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Martedì, 30 Aprile 2024
Si va in Cassazione / Catania

Il governo sfida i tribunali: ricorso in Cassazione contro il rilascio dei migranti

Palazzo Chigi ha annunciato la mossa contro la decisione del tribunale di Catania di non convalidare il trattenimento di alcuni migranti tunisini sconfessando, di fatto, il cosiddetto "decreto Cutro": lo avevano fatto anche in altre città, cosa succede ora

Il governo Meloni ha annunciato il ricorso in Cassazione contro le sentenze del Tribunale di Catania, che nelle scorse settimane non ha convalidato il trattenimento di alcuni migranti tunisini sconfessando, di fatto, il cosiddetto decreto Cutro approvato dopo il naufragio davanti alle coste della Calabria in cui sono morte oltre 90 persone. Anche altri tribunali avevano però emesso sentenze analoghe, quello di Catania non è stato un caso isolato.

Le motivazioni di Palazzo Chigi

"L'Avvocatura Generale dello Stato ha proposto oggi distinti ricorsi per Cassazione contro i provvedimenti con i quali il Tribunale di Catania ha negato la convalida del trattenimento di migranti irregolarmente arrivati sul territorio nazionale", la nota di Palazzo Chigi. 

"I ricorsi sottopongono alla Suprema Corte l'opportunità di decidere a Sezioni Unite, per la novità e il rilievo della materia, e affrontano i punti critici della motivazione delle ordinanze impugnate - si legge nel comunicato del governo -, con particolare riferimento alla violazione della direttiva 2013/33/UE". 

Secondo Palazzo Chigi, "a differenza di quanto sostenuto nelle ordinanze, la direttiva prevede procedure specifiche alla frontiera o in zone di transito, per decidere sulla ammissibilità della domanda di protezione internazionale, se il richiedente non ha documenti e proviene da un Paese sicuro; la stessa stabilisce alternativamente il trattenimento o il pagamento di una cauzione, e quindi non vi è ragione per disapplicare i decreti del questore che fissano l'uno o l'altro; la direttiva contempla, ancora, la possibilità che il richiedente sia spostato in zona differente da quella di ingresso, se gli arrivi coinvolgono una quantità significativa di migranti che presentano la richiesta; in caso di provenienza del migrante da un Paese qualificato 'sicuro' deve essere il richiedente a dimostrare che, nella specifica situazione, il Paese invece non sia sicuro, senza improprie presunzioni da parte del giudice".

I giudici smontano il "Decreto Cutro"

Nelle scorse settimane i tribunali di Catania, Firenze e Potenza non hanno applicato le disposizioni contenute nel cosiddetto "Decreto Cutro" approvato dal governo Meloni, riguardo il trattenimento dei migranti nei Centri per il rimpatrio (Cpr). 

Le decisioni dei giudici hanno scatenato un'aspra polemica politica nella maggioranza, alimentata anche dal caso della giudice Iolanda Apostolico di Catania, criticata per essere comparsa in alcuni video - dall'origine poco chiare -, a una manifestazione pro migranti proprio nel capoluogo siciliano. La giudice aveva giudicato il decreto Cutro approvato dal governo Meloni "illegittimo in più parti", in quanto - almeno secondo il tribunale - non si possono trattenere i richiedenti asilo che provengono dai cosiddetti Paesi sicuri in attesa dell'esito della procedura di frontiera accelerata".

Le stesse motivazioni sono state date da altri giudici di Catania, Potenza e Firenze: il decreto del governo è in contrasto con le norme comunitarie. Ora la battaglia legale si sposta alla Corte di Cassazione. 

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