Stati Uniti continentali ha rappresentato un'assoluta novità, tanto da suscitare confusione anche all'interno del governo cinese. Confusione alimentata dalle azioni delle forze statunitensi, che solo lo scorso weekend hanno abbattuto tre oggetti volanti non identificati. Dei quattro oggetti volanti annientati dagli Stati Uniti, solo il primo è stato attribuito alla strategia di sorveglianza della Cina.

Attualmente, i funzionari degli Stati Uniti si muovono con cautela e ancora non hanno riconosciuto la paternità degli oggetti buttati giù che - su indicazione del presidente Joe Biden - sorvolavano l'Alaska, il Canada e il Michigan.

Cos'è questa storia degli ufo "abbattuti" in tutto il mondo

Per le autorità statunitensi è difficile al momento attribuire gli oggetti abbattuti lo scorso weekend a strumenti di intelligence. Il coordinatore per le comunicazioni strategiche al Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense, John Kirby, ha dichiarato che per il momento non "non ci sono indicazioni che dimostrino attività di intelligence o raccolta di informazioni da parte dei tre oggetti" avvistati negli scorsi giorni tra gli Stati Uniti e il Canada. Per lo stesso Kirby, è anche prematuro ricondurre l’origine delle incursioni alla Cina.

Mentre vengono avvalorate tesi che si presentano incerte, la tensione resta alta tra le due superpotenze. Gli iniziali toni mansueti e concilianti della Cina hanno ceduto il posto ad attacchi diretti agli Stati Uniti, accusati di aver inviato 10 palloni-spia nello spazio aereo del gigante asiatico. Affermazione fortemente negata dalla Casa Bianca.

Il pallone cinese abbattuto dalle forze statunitensi lo scorso 4 febbraio al largo delle coste del South Carolina (Fonte: Ansa)

Ma Pechino mantiene alti i toni. Nella giornata di oggi 15 febbraio, la Cina ha accusato gli Stati Uniti di avere sorvolato, con propri palloni-spia, i territori dello Xinjiang e del Tibet, a partire dal maggio 2021, data a cui la Repubblica popolare fa risalire l'inizio dell'invio degli aerostati statunitensi nello spazio aereo cinese. La nuova accusa è stata pronunciata dal portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, aggiungendo che gli Usa "non hanno detto nulla sui palloni statunitensi che sorvolano illegalmente lo spazio aereo della Cina".

"Pechino ha lanciato i palloni spia su 40 paesi"

Pechino, ha minacciato Wang, è pronta anche a contromisure nei confronti di aziende statunitensi "che danneggiano la sovranità e la sicurezza della Cina", in risposta alle sanzioni imposte la scorsa settimana dagli Stati Uniti a sei aziende e centri di ricerca cinesi per il caso del pallone-spia. 

La preoccupazione del Giappone

La saga dei palloni-spia coinvolge anche un altro attore cruciale per la sicurezza della regione asiatica. Il governo giapponese ha rivelato per la prima volta di aver avvistato tre oggetti volanti non identificati, che hanno sorvolato sulla prefettura di Kagoshima, nel sudovest del Giappone, nel novembre 2019, e sulle prefetture nordorientali di Miyagi e Aomori, rispettivamente nel giugno 2020 e nel settembre 2021. Pechino ha tuttavia respinto le accuse, affermando l'inesistenza delle prove del Giappone. 

Per l'esecutivo guidato dal premier Fumio Kishida, i velivoli sono "sospettati di essere con ogni probabilità palloni-spia cinesi". Ma il caso è avvolto da un velo di mistero e per questo il ministero della Difesa nipponico ha chiesto a Pechino una conferma sui fatti per prevenire il ripetersi di simili contingenze. Tokyo ha messo in guardia chi vuole fare irruzione nel proprio spazio aereo con i velivoli per operazioni di intelligence: il governo nipponico non accetterà mai alcuna violazione del proprio territorio.

Il ministero della Difesa giapponese sta quindi prendendo in considerazione la possibilità di un intervento armato delle forze di autodifesa giapponesi (Sdf) per abbattere palloni aerostatici provenienti da paesi stranieri che entrano illegittimamente nello spazio aereo nipponico.

Secondo le norme vigenti, le Sdf possono annientare dispositivi che violano lo spazio aereo giapponese solo per legittima difesa. Gli aerei di paesi stranieri che entrano nello spazio aereo senza il permesso dell'esecutivo giapponese violano il diritto internazionale e, per questo, le forze di autodifesa possono adottare "misure necessarie" per l'allontanamento dei velivoli, secondo l'articolo 84 della legge sulle forze di autodifesa. Adesso, però, il governo vuole intervenire per permettere alle Sdf l'utilizzo delle armi solo per l'autodifesa e le evacuazioni di emergenza. Una decisione che porterebbe la guerra dei palloni "erranti" a essere sempre più complessa e partecipata. 

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