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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Djokovic perde il ricorso e viene espulso dall'Australia

Il tennista serbo non parteciperà agli Australian Open, respinto il ricorso contro la cancellazione del visto: ora sarà espulso. Le prime parole di Novak: "Deluso, ma lascerò il paese". Ripescato l'italiano Caruso al suo posto

La Corte Federale ha deciso all'unanimità per la cancellazione del visto di Novak Djokovic, il che significa che sarà espulso e non potrà partecipare agli Australian Open. La decisione della Corte Federale, che ha cancellato il visto di Novak Djokovic, è stata unanime e Djokovic è stato condannato a pagare le spese legali del governo. Ora rischia un bando di tre anni dall'Australia.

Il tennista serbo è partito alle 22:30 ora australiana con un volo Emirates Airways, destinazione Dubai. "Gli auguriamo ogni bene e non vediamo l'ora di rivederlo presto in campo" spiega l'Atp, l'associazione che riunisce i giocatori professionisti del tennis maschile di tutto il mondo, in una nota in cui continua a raccomandare vivamente la vaccinazione a tutti i giocatori. "È la conclusione di una serie di eventi profondamente deplorevoli, Novak è uno dei più grandi campioni del nostro sport e la sua assenza dagli Australian Open è una sconfitta per il gioco. Sappiamo quanto siano stati turbolenti gli ultimi giorni per lui e quanto volesse difendere il suo titolo a Melbourne" conclude l'Atp. 

Il ministro dell'Immigrazione australiano, Alex Hawke, ha spiegato: "La nostra politica di restrizioni ha portato a un basso numero di vittime, a una ripresa economica solida e a una delle percentuali di vaccinazioni più alte nel mondo. Questa politica di protezione alle frontiere ha salvaguardato la pace sociale, nonostante il prolungarsi della pandemia. Gli australiani hanno fatto sacrifici per arrivare fin qui e il Governo Morrison è deciso a continuare su questa linea, come il Paese si aspetta - ha proseguito - Nel nostro Paese sono state somministrate 47 milioni di dosi di vaccino, il 91,6% degli over 16 anni è vaccinato".

Djokovic: "Deluso ma lascerò il paese"

"Sono estremamente deluso dalla sentenza della Corte di respingere la mia domanda di revisione giudiziaria della decisione del Ministro di annullare il mio visto, il che significa che non posso rimanere in Australia e partecipare agli Australian Open". Sono le prime parole, in un comunicato stampa diffuso dopo la decisione della corte di non confermare il visto, da parte di Novak Djokovic. "Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti in relazione alla mia partenza dal Paese. Sono a disagio che l'attenzione delle ultime settimane sia stata su di me e spero che ora possiamo concentrarci tutti sul gioco e sul torneo che amo. Vorrei augurare ai giocatori, ai funzionari del torneo, allo staff, ai volontari e ai fan tutto il meglio per il torneo. Infine, vorrei ringraziare la mia famiglia, i miei amici, la mia squadra, i tifosi, i tifosi ei miei compagni serbi per il vostro continuo supporto. Siete stati tutti una grande fonte di forza per me". "Ora mi prenderò un po' di tempo per riposarmi e riprendermi, prima di fare ulteriori commenti oltre a questo." ha concluso Djokovic.

Australian Open, l'italiano Caruso in tabellone al posto di Djokovic

Sarà il 29enne siciliano di Avola Salvatore Caruso a prendere il posto di Novak Djokovic nel tabellone principale degli Australian open al via domani. Lo ha annunciato l'Atp subito dopo il verdetto del tribunale. L'azzurro è infatti stato sorteggiato come terzo lucky loser e quindi, per l'assenza del balcanico, è entrato nel tabellone principale da ripescato. L'attuale numero 150 del ranking ATP ha perso il turno decisivo delle qualificazioni contro il giapponese Taro Daniel, ma ora è rientrato in corsa. Con Caruso saranno 10 gli italiani nel tabellone principale del primo torneo dello slam 2022.

Che cosa succede a Novak Djokovic

ll tennista serbo è attualmente il miglior giocatore di tennis al mondo ma viene da una anno difficile: nel 2021 ha vinto sì l’Australian Open, il Roland Garros e il torneo di Wimbledon ma alle olimpiadi di Tokio è stato eliminato da Zverev in semifinale e agli Us Open ha perso in finale contro Daniil Medvedev: niente Grande Slam e un gesto di frustrazione quanto mai raro per il campione di Belgrado che ha disintegrato una racchetta sul cemento dell'Arthur Ashe. Era domenica 12 settembre. Finita l'estate inizia la preparazione per la nuova stagione e per quello che è il suo torneo più amato: i campi di cemento e greenset di Melbourne Park.

C'è un problema però: l'Australia reduce da uno dei suoi più lunghi lockdown per contrastare l'epidemia di coronavirus ha imposto rigide misure anti Covid richiedendo che tutti gli stranieri che fanno ingresso nel paese siano vaccinati contro il Sars-Cov-2. Altrimenti niente visto per lavorare nel paese. E anche il torneo di tennis - come si legge tra le regole dell'Australian Open - richiede che gli atleti siano vaccinati contro il covid, oppure presentino un certificato medico che dia loro diritto ad una esenzione. E proprio qui nasce il caso Djokovic. 

Djokovic non è vaccinato contro il Covid-19 come ammesso dallo stesso tennista all'agente di frontiera che lo ha "accolto" lo scorso 5 gennaio all'aeroporto internazionale di Melbourne. Il permesso speciale accordato dagli organizzatori a Djokovic viene additato come uno scandalo, le stesse autorità federali australiane sembrano prese in contropiede dalla decisione dello Stato di Victoria in cui si svolgerà il torneo e che avevano accordato l'esenzione. Secondo quanto si è appreso il motivo che avrebbe spinto la commissione medica incaricata di esaminare la richiesta di esenzione presentata da Djokovic sarebbe una presunta positività al coronavirus riscontrata al tennista serbo a dicembre. La rivelazione arriva dagli avvocati di Djokovic mentre il tennista viene ristretto in stato di fermo al suo arrivo all'aeroporto di Melbourne il 5 gennaio. Nole trascorre 5 giorni in isolamento al Park Hotel di Melbourne, una struttura utilizzata dalle autorità australiane per alloggiare i migranti non in regola con il permesso di soggiorno o in attesa che venga loro riconosciuto lo status di rifugiati. Non di certo un hotel a 5 stelle, ma con carenze strutturali e un menù che sarebbe risultato più volte indigesto per il tennista numero uno al mondo. Poi un tribunale lunedì 10 gennaio ha accolto un ricorso del tennista.

Ma gli errori non sono finiti. Djokovic ha dichiarato il falso entrando in Australia.

djokovic bugie-2

Nel comunicato pubblicato oggi Djokovic ha anche spiegato di aver omesso nella sua richiesta di visto per entrare in Australia di aver effettuato viaggi nei 14 giorni precedenti al suo arrivo nel paese. Secondo quanto scritto da diversi giornali, sarebbe stato però a Marbella, in Spagna, per allenarsi. Djokovic ha dato la colpa al suo staff per la mancata segnalazione nel modulo di richiesta del visto: "Un errore umano". Ma il  ministro dell’Immigrazione, Alex Hawke, decide di cancellare nuovamente il visto del tennista. Così si arriva al nuovo ricorso del tennista serbo e alla decisione di oggi: Djokovic dovrà pagare pure tutte le spese legali sostenute dal governo Australiano.

Tutte le bugie di Djokovic, in fila

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