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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Fedez: "Ho perso metà del sangue che avevo in corpo. Per la depressione mi sottopongo a scosse elettromagnetiche al cervello"

Il rapper e imprenditore a cuore aperto ha parlato, quasi come mai prima d'ora, dell'ultimo anno della sua vita tra la lotta al tumore e quella contro la depressione

Definire complicata l'ultima settimana vissuta da Fedez è molto riduttivo. Il rapper solo sette giorni fa per colpa di due ulcere ha perso "la metà del sangue che avevo in corpo" e come lui stesso racconta in un'intervista al Corriere della Sera, firmata da Aldo Cazzullo, "la cosa più assurda è che quel mattino avevo un volo transoceanico. Se non mi fossi accorto di quanto stava accadendo, sarei stato male sull’oceano, su un aereo diretto a Los Angeles, e non so come sarebbe finita".

Fedez si trovava a casa con i bambini, Chiara Ferragni era a Parigi per la settimana della moda, e dopo aver messo a letto i bambini si è reso conto che qualcosa davvero non andava. "Avevo già avuto cali di pressione, ne è arrivato uno più importante, e sono svenuto. Poi ho chiamato l’ambulanza. Ero bianchissimo, non che ora sia esattamente come Carlo Conti, ma insomma ero ancora più bianco di adesso. Ho passato la notte al pronto soccorso, e la mattina mi sono reso conto di avere la melena". "In francese? Letteralmente 'cagavo sangue'", ha spiegato il rapper.

Aveva "l'emocromo a 7, anziché a 14. Così sono intervenuti d’urgenza, per fermare l’emorragia, cauterizzare, insomma fare tutto il necessario per fermare il sanguinamento delle ulcere. Ho dovuto anche fare due trasfusioni: oltre a ringraziare i medici, in particolare il dottor Marco Antonio Zappa, le infermiere e gli infermieri del Fatebenefratelli che mi hanno curato, voglio ringraziare tutte le persone donatrici di sangue. Appena tornerò in forze voglio fare qualcosa per l’Avis - ribadisce Federico Lucia, già fuori dall'ospedale aveva espresso la sua volontà del voler fare qualcosa per i donatori -, per invitare altri a donare sangue; personalmente senza quelle trasfusioni non sarei qui a parlare con lei".

Domenica poi la seconda emorragia, ma era un problema diverso: "Un'emorragia ischemica sempre allo stomaco. Così hanno dovuto riaddormentarmi, e intervenire nuovamente". Adesso l'emocromo è a 9, "sono giorni cruciali", si sente meglio e quindi potrebbe pensare anche di riuscire a partecipare a X-Factor.

Le ulcere sono collegate all'intervento al pancreas? "È possibile, ma ho avuto altri problemi di salute"

Fedez a marzo 2022 ha subito la resezione della testa del pancreas, del duodeno, la rimozione della cistifellea, e di un pezzo di intestino per la presenza di un tumore e quindi "è possibile che là dove ci sono le cuciture effettuate durante quell’intervento si siano formate delle ulcere. Ma in verità ho avuto altri problemi di salute quest’estate, tanto da aver perso molti chili negli ultimi mesi", racconta.

Il rapper ha dovuto fare i conti con la sua mente, in quanto dopo aver scoperto di avere un tumore ha avuto "molte malattie o disturbi di origine psicosomatica. Prima il fuoco di Sant’Antonio, poi forti gastriti da stress. Insomma, un generale stato di salute molto debilitato dallo stress". 

Questi temi oggi sono diventati parte della sua personale battaglia mirata alla sensibilizzazione anche perché è ben consapevole di "essermi conquistato una condizione di privilegio, tanto più se considero che provengo da una famiglia di classe subalterna e operaia".

E se agli occhi di molti appare come un uomo senza problemi economici e quindi senza tutta una parte di preoccupazioni e quindi senza stress così non è: "Lo stress è una condizione non legata alla propria classe sociale o al denaro. Il fatto di essere ricchi non ci rende immuni da paure o stress emotivi. Nel mio caso aver avuto una diagnosi di tumore al pancreas a 33 anni è la ragione preponderante. Che poi, a pensarci bene, le malattie sono come la livella di Totò: non guardano in faccia a nessuno, e portano con sé ricadute anche sulla salute mentale che possono essere davvero importanti".

Fedez, le prime parole fuori dall'ospedale: "Senza i donatori di sangue non sarei qui. Mia moglie è stata grande" (video) 

I problemi di salute mentale

Che Fedez a inizio anno non avesse una forma smagliante non è un segreto, dopo Sanremo è stato proprio i rapper a raccontare di come abbia dovuto affrontare un momento molto complesso della sua salute mentale in cui ha anche ammesso di aver fatto un uso non raccomandabile di psicofarmaci, ma è nell'intervista al Corriere che entra più nel dettaglio. I problemi li ha affrontati e li sta affrontando tuttora: "Non ho pudore o vergogna a parlarne. Ho attraversato una depressione acuta e mi ha aiutato tantissimo ascoltare le esperienze altrui, cioè come altri stavano o avevano affrontato una diagnosi nefasta". A questo punto entra nel tema Belve, lui aveva accettato proprio per parlare di quanto ha vissuto e sta vivendo per provare ad essere d'aiuto alle persone che si sentono nella sua stessa situazione.

"La salute mentale è un tema che riguarda molte persone giovani, ragazzi e ragazze - aggiunge il rapper -. Forse ascoltare la mia esperienza, proprio quella di una persona che si pensa sia felice perché possiede tutto, li avrebbe potuti aiutare a sentirsi meno soli o a dirsi: be’, allora può succedere davvero a chiunque. A me cercare un riferimento è servito moltissimo: quando ho scoperto la malattia, ho cercato chi stesse vivendo la mia stessa situazione o comunque simile alla mia".

"Quando mi hanno diagnosticato il tumore al pancreas, non conoscevo nessuno che avesse il tumore al pancreas. Ho fatto come si fa in questi casi: sono andato su Google. E quello che ho letto è stata una sentenza di morte", a lui ha fatto bene parlare con chi ha dovuto affrontare un percorso simile al suo e tramite conoscenze comuni è arrivato a Gianluca Vialli: "Mi emoziono mentre lo ricordo. Le poche interviste che aveva fatto erano riuscite a suscitare speranze. Rileggerle mi aveva aiutato a non farmi sentire la solitudine estrema della malattia, l’ingiustizia estrema della malattia. La malattia non è una vergogna. Per questo ho avvertito l’esigenza di raccontarla, a modo mio".

"Io dovevo superare lo stesso intervento chirurgico che lui aveva superato - per la prima volta Fedez racconta nel dettaglio quanto sia stato fondamentale Vialli -. Fu la prima volta che piansi al telefono con una persona che non avevo mai visto. Fu una cosa molto forte. Gianluca Vialli era una persona fantastica. Mi è stato molto vicino sia prima sia dopo l’operazione". "Con profondo dolore. E mi fermo qui", sono state le uniche parole che Fedez ha pronunciato riguardo alla morte di Vialli.

Le cure a cui si sta sottoponendo adesso Fedez

Per quanto riguarda il tumore le cure sono ferme perché l'esame istologico "ha rilevato che non ci sono più cellule cancerogene, ma ovviamente non esiste medicina sicura al cento per cento. Per esempio in termini di recidive. Forse anche per questo ho avuto una depressione acuta, sfociata in attacco ipomaniacale". "Significa che arrivi completamente a perdere la lucidità - spiega Fedez-. Dunque per curarmi ho iniziato ad assumere degli psicofarmaci, che però talvolta non sono privi di effetti collaterali. Allora per curare gli effetti collaterali di un farmaco ti prescrivono un altro farmaco, e così via. Il risultato è stato che balbettavo, tremavo, non riuscivo più a pensare lucidamente. Sono arrivato a un punto in cui ho dovuto smettere tutto di botto, avendo una cosa che si chiama effetto rebound".

E questo è stato tosto da affrontare perché "quando si deve affrontare uno stato depressivo, e la tua mente si è abituata a un sostegno farmacologico, se non ha più quel farmaco lo stato depressivo si acuisce. A oggi sono seguito da uno psichiatra e da uno psicoterapeuta. Ho provato tantissime cose per star meglio, anche le stimolazioni transcraniche". Ovvero "scosse elettromagnetiche al cervello" che "piacevoli non sono". Al momento Federico non si vuole pronunciare sulla loro efficacia, prima vuole "chiudere un ciclo annuale" prima di pronunciarsi.

Fedez è a casa, la foto con i figli e l'emozione di Chiara nella dedica social

Il rapporto con Chiara Ferragni (e con i social)

"Chiara è qui con me in questo momento", lei gli è sempre stata vicina e tra loro non c'è assolutamente nessun problema: "Amo tantissimo mia moglie. Era a Parigi, a fare una cosa molto importante con una star internazionale, non posso dirle chi è. E Chiara ha mollato tutto ed è tornata a casa, per me. Si trattava di una grossissima opportunità per la sua carriera".

I bambini sanno qualcosa ma non tutti, ammettono di non sapere se è la strada giusta, ma hanno scelto di "non nascondere che papà è in ospedale, che papà ha dei problemi; del resto è difficile nascondere una cicatrice da venti centimetri nella pancia. Cerchiamo di edulcorare il racconto. Ma non avrebbe senso tenerli all’oscuro".

E questi giorni sono serviti a Fedez per capire che lui e la moglie hanno preso la strada giusta riguardo ai social e al raccontare parte delle loro vite tramite gli schermi perché non vuole "delegare a nessuno il racconto di me e della mia vita. Le faccio un esempio: in questi dieci giorni in ospedale non ho mai toccato il telefono o pubblicato qualcosa sui social; eppure c’erano giornalisti fuori dall’ospedale, e ogni giorno si parlava di me sui giornali, peraltro con notizie non sempre verificate".

"Ho sperimentato che, se sparisco dai social, c’era qualcun altro a intromettersi nella mia vita, a cercare di raccontarla, e persino a cercare di lucrarci. Lei al posto mio cosa farebbe? Preferirebbe che a raccontare la sua vita fosse lei o fossero gli altri?", aggiunge il rapper che sottolinea anche di essersi trovato in parte costretto ad essere così esposto in quanto ha iniziato a stare così sui social "quando in fondo non era del tutto prevedibile questo potere dei social. Comunque, questo è il motivo per cui ho deciso di raccontare la mia malattia, la mia vita, la mia famiglia: per evitare che a raccontare la mia e le nostre vite fossero gli altri al posto mio".

Fedez è a casa: la sorpresa inaspettata dei figli, le foto 

"Qualcuno mi ha augurato la morte, è molto doloroso"

La degenza in ospedale ha permesso a Federico Lucia di fare un "riordino delle priorità, la malattia ti fa capire chi sono le persone veramente vicine a te, veramente importanti per te. È molto bello scoprire queste persone, e meno bello scoprire l’assenza di altre". Ma non fa nomi, ma chiarisce che è stato molto doloroso leggere che persone gli hanno augurato la morte. "Può capitare di scrivere fesserie. Ma gioire per la morte altrui, com’è accaduto per Silvio Berlusconi e per Michela Murgia, è orribile. Mi ha rattristato scoprirmi dentro il gioco del fantamorto...". Si tratta di "una specie di fantacalcio, ma con i morti. Quelli che avevano scommesso su di me al fantamorto speravano di vincere. Questo mi ha fatto male".

Adesso Federico deve trovare un senso a tutto questo "affinché non sia solo dolore, spero che le mie esperienze possano servire a costruire qualcosa di bello per gli altri, possano essere d’aiuto a chi sta affrontando o affronterà cose analoghe a quello che ho vissuto e sto vivendo".

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